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30/04/2010

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“FARE TURISMO”: MESTIERE DIFFICILE

Clicca per Ingrandire Avremmo voluto iniziare diversamente, in modo più preciso e forse più esauriente. Gli eventi di questi giorni ci hanno aiutato a riflettere, e con la riflessione abbiamo cambiato l’intera scaletta prefissata. Quindi, parleremo di ciò che sappiamo…

Vogliamo raccontare di un paese adagiato elegantemente su una rupe scoscesa sul mare, dove la brezza marina accarezza il volto di chi lo guarda. Un paese abitato da poche persone, persone che amavano il lavoro, la famiglia, l’unione, la cooperazione, e conoscevano i veri valori della vita. Pescatori e contadini dal volto orgoglioso e fiero, talvolta stanco, che lavoravano appassionatamente per una pagnotta “faticata” da portare alle famiglie. E intorno a loro gradevoli profumi che comunicavano l’arrivo di una nuova stagione, le attese feste dove ci si ritrovava con semplici e genuini piatti, riuniti in un semplice sorriso, quel sorriso che portava all’unione.

Ora tutto e cambiato. Con l’arrivo degli anni ’60, è cominciata la costruzione di un grande formicaio. Iniziò con l’arrivo dei primi turisti. Maggior tempo libero, disponibilità economiche e innovazioni sulle vie di comunicazione, predisposero alla prima trasformazione turistica… e il fenomeno d’elitè si trasformò ben presto in fenomeno di massa. La gente cominciava a viaggiare e presto raggiunse il Gargano. Il turismo avvolse il nostro piccolo paese fatto di cupole bianche, che ancora non sapeva cosa gli riservasse il futuro.

E’ passato quasi mezzo secolo, siamo nel 2010. Nuove scoperte, innovazioni tecnologiche, mezzi e vie di comunicazione migliorati, analisi e studi di discipline turistiche, crescita in campo culturale, economico, tecnico-finanziario, hanno fatto il resto, eppure… siamo sempre carenti in materia. La particolarità di Peschici (sì, è Peschici il nostro paese) risiede nel constatare che nel giro di appena due generazioni ha subìto un drastico cambio epocale, passando da una vita contadina, radicata in tradizioni centenarie, al progresso dell’era moderna, favorita dal fortissimo impatto del turismo balneare che l’ha investita.

In un primo momento si pensò che con l’arrivo del turismo si riuscisse a imparare a “fare turismo”. E invece non si è voluto assimilare un minimo di professionalità, talvolta ritrovandosi a perdere tutto quanto costruito, soprattutto negli ultimi anni, per propria incompetenza. Come si può permettere di vanificare in un secondo ciò che in decenni si è creato? Perché non vengono utilizzati e valorizzati come attrazione turistica tutti i nostri beni storico-artistico-culturali? Perché il nostro paese non deve godere di una autentica crescita a livello turistico? Siamo o non siamo la “perla del Gargano”?

Viviamo su una terra invidiata da tanti, una terra di tradizioni, bellezze naturalistiche, tesori, cultura e frutti ammirati e ricercati, e noi, cosa facciamo? Invece di perfezionarci e offrire nuovi e comodi servizi per il turista, dormiamo in un sereno letargo fino all’arrivo dell’estate, a maggio spolveriamo appartamenti, strutture recettive, bar e tutte le varie attività, a giugno apriamo le porte, a luglio-agosto “spenniamo” (è doloroso dirlo) gli ospiti, a settembre chiudiamo e torniamo in letargo, tranquilli che avendo succhiato l’anima da ogni visitatore (che probabilmente non tornerà) possiamo vivere da signori tutto l’inverno.

Che concezione di fare turismo è questa? Cosa ci ritroveremo in futuro? Noi abbiamo la risposta: ci ritroveremo stagione dopo stagione ad avere un calo di visite, fino ad arrivare allo stato fallimentare. Caso pratico: 2 persone in vacanza, 2ª settimana di luglio in monolocale: € 450. Calcolando spese per mangiare, parcheggi, ombrellone in spiaggia, una serata in discoteca, acquisto di souvenirs, prodotti tipici eccetera, arriviamo all’incirca a mille euro.

Con la stessa cifra, all’estero, ci offrono servizi, pensione completa in hotel a 4 stelle e in località turisticamente rilevanti (Grecia, Spagna…). In sintesi:servizi e offerte migliori = MERCATO.

Questo è SAPER FARE TURISMO.

Davis Maggiano


 Redazione

 

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