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29/09/2010

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DONNE “STRANIERE” NEI CAMPI DI CONCENTRAMENTO

Clicca per Ingrandire L’internamento delle donne “straniere” nei campi di concentramento organizzati in Francia a partire dal 1939 ha “una sua specificità storica, perché è già solo l’essere femminile a rendere pericolose quante vi furono internate”. E’ quanto ha sostenuto Mechtild Gilzmer, storica dell’Università di Berlino, commentando la visione di “Indesiderabili” - documentario diretto da Chiara Cremaschi e prodotto da Lab80 per conto di Cgil, Regione Puglia, Comune di Cerignola e Associazione Casa Di Vittorio - proiettato domenica scorsa 26 settembre nell’Aula consiliare del Palazzo di Città cerignolano nell’ambito delle iniziative per l’inaugurazione della sede del sodalizio costituito nel nome del padre fondatore della Cgil (segui il link http://www.puntodistella.it/news.asp?id=4106).

Il film, che ha vinto il primo premio dell’Unesco attribuito dall’Atelier Varan, è incentrato sulle storie delle donne che a partire dal 1939 furono internate nel campo femminile di Rieucros (foto del titolo; ndr) perché ritenute “responsabili della crisi economica, sociale e politica attraversata dalla Francia”. Tra loro anche una giovanissima Baldina Di Vittorio, domenica seduta in prima fila ad assistere alla proiezione, che “fu tra le protagoniste dell’antifascismo europeo - ha affermato Vito Antonio Leuzzi, direttore dell’Istituto Pugliese di Storia dell’Antifascismo e dell’Italia Contemporanea - con ciò valorizzando ulteriormente il ruolo che ebbe Cerignola nella costruzione di una grande storia molto più che meridionale”.

A rendere ancora più interessante, storicamente e politicamente, il documentario è la peculiare connessione fra passato e presente rappresentata dalla indesiderabilità degli stranieri. A Rieucros, infatti, non vennero internate solo le donne sospettate di simpatia verso il nazifascismo, ma anche alcune tra le esponenti di spicco dei partiti antifascisti d’Europa, fra cui il Partito Comunista Italiano, rifugiatesi in Francia per sfuggire alle dittature. “Per il governo francese erano più semplicemente immigrate - ha commentato Giovanna Bertazzoli, tra le autrici del testo a corredo del documentario - dunque pericolose e indesiderabili”.

Pur private della libertà individuale e costrette a vivere in condizioni di estremo disagio, personale e comunitario, “queste donne seppero mettere a frutto la loro convivenza e diedero vita a una vera e propria rete europea dell’antifascismo - ha concluso Silvia Berti, docente di Storia moderna all’Università La Sapienza di Roma e vicepresidente dell’Associazione Casa Di Vittorio - che ebbe successivamente un ruolo determinante nella resistenza civica”.

Le proiezione di ‘Indesiderabili’ e, il giorno precedente, del documentario “Giuseppe Di Vittorio. Voci di ieri e di oggi” rientrano nel programma di iniziative dell’Associazione Casa Di Vittorio per quest’ultimo scorcio del 2010 che offrirà ampio spazio alla visione cinematografica del mondo-lavoro con una rassegna che toccherà tutte le province pugliesi a partire dalla seconda settimana di ottobre.

 Comunicato

 

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