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07/07/2010

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UNIVERSITÀ DAUNA: RISCHIA IL DISSESTO

Clicca per Ingrandire Facendo seguito a quanto annunciato nell'Assemblea di Ateneo del 1° luglio, il Magnifico Rettore dell’Università degli Studi di Foggia, prof. Giuliano Volpe, ha convocato venerdì 9 luglio, ore 10, nell'Aula Magna di via Caggese - a conclusione della settimana di agitazione indetta a livello nazionale da numerose organizzazioni sindacali e associazioni universitarie - una seduta, congiunta e pubblica, del Senato Accademico e del Consiglio di Amministrazione di Ateneo, per discutere le conseguenze dei tagli al Fondo di finanziamento delle Università e della decurtazione degli scatti triennali ai docenti universitari prevista nella manovra finanziaria (D.L. 31 maggio 2010 n. 78 “misure urgenti di stabilizzazione finanziaria e competitività economica”), valutare l’impatto delle proteste in corso e assumere decisioni su ulteriori iniziative.

Alla riunione di venerdì sono stati invitati rappresentanti delle istituzioni, mezzi di informazione, parlamentari pugliesi e consiglieri regionali oltre, naturalmente, l’intera comunità accademica. Di seguito la lettera aperta all’intera cittadinanza di Capitanata del Rettore Giuliano Volpe.

“Carissimi cittadini, rappresentanti degli Enti locali e dell’associazionismo culturale, sociale, economico, carissime famiglie dei nostri Studenti, in questi giorni anche nella nostra Università, come in moltissime università italiane, è in atto uno stato di agitazione dei docenti e dei ricercatori, che sta comportando anche la sospensione degli esami e delle sedute di laurea. La protesta è partita dai ricercatori, che rappresentano la categoria più debole, oggi colpita nella sua stessa dignità. È bene che sappiate che i ricercatori, oltre alla loro specifica attività di studio e ricerca, da anni si fanno carico gratuitamente, senza che questo sia previsto dal loro stato giuridico, di una consistente attività didattica, che consente alla nostra Università di proporre un’offerta formativa ampia e articolata, impossibile senza il loro apporto.

“Ora, da un lato la proposta di legge di riforma dell’Università prevede di trasformare a esaurimento questa categoria, che conta circa 25mila lavoratori, introducendo al suo posto la figura del ricercatore a tempo determinato, dall’altro la manovra finanziaria in discussione al Parlamento introduce il taglio degli scatti stipendiali (senza possibilità di recupero dopo il triennio di blocco, come previsto per altre categorie), con punte del 30 percento per i ricercatori non confermati, il cui favoloso stipendio è di 1.100 euro, e una serie di altre gravi limitazioni e norme assurde.

“Ma non si tratta di difendere presunti ‘privilegi’ corporativi o di salvaguardare solo le retribuzioni. È in gioco il futuro stesso delle università statali, in particolare quelle più piccole e meridionali, mentre le Università settentrionali, sostenute da un solido sistema imprenditoriale e bancario, e da cospicue risorse degli Enti locali, avranno sorte diversa.

“La vera riforma dell’Università in atto non dipende tanto dal progetto di legge Gelmini, ma dalla politica dei tagli, che intende costringere al dissesto e alla chiusura molte Università. La legge finanziaria del 2008 ha comportato nel 2010 una riduzione generale del Fondo di Finanziamento Ordinario del 9 percento e prevede nel 2011 un ulteriore taglio del 18 peercento, per complessivi un miliardo e trecento milioni di euro. Quanto all’Università di Foggia, lo scorso anno siamo stati ingiustamente inclusi tra le università non virtuose e abbiamo subito un taglio del 3 percento (sulla base di parametri assai discutibili, come ad esempio la ricerca effettuata negli anni 2001-03, a pochi anni dalla nascita dell’Università, o il numero di laureati occupati a pochi mesi dal conseguimento del titolo, in un territorio con i tassi più alti di disoccupazione d’Italia).

“Abbiamo fatto fronte a quel taglio di circa 1 milione 200mila euro ma, nel 2010, abbiamo dovuto prevedere un altro taglio del 9 percento. Il nostro FFO (Fondo Finanziamento Ordinario; ndr) è passato da circa 39 milioni a circa 35, mentre il costo degli stipendi ammonta a circa 38 milioni. Nonostante questa difficile contingenza, il bilancio della nostra Università è ancora sano, non abbiamo un solo euro di debito, abbiamo registrato anche un avanzo libero del bilancio 2009 di circa 735mila euro, che abbiamo recentemente investito per la ricerca, le biblioteche, per migliorare le strutture, per contratti part-time degli studenti.

“Abbiamo fatto di tutto per razionalizzare, tagliare ogni minimo spreco, risparmiare a tutti i livelli, compreso il taglio delle indennità di carica del 30 percento, attuare scelte ispirate al rigore, al merito e alla qualità. Abbiamo disattivato le sedi decentrate, ci siamo dotati del Codice Etico, del Garante degli Studenti, della Commissione di Garanzia, stiamo realizzando una decisa politica di trasparenza. Ma nonostante queste scelte, spesso anche impopolari, se le cose non cambieranno, nel 2011 ci sarà il dissesto.

“In questo contesto vorrei ricordare che l’Università di Foggia svolge fin dalla sua nascita una funzione peculiare. La nostra Università è nata anche per interrompere la drammatica diaspora delle intelligenze locali costrette ad emigrare per poter studiare ed anche per consentire ai ragazzi appartenenti a famiglie disagiate di poter accedere a quegli studi universitari che altrimenti sarebbero stati loro preclusi. La provincia di Foggia resta il territorio italiano con una delle percentuali più basse di laureati in riferimento alla popolazione lavorativa.

“L’Università di Foggia in questo decennio ha determinato una crescita straordinaria, portando la percentuale dei laureati calcolata sulla popolazione di 19-30 anni dall’1,4 percento del 2000 al 3,63 del 2006, una percentuale superiore alla media italiana. Un vero miracolo. E che dire delle numerose attività culturali, della mobilità all’estero degli studenti, dei tanti progetti di ricerca, dei rapporti con le imprese, dell’apporto in campo sanitario, della nascita di società giovanili innovative e degli innumerevoli contributi alla crescita e al cambiamento in ogni campo. Non credo ci sia nessuno che osi negare il ruolo che l’Università ha svolto e potrebbe e dovrebbe ancora svolgere per un nuovo modello di sviluppo della Capitanata.

“Oggi è necessario che si esprima con ancora maggior forza quella stessa unità di intenti che portò dieci anni fa all’istituzione dell’Università a Foggia. Deve essere chiaro a tutti che la prospettiva non riguarda una sessione di esami ma la possibilità di avere corsi di studio, esami e lauree già a partire dal prossimo anno accademico. Il nostro Ateneo deve essere sentito come un patrimonio comune di questo territorio, una componente essenziale per la sua crescita culturale, sociale ed economica. Questa non è e non deve essere una battaglia di una parte, ma dell’intera società di Capitanata. Il vero rischio attuale è, infatti, la mancanza di solidarietà, oltre che la rottura del sistema universitario nazionale, elemento fondamentale anche per garantire l’unità del Paese.

“Chiudo questa lettera aperta, rassicurando tutti che sarà nostra cura garantire, con grande senso di responsabilità, ai nostri Studenti gli esami di profitto e di laurea nella sessione estiva, ma al tempo stesso chiedo a tutti voi di conoscere meglio e senza pregiudizi i problemi dell’Università, di manifestare in ogni modo possibile il vostro sostegno e di condividere questa battaglia di civiltà per il futuro del nostro territorio, del nostro Paese, dei nostri figli.”

Giuliano Volpe - Rettore Università degli Studi di Foggia


 unifg.it

 

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