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20/09/2010

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TRA UN PASTICCINO E UN LIQUORINO

Clicca per Ingrandire Nell’accogliente saletta del “Caffè-Pasticceria Rodi”, in Corso Madonna della Libera, luogo di ritrovo di operatori culturali e artisti, si è svolto l’evento “Caffè artistico-letterario”, con degustazione di deliziosi pasticcini e liquori, co-organizzato da tre associazioni “storiche” del Promontorio: il Centro Studi “Martella” , il Centro di cultura “Uriatinon” e "Il Gargano nuovo". Il 18 settembre, alle 18, a colloquiare col pubblico presente sono stati lo scrittore Sergio d'Amaro (foto 1 sotto, con Alfredo Ricucci a sx; ndr) e l’artista figurativa Lidia Croce (foto 2). Numerosi gli intervenuti: Teresa Maria Rauzino (foto 3, con l’autore), Rosanna Maria Santoro, Pietro Saggese, Carla D’Addetta, Michele Eugenio Di Carlo, Alfredo Ricucci e gli esponenti di varie associazioni del promontorio.

Sergio D’Amaro, studioso dell’emigrazione, ha presentato la sua ultima opera letteraria, intitolata "Romanzo meridionale" (foto del titolo), in cui racconta saga e speranze della marineria rodiana impegnata sulle rotte commerciali adriatiche tra la fine dell’Ottocento e il primo trentennio del Novecento, quando centinaia di barconi e trabaccoli trasportavano i “pomi citrini” e altri prodotti garganici nelle terre affacciate sulle sponde dell’Adriatico: Venezia, Trieste, Dalmazia. Una volta sbarcati, raggiungevano via terra le grandi capitali: Vienna, Budapest e Mosca.

I prodotti garganici commerciati erano in prevalenza arance e limoni, ma anche pece, manna, olio, frutta secca, tartaro di botte, bacche di lauro, in cambio di tessuti pregiati, legno, prodotti artigianali in ferro, vetro, cristallo, e tanto altro. L’epopea commerciale del Gargano, avviata dal rodiano-triestino Isidoro Tomas, si spinse verso gli Stati Uniti richiamando sulla sua scia, all’esplodere della crisi economica di fine Ottocento, frotte sterminate di emigranti. L’emigrazione verso le Americhe delle genti meridionali fu il tributo ingiusto che l’Italia del Sud versò per l’Unità d’Italia. A quell’epoca questa parte d’Italia non era ancora impoverita di risorse, quindi ci appare a tutt’oggi ingiustificata l’emigrazione di massa.

L’artista (pittrice e scultrice di vaglia) Lidia Croce, ha illustrato egregiamente la tela esposta nella saletta dove ha avuto luogo l’incontro (foto 4-5-6, il pubblico), un olio dal titolo "Agrumeto garganico" (foto 7 e 8, particolare), opera ispirata all'epopea agrumaria del Promontorio. Ha tracciato un parallelo fra i pomi “esperìdi” ingabbiati dal tracciato delle linee e i corpi delle giovani raccoglitrici costrette al duro lavoro in un giardino che ricorda quello della “Primavera” botticelliana, ma asservito a ritmi produttivistici da un caporalato dominante.

L’autrice vive a Siena, ma è molto presente nelle estati garganiche da vent’anni a questa parte. Dipinge olii su tela e sanguigne, scolpisce soggetti a carattere mistico e mitologico, servendosi di argilla per modellare e bronzo per le opere di maggiori dimensioni che vanno a inserirsi nei vari contesti urbani che le ospitano in esposizione permanente. E’ il caso di Peschici, dove gode di grande stima per un monumento bronzeo di notevole dimensione, il “Diomede”, realizzato nel 2003 per la Comunità del Gargano e oggi esposto su corso Garibaldi, la strada principale della visitatissima cittadina garganica.

Nel 2004 ha donato al Comune di Peschici il suggestivo e beneaugurante “Risveglio di Kalena”. L’opera è esposta nella Sala Giunta a ricordare agli amministratori che il loro impegno per il restauro dell'Abazia “in toto” non può più essere disatteso, in sintonia con l’impegno e il comune sentire di operatori culturali e popolazione garganica sensibile alla tutela dei beni monumentali. L’artista ha poi illustrato un suo progetto, la creazione di una bottega d’arte, sul modello dell’antica “Scuola Rodia”, una vera scuola per giovani talenti che potrebbero apprendere le tecniche di cui è maestra e rivivificare l’esportazione di manufatti artistici creati in loco e venduti in mostre-mercato in Europa, bassorilievi sbalzati in rame, o fontane per abbellire l’arredo urbano. Una location adeguata sarebbe nel nuovo porto di Rodi che, se si aprirà all’attracco di navi da crociera, potrebbe offrire souvenir caratterizzanti la produzione locale in senso artistico di grande valore e bellezza.

Maria Mattea Maggiano

 Redazione (foto Maggiano-Rauzino)

 

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