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11/11/2010

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GROTTA PAGLICCI: “PARLIAMONE PARLIAMONE PARLIAMONE!”

Clicca per Ingrandire Alla presentazione del documentario “Indagine su Grotta Paglicci”, commissionato dal Parco Nazionale del Gargano, avvenuta ieri mercoledì 10 a Siena nella sede dell’Accademia dei Fisiocritici, c’era anche il direttore del Museo Paglicci di Rignano Garganico, Enzo Pazienza, uno dei maggiori conoscitori del territorio in questione, che da anni si occupa di divulgazione e porta avanti progetti importanti con scuole, istituzioni e associazioni locali e nazionali, occupandosi anche della fruibilità turistica del museo. Al riguardo lo ha intervistato Andrea Grana, del Team archeospeleologico sannicandrese “Argod”, ponendo in particolare l’accento sul pericolo incombente di crolli cui la grotta potrebbe essere soggetta in un immediato futuro.

DOMANDA - Una grande occasione per mettere in evidenza sia Rignano e il sito di Grotta Paglicci, sia in generale l’intero territorio garganico.

RISPOSTA - Certamente. Una grande opportunità per riaccendere i riflettori sul nostro territorio. Infatti la presenza fisica di rappresentanti del Gargano in un convegno di portata nazionale, e in una città di grande prestigio storico-culturale come Siena, è fondamentale.

D. - Parliamo di un argomento spinoso, che sta a cuore a tutti coloro che amano il Gargano: il pericolo crollo di alcune aree esterne di Grotta Pagliacci. Com’è la situazione?

R. - La situazione è quella che ormai conoscono in molti: quasi tutta l’area esterna della grotta è a rischio crollo.”

D. - Eventuali crolli, cosa comporterebbero?

R. - Innanzitutto sarebbe pericoloso sia per gli stessi archeologi nel momento in cui ricominceranno, spero, le ricerche in loco, sia per eventuali passanti occasionali che potrebbero aggirarsi intorno alla cavità. Nonostante infatti la zona sia di proprietà privata, si tratta di un’area aperta, per cui capita non di rado che qualcuno si faccia un giro in quella zona. Naturalmente il sito stesso è a rischio. Non sappiamo di che portata potrebbero essere i crolli e se possono creare danni anche all’ambiente interno della grotta. In questo caso i danni sarebbero irreversibili e archeologicamente incalcolabili.

D. - A cosa è dovuto il pericolo crollo.

R. - Non c’è una sola motivazione. E’ sicuramente una serie di concause che hanno portato alla situazione odierna. Il motivo principale è dovuto alla natura del terreno. Essendo fortemente carsico è particolarmente esposto, a causa delle continue intemperie, all’erosione dell’acqua,. Inoltre, alcune fratture sono state causate dall’attività di un singolare personaggio, un cercatore di tesori del posto, che per le sue ricerche, tra gli anni ’60-’80, ha utilizzato anche cariche esplosive. In minima parte potrebbe incidere anche l’attività di sbancamento da parte degli archeologi.

D. - Insomma, l’evento di Siena è legato a tante cose importanti.

R. - Indubbiamente. L’idea del documentario è buona e l’evento è sicuramente un’occasione importante, ma serve anche continuità. Gli scavi sono fermi ormai da quattro anni. Bisogna assolutamente ricominciare a fare ricerca in loco perché questo apporta ulteriore lustro non solo al sito archeologico e al museo, ma anche a tutto il Gargano. E bisogna anche parlarne il più possibile. Chi ama il Gargano non può restare impassibile dinanzi a tali situazioni.

Andrea Grana





 argod.it

 

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