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25/10/2010

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“FESSO CHI SEGUE LE REGOLE”

Clicca per Ingrandire "Diritto all'ambiente", di Maurizio Santoloci, è un manuale pratico per la difesa degli ecosistemi e degli animali. Un volume consigliato per guardie ecologiche volontarie, attivisti di associazioni ambientaliste e animaliste, studenti, partecipanti a concorsi pubblici, giovani operatori di polizia e per tutti coloro che vogliono capire i principi basilari delle norme sostanziali e procedurali delle complesse leggi a tutela dell’ambiente e degli animali. Il volume propone una prima parte con principi di procedura essenziale decodificati in termini semplici e chiari per tutti, e una serie di casi pratici in materia di applicazione delle norme ambientali e a difesa degli animali che illustrano le regole giuridiche in modo diretto e concreto. Seguono schemi esemplificativi, un glossario dei termini giuridico-ambientali e quiz di autovalutazione.

In sintesi pertanto, "Diritto all'ambiente" diventa una pratica guida anche per i non addetti ai lavori, finalizzata a spiegare in modo semplice le leggi ambientali e a tutela degli animali, le procedure connesse e le relative competenze. Di seguito la presentazione dell’autore, Maurizio Santoloci

“Nel nostro Paese vigono strani principi di fatto che portano a singolari conseguenze. Uno dei principali vuole che se a delinquere siamo in tanti si perde progressivamente la percezione del fatto che stiamo violando la legge, e l'illegalità diventa ordinaria, quasi un diritto acquisito. Se poi il delinquere diventa di massa, allora l'illegalità si trasforma automaticamente in perfetta legalità. E chi va a contestare questo principio viene a sua volta contestato. Il campo degli illeciti in materia ambientale è la conferma da manuale di questo singolare "principio giuridico e sociale" oramai diffuso. Infatti, fin dagli anni '60 - epoca dei primi attacchi selvaggi al territorio in particolare per ciò che concerne l'edilizia ed il paesaggio - progressivamente nel nostro Paese l'illegalità nel campo ambientale è diventata un fenomeno diffuso e collettivo. Le leggi in materia ambientale sono cadute in desuetudine per disapplicazione, perché sostanzialmente nessuno le ha più osservate ed applicate, sia da parte di molti privati sia - in modo straordinario - anche da parte di moltissime pubbliche amministrazioni (la famosa "Legge-Galasso" sui vincoli paesaggistici ambientali del 1985, di fatto ignorata dai più e mai applicata o applicata in modo distorto, è la conferma oggettiva di quanto andiamo dicendo).

“Se dunque il delinquere diventa di massa, non solo si perde la percezione che stiamo portando avanti attività illegali, ma il tutto diventa quasi un vanto sociale. Ed è questo un altro dei "principi di fatto" singolari, che da anni ormai vanno ad imperare nel nostro Paese. Infatti mentre in altri Paesi esteri chi delinque - dalla violazione del fisco all'aggiramento di ogni tipo di normativa di carattere sociale - cerca di nascondersi perché la percezione sociale di tali violazioni comporta automaticamente un ostracismo ed una censura collettiva da parte degli altri connazionali, da noi accade esattamente il contrario. Partendo dalle violazioni fiscali e tributarie, dove coloro che riescono in modo furbesco ad evadere le tasse ostentano senza ritegno il frutto di tali furbizie (macchine, barche, ville ...), e diventano addirittura status symbol e modelli di riferimento per i giovani, poiché vengono identificati come persone di successo ed all'avanguardia nella considerazione sociale (anche da parte di coloro che - poi - pagano la tasse al posto loro…); mentre coloro che seguono le regole - sostanzialmente - sono persone poco abili o comunque non certamente all'apice della catena di considerazione sociale (i c.d. "fessi").

“Nel campo ambientale tale fenomeno ha raggiunto la sua massima estrinsecazione. Infatti il delinquere in questo settore non solo non viene nascosto, e comunque in qualche modo considerato come un fatto riprovevole e di vergogna sociale, che dovrebbe essere sottoposto automaticamente alla censura degli altri concittadini, ma addirittura viene evidenziato e proposto come fenomeno di intelligenza, di valore sociale e comportamentale. Di più, le violazioni di legge spudorate e palesi diventano addirittura spunti di marketing, di comunicazione sociale e perfino di business economico. Ancora oggi in modo incredibile su alcune riviste a larga diffusione si trovano tranquillamente intere pagine di pubblicità di vendita di lottizzazioni edilizie e di singole case non vicino al mare, ma - si specifica - "sulla riva del mare o addirittura sulla costa". Come dire: abbiamo violato in modo impunito e impunibile tutte le normative storiche sui vincoli paesaggistici-ambientali e sull'edilizia, abbiamo costruito in solare violazione di legge, siamo stati però talmente bravi ed astuti che quella tale violazione di legge ve la rivendiamo addirittura come valore economico perché la casa illegale ed abusiva ve la fotografiamo e la pubblichiamo a tutta pagina come pubblicità sui giornali e la facciamo pagare di più rispetto alla casa costruita in rispetto della fascia di vincolo sulla costa.

“Queste pagine di giornale che pubblicizzano e rendono come marketing strategico-aziendale una palese e vergognosa violazione di legge, vengono pubblicate dai maggiori rotocalchi editoriali italiani senza che nessuno si sogni di obiettare nulla, e vengono condivise anche da gran parte dell'opinione pubblica; alla fine c'è chi va a comprarsi tale casa proprio sul presupposto che è stata costruita sulla riva del mare o sulla costa. Un ottimo affare. Illegale? E perché mai?... Dunque, finisce pure sul giornale come pubblicità una grave forma di violazione di legge, perché ormai si è persa completamente la percezione della violazione alla legge medesima e l'illegalità è diventata un fatto di cui vantarsi anche a livello pubblicitario. Che determina peraltro un plusvalore economico. A questo punto i fenomeni strani continuano, perché avendo perso la percezione che stiamo agendo in modo collettivo secondo sistemi illegali, il paradosso è che mentre il delinquere è diventato una capacità furba e professionale del quale vantarsi, è anche importante ostentare il frutto ed il prodotto del proprio delinquere, in ordine a qualunque forma di devastazione territoriale ed ambientale.

“Nel contempo, chi dall'altra parte cerca ancora di sostenere che quelle leggi vanno rispettate e che si sta violando brutalmente l'ambiente, viene tacciato di essere esagerato, estremista, oltranzista. Il paradosso dei paradossi è che il richiamo alla cultura della legalità viene letto e percepito come un fastidio sociale, mentre chi delinque viene, in qualche modo, tollerato ed anzi condiviso socialmente. Per cui - ad esempio - chi ha costruito interi villaggi abusivi sulla costa e fronteggia con veemenza la polizia che, invece, vuole abbattere le case abusive per risanare il territorio danneggiato, è considerato una "vittima" e viene così rappresentato anche da alcuni giornali ed avvertito da parte della pubblica opinione. Il delinquere di massa diventa fatto sociale e politico, con esponenti della pubblica amministrazione che scendono in piazza a fianco degli abusivisti. Roba surreale, ma sono cronache documentate dai telegiornali recenti. A questo punto nasce la necessità assoluta ed inderogabile di una nuova cultura sociale della legalità in questo ed in altri settori. Perché, oltre a tali fenomeni, si aggiunge l'istinto predatorio collettivo al quale abbiamo assistito in questi ultimi decenni nel nostro Paese verso tutti i beni paesaggistici, ambientali, naturali ed animali.

“Una strana frenesia di massa ha portato alla predazione generale di ogni cosa naturale esistente nelle nostre zone, perché sostanzialmente tutti i principali habitat naturali, risorse e territori sono stati in qualche modo saccheggiati e danneggiati dall'edilizia con ruspa selvaggia, da inquinamenti, da sbancamenti e cave, da ogni altra forma di predazione ivi compresi tagli dei boschi e comunque anche da devastazioni come incendi boschivi ed altri atti di gratuito vandalismo ambientale. Sembra quasi che se da questo nostro martoriato territorio non riusciamo a portare via qualcosa, o comunque a lasciare una traccia indelebile negativa del nostro passaggio, siamo quasi fuori dal tempo. A questo punto nasce veramente la necessità assoluta di organizzare e rendere sistematica quella minima azione di richiamo alla legalità da parte dei cittadini onesti e delle associazioni ambientaliste ed animaliste; azione che si pone - ormai - come l'ultimo baluardo contro questa cultura diffusa della illegalità emergente elevata a stile ed a diritto di vita.

“Ecco, lo scopo di questo manuale è proprio questo. In altra opera editoriale, che pubblico da anni, ho proposto la ‘Tecnica di polizia giudiziaria ambientale’. È un volume che in tutti questi anni ha avuto molta fortuna e dove ho cercato di spiegare in modo semplice ma rigoroso a tutte le forze di polizia statali e locali le normative ambientali da applicare, impegnandomi a tradurre i complessi principi giuridici delle norme in pratici aspetti operativi quotidiani per ogni operatore di polizia ambientale che agisce sul territorio. Con "Diritto all'ambiente" vorrei perseguire l'ambiziosa ma sentita finalità di riuscire a tradurre in termini semplici e pratici alcune delle normative ambientali a difesa dell'ambiente e degli animali anche per i "non addetti ai lavori", cioè per i privati cittadini e per gli attivisti delle associazioni ambientaliste che si impegnano come ultimo baluardo per difendere la cultura della legalità. Chi contrasta la furbizia della illegalità imperante elevata a diritto acquisito, ogni giorno si trova a combattere per cercare di sottrarre ai predoni dell'ambiente gli ultimi scampoli di natura sopravvissuta allo scempio di questi ultimi decenni. Ma le leggi sono tante, complesse, soprattutto le procedure (penali ed amministrative) rendono ancora più difficile l'applicazione delle varie normative specifiche.

“La finalità di questo volume è proprio quella di cercare di tradurre sia le procedure in primo luogo, che sono essenziali, sia le normative sostanziali in termini pienamente operativi per chi non è particolarmente esperto nel campo ambientale. Anzi, per tutti coloro che non sono esperti affatto, che non hanno mai preso in mano un codice ed una legge e che - però - vogliono ricorrere ai codici ed alla legge per difendere ambiente ed animali. Non so se le prossime pagine riusciranno a questo scopo; spero di sì. Perché oggi ripristinare in modo corretto il meccanismo dell'applicazione della legge appare essenziale per difendere l'ambiente e gli animali dalle ulteriori forme di attacco quotidiano e sistematico. Anche per richiamare a maggiore impegno operativo tutti coloro che devono, per ruolo istituzionale, poi applicare queste normative. Infatti, personalmente da una vita sono sempre con le forze di polizia e dalla parte delle forze di polizia ambientale per cercare di offrire un minimo e modesto contributo alla loro preziosa operatività a difesa dell'ambiente attraverso i codici sostanziali e procedurali alla mano.

“Ma dobbiamo anche dire per dovere di onestà (e lo diciamo senza offesa per nessuno, ma dobbiamo dirlo) che purtroppo anche in questo settore a volte le cose non funzionano esattamente come dovrebbero funzionare. Evidentemente in questi ultimi decenni qualcosa non è andato per il verso giusto anche nel campo della vigilanza ambientale. L'abusivismo edilizio - ad esempio - prepotente, diffuso e dilagante, elevato a diritto acquisito, conferma un dato oggettivo: in tutti questi anni passati e presenti migliaia di casi di palese e spudorata violazione edilizia (anche in aree vincolate protette) sono stati portati avanti sotto gli occhi di tutti, e purtroppo anche sotto gli occhi di qualcuno che aveva il dovere istituzionale di impedire che questi reati venissero portati a ulteriori conseguenze fin dal momento del primo scavo abusivo. Evidentemente, se quest'abusivismo è dilagato e se oggi le case abusive sono soggette a condoni e sanatorie e non si riesce ad abbatterle, qualcosa non ha funzionato nel meccanismo della prevenzione e della repressione anche della polizia giudiziaria. Questo va detto per una finalità chiara ed onesta di riflessione e di crescita collettiva.

“E allora la seconda finalità di questo volume è anche quella di fornire al privato cittadino e all'attivista dell'associazione ambientalista ed animalista strumenti validi anche per sollecitare le forze di polizia e le autorità amministrative a fare quello che dovrebbero già fare di propria iniziativa, e per proprio dovere istituzionale, ma che molto spesso evidentemente non riescono o non possono fare fino in fondo. Non solo, dunque, uno strumento di lettura, di applicazione e di interpretazione della legge ma anche di pungolo verso le varie autorità pubbliche affinché contribuiscano alla corretta applicazione della legge e al ripristino di una cultura della legalità. Tutto per il nostro ‘diritto all'ambiente’ (Maurizio Santoloci).

 comunicato vigilanzambientale.it

 

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