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30/10/2010

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EVVIVA, STANOTTE SI DORME DI PIÙ

Clicca per Ingrandire La notte che sta per arrivare - fra oggi, sabato, e domani, domenica, - ci regalerà un’ora in più di sonno, restituendoci quella che abbiamo perso a fine marzo. Allarghiamo comunque il campo delle nostre conoscenze perché in linea generale tutti sappiamo cosa comporta il passaggio da un tipo di ora all’altro. L'ora legale è la convenzione di avanzare di un'ora le lancette degli orologi durante il periodo estivo, in modo da aumentare la luce solare nel tardo pomeriggio a scapito del primo mattino. Tipicamente, lo spostamento in avanti avviene all'inizio della primavera, per essere annullato durante l'autunno. Di contro, l'orario di base usato da ogni paese, quando l'orario coincide con quello del fuso orario di riferimento, prende il nome di “ora solare” o “ora civile convenzionale”. In alcuni paesi l'ora solare di fatto è sospesa, valendo l'ora legale per tutto l'anno. C'è da osservare che la terminologia usata negli altri paesi è più diretta, riferendosi al periodo estivo, ovvero “orario estivo”. Una denominazione meglio accurata, imitando quella americana, è quella di “orario di risparmio della luce diurna” (“daylight saving time”), ove viene tralasciato il riferimento estivo.

Già nel 1784 l'inventore del parafulmine Benjamin Franklin pubblicò un'idea sul quotidiano francese ‘Journal de Paris’. Le riflessioni di Franklin si basavano sul principio di risparmiare energia ma non trovarono seguito. Oltre un secolo dopo, nel 1907, l'idea venne ripresa dal costruttore inglese William Willet, e questa volta trovò terreno fertile nel quadro delle esigenze economiche provocate dalla Prima guerra mondiale: nel 1916 la Camera dei Comuni di Londra diede il via libera al ‘British Summer Time’, che implicava lo spostamento delle lancette un'ora in avanti durante l'estate. Molti paesi imitarono la Gran Bretagna in quanto in tempo di guerra il risparmio energetico era una priorità.

In Italia l'ora legale è stata adottata per la prima volta il 1916, tramite il decreto legislativo n. 631 del 25 maggio, e rimase in uso fino al 1920. Da allora fu abolita e ripristinata diverse volte fra il 1940 e il 1948 a causa della Seconda guerra mondiale. Durante l'occupazione jugoslava di Trieste, l'esercito titino la vietò per segnare anche cronograficamente il distacco della città giuliana dall'Italia. Venne infine adottata definitivamente con una legge del 1965, in periodo di crisi energetica. L'ora legale stabilita da tale legge, applicata per la prima volta il 1966, durava quattro mesi, dalla fine di maggio alla fine di settembre; tale durata venne estesa a sei mesi nel 1981, iniziando l'ultima domenica di marzo e terminando l'ultima di settembre. Un ulteriore prolungamento di un mese è stato introdotto il 1996, insieme col resto dell'Europa: l'inizio rimane fissato all'ultima domenica di marzo mentre la fine è spostata all'ultima domenica di ottobre.

Dal 1996 tutti i Paesi dell'Unione europea adottano lo stesso calendario per l'ora legale, nonostante le polemiche di alcuni Stati membri. Ad essi si è unita anche la Svizzera pur non facendo parte dell'Unione. L'ora legale, secondo tale calendario, dura sette mesi all'anno: inizia l'ultima domenica di marzo e termina l'ultima domenica di ottobre. Nel passaggio dall'ora solare all'ora legale, quando scattano le ore 2 di Berlino antimeridiane (2 di notte) si sposta l'orologio avanti di un'ora, cioè l'ora che inizia alle 2 e termina alle 3 viene soppressa. Nel passaggio inverso, quando scattano le ore 3 antimeridiane (3 di notte) si riporta l'orologio indietro di un'ora, cioè l'ora che inizia alle 2 e termina alle 3 viene ripetuta due volte. È stata scelta quest'ora perché è quella in cui la circolazione dei treni e degli altri mezzi pubblici è ridotta al minimo e quindi si minimizzano i disallineamenti rispetto agli orari giornalieri programmati. Si noti come l'ora legale scatti sincronicamente in tutta l'Unione: se il cambio avviene dunque fra le 2 e le 3 nell'Europa centrale, avviene fra l'una e le 2 in Gran Bretagna, e fra le 3 e le 4 in Grecia.

In generale, i Paesi della fascia tropicale non adottano l'ora legale, in quanto la variazione delle ore di luce durante l'arco dell'anno è minima e non consente di avere ore di luce sufficienti la mattina per giustificare uno spostamento di lancette in avanti di un'ora per aggiungere luce alla sera. Nell'emisfero australe, essendo le stagioni invertite rispetto all'emisfero boreale, anche l'ora legale segue un calendario invertito: in Australia è in vigore da ottobre a fine marzo o inizio aprile, con possibili variazioni da Stato a Stato, mentre in Brasile si va dalla terza domenica di ottobre alla terza domenica di febbraio. In Africa l'ora legale è scarsamente usata, come in Asia, dove si usa nelle Repubbliche caucasiche dell'ex Unione Sovietica, ma non in molti Stati in quanto i calendari non sono omogenei.

Vantaggi e svantaggi = Lo scopo dell'ora legale è quello di produrre un risparmio energetico dovuto al minore utilizzo dell'illuminazione elettrica. L'ora legale non può ovviamente aumentare le ore di luce disponibili, ma solo indurre a un maggior sfruttamento delle ore di luce che sono solitamente "sprecate" a causa delle abitudini di orario. Questo naturalmente vale solo per i lavoratori che operano al chiuso, In contrapposizione, a esempio, imprese edili, elettricisti, agricoltori, non hanno alcun vantaggio dall'ora legale, non potendo lavorare al buio.

Considerando, a esempio, una persona che dorma ogni giorno dalle 23 alle 7, d'estate con l'ora legale guadagna un'ora di luce la sera, quando è sveglia, mentre non utilizzerebbe comunque l'ora persa al mattino, perché dorme. Di conseguenza utilizza l'illuminazione elettrica per un'ora in meno. D'inverno, invece, il sole sorge dopo le 7 e quindi l'ora persa al mattino compensa quella guadagnata la sera, quindi non vi è alcun vantaggio (ma neanche uno svantaggio). In questo modo, con l'ora legale, dal 2004 al 2007, l'Italia ha risparmiato complessivamente oltre 2,5 miliardi di kilowattora, pari a 300 milioni di euro, secondo quanto calcolato da Terna, la società responsabile in Italia della gestione dei flussi di energia elettrica sulla rete ad alta tensione. Il risparmio per il solo 2007 è stato di 645,2 milioni di kilowattora. È stato fatto osservare che però, aumentando le ore di tempo libero diurno, si ha un maggiore consumo di carburante consumato circolando dopo l'orario di lavoro, prima della cena.

Lo stesso risparmio energetico si otterrebbe con l'adozione di uno stile di vita che abbia orari "centrati" rispetto al mezzogiorno (cioè dormire dalle 20 alle 4 anziché dalle 23 alle 7). Su questi argomenti si innescano però considerazioni psicologiche che non sono sotto il controllo dell'amministrazione. Nei giorni immediatamente successivi al "cambio dell'ora" (ossia al passaggio da ora solare a legale e viceversa), alcune persone lamentano disturbi dovuti all'alterazione del ciclo sonno-veglia. Si tratta dello stesso fenomeno che si riscontra nelle persone che viaggiano in aereo fra Paesi separati da diversi fusi orari (il cosiddetto ‘jet lag’); in questo caso però l'effetto è minore perché il cambiamento di orario è di una sola ora e molte persone non avvertono alcun disturbo.

Da un sondaggio condotto dal Codacons risulta che gli italiani sono per il 50 percento a favore e per il 50 percento contrari all'ora legale. La stessa inchiesta ha tuttavia rilevato che la maggior parte degli intervistati è a favore dell'abolizione dell'ora solare. Questa soluzione comporterebbe l'utilizzo dell'ora legale tutto l'anno, che non permetterebbe un risparmio energetico durante l'inverno ma eliminerebbe il cambio dell'ora.





 Redazione + Wikipedia

 

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