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10/01/2011

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A PROPOSITO DEL BLITZ “CLESSIDRA”

Clicca per Ingrandire A distanza di oltre un mese dall’operazione che ha stravolto il management dirigenziale (e non solo) del Comune di Peschici, riceviamo e pubblichiamo la seguente mail da un lettore che chiede di restare anonimo.

“Egregio Direttore,
è passato più di un mese dal blitz eseguito a Peschici la notte fra il 2 e 3 dicembre 2010 per arrestare sindaco, assessore, dirigente Utc, comandante vigili urbani, consigliere, alcuni imprenditori (o poveri operai che vivono alla giornata) e una serie di impiegati comunali e altre persone coinvolte a vario titolo, e io continuo a esprimere stupore e perplessità anche - o forse soprattutto - alla luce delle ultime decisioni del Tribunale della Libertà.

“Infatti il tutto è stato eseguito con un ingente spiegamento di forze, mezzi, uomini ed energie: si parla di 150 agenti impegnati nella esecuzione delle ordinanze di arresto, circa 30 autovetture, un elicottero (che serviva a cosa, forse a inseguire qualche malintenzionato che invece di consegnarsi alle forze dell’ordine sarebbe potuto scappare attraversando valli e canali nell’intento di sfuggire alla cattura?), motovedette della capitaneria di porto nel tratto di mare antistante la nostra baia.

“Una organizzazione delle forze dell’ordine capillare e ben pianificata, la stessa organizzazione che dovrebbe provvedere alla nostra sicurezza in caso di pericolo o di presenze criminali sul territorio. Ma con quali costi!? (Si parla di 400mila euro per l’operazione e 3 milioni per le intercettazioni telefoniche; ndr). Mi pare di ricordare che quando arrestarono Totò Riina furono impegnati appena cinque uomini... (naturalmente il paragone col famoso capomafia risulta irriverente).

“Le motivazioni degli arresti sono di vario genere. Si parla di un ammanco nelle casse comunali di circa 1 milione e 500mila euro. Somma che quasi tutti gli organi di stampa hanno voluto avvicinare al totale del deficit del bilancio comunale. Naturalmente viene da pensare che la cifra sopra riportata sia stata in un certo qual modo ripartita e divisa fra tutte le persone coinvolte nella organizzazione criminale, con a capo il sindaco dott. Mimmo Vecera, sottraendole alle casse comunali per versare tangenti, corrompere funzionari e politici accondiscendenti. E invece, niente di tutto questo! Analizzando i fatti è venuto fuori che quei soldi sono stati utilizzati per eseguire lavori di sistemazione strade, pulizia canali e opere pubbliche di vario genere che a oggi sono sotto gli occhi di tutti.

“Infatti, agli atti di causa risulta che gli unici scambi di denaro accertati, almeno finora, siano solo n. 2 assegni di poche centinaia di euro. Forse secondo gli inquirenti ci saranno altre tangenti in denaro liquido o in altre forme che, naturalmente, devono ancora accertarsi. Tutto può essere, ma al momento di certo ci sono solo n. 2 assegni di € 1.000 uno e 200 l’altro fra un imprenditore e un consigliere comunale le cui motivazioni sono ancora da verificare, anche se appare piuttosto inusuale che una tangente possa ancora essere pagata con assegno intestato!

“Naturalmente le responsabilità attribuibili al sindaco sono notevoli, i reati commessi sono rilevanti, la sua attività illecita e criminosa di considerevole spessore. Infatti, ascoltando la conferenza stampa dei procuratori, pare addirittura che costui (il sindaco…), “a capo della organizzazione criminale”, indicasse a una ditta vincitrice di appalto pubblico alcune persone da mettere a lavorare, due o tre operai con seri problemi di sostentamento familiare che il sindaco avrebbe segnalato all’impresa assegnataria dei lavori. La quale, cosa molto più grave e importante, avrebbe dato ascolto al sindaco assumendoli e facendoli lavorare.

“A questo punto vengono spontanee alcune domande: si può arrestare una persona, un sindaco, per aver chiesto lavoro per dei poveracci? E’ un reato chiedere lavoro? E’ un reato chiedere a un imprenditore di assumere a lavorare alcuni bisognosi? Gli altri sindaci commettono questo tipo di reati oppure lo fa solo il sindaco di Peschici? Secondo la procura, questo interessamento del sindaco per mettere a lavorare dei poveracci sarebbe finalizzato a un ritorno personale, non necessariamente in termini di denaro, ma in termini di popolarità, di immagine (ma questo fa il sindaco o l’attore?).

“E non finisce qui, perché quei poveracci, con seri problemi di sostentamento familiare messi a lavorare su “raccomandazione-indicazione” del sindaco, e il loro datore di lavoro sono stati tutti arrestati per associazione a delinquere! Ma che tipo di atto delinquenziale è stato commesso? Ma è possibile tutto ciò?

“Conoscendo le persone coinvolte e i fatti contestati, appare un tantino esagerata detta ipotesi di reato. Naturalmente sarà la magistratura ad appurare e verificare le responsabilità di ogni singola persona coinvolta nei fatti. Nel frattempo sconsigliamo a chiunque di chiedere lavoro a un sindaco… e in particolare al sindaco di Peschici. Il minimo rischio che si corre è di andare in galera per associazione a delinquere… e se il lavoro ti venga accordato e il rapporto durasse più a lungo, il reato potrebbe addirittura trasformarsi anche in associazione a delinquere di stampo mafioso!

“Può darsi che questi comportamenti siano da considerare reati gravi (non siamo noi a deciderlo, ci sono i magistrati per questo) ed è giusto che vengano perseguiti i responsabili e condannati con una pena esemplare anche per fare desistere eventuali altri malintenzionati che intendessero commettere gli stessi reati (sempre se di reato si possa parlare…). E naturalmente riesce abbastanza facile ai presunti perbenisti puntare il dito sugli indagati e ripetere le frasi di circostanza: “Chi ha sbagliato deve pagare… Chi ha commesso atti delinquenziali deve essere punito giustamente e pesantemente!”

“Ma noi ci chiediamo: perché chi ha commesso e commette reati, almeno all’apparenza più gravi e più efferati come spaccio di stupefacenti, omicidi, furti e rapine, può invece continuare a godere la propria libertà, può restarsene tranquillo in quanto forze dell’ordine e magistratura sono troppo concentrate e impegnate nel verificare quante persone ha messo a lavorare un sindaco oppure quanti alberi pericolanti ha indicato nella sua relazione un comandante dei vigili oppure la leggibilità delle delibere esposte nell’albo pretorio comunale? Cose molto importanti, reati gravissimi, che devono giustamente sottrarre tempo e spazio alle indagini su altri tipi di reati che in quest’ultimo periodo sono sempre più frequenti sul territorio.

“E’ giusto che sia così! Questa è l’Italia: i ladri di galline e i lavoratori… in galera, gli assassini… in libertà!

“Firmato: uno dei tanti… ‘mafiosi in doppiopetto’ (fiero di esserlo!)”



 Redazione

 

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  Commenti dei Lettori:

-- 11/01/2011 -- 23:02:17 -- Antonio

Per favore cancelli l'Articolo. Chi ha bisogno di Anonimi mafiosi?

-- 12/01/2011 -- 00:21:17 -- il direttore editoriale

Rispondo alla Sua cortese richiesta con un commento postato da Teresa Maria Rauzino in altra sede: "Direi che l'autore della lettera ha saputo, con maestria retorica e ironia, focalizzare i termini veri della questione..." La invito pertanto a cogliere il taglio ironico con cui è stata impostata la mail. Grazie

-- 12/01/2011 -- 00:34:58 -- il direttore editoriale

Colgo l'occasione per riportare alcuni COMMENTI RIPRESI DA FACEBOOK SU CUI È STATO POSTATO IL PEZZO 1. Grazia Tavaglione: “Ho letto di un fiato la mail riportata da puntodistella scritta da un anonimo. Non approvo l'anonimato perché penso bisognerebbe essere più coraggiosi quando si è convinti di qualcosa. Ma a parte questo, vorrei dire a costui che ha riportato il tutto in un modo chiaro e veritiero, mi è piaciuto molto. Accetti tutta la mia simpatia.” 2. Maria Vecera: “Non so chi sia questa persona. Sento il dovere di ringraziarlo/a a nome di mio fratello e di tutte le altre persone che stanno vivendo quest'incubo e dei loro familiari. Grazie.”

 
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