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01/04/2010

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RIFLESSIONI DI PRIMAVERA

Clicca per Ingrandire Abbiamo aperto da poco (il ristorante di famiglia, il trabucco di San Nicola a Peschici; ndr). Molto presto, come sempre del resto. Abbiamo pulito e ci siamo rimessi in moto. Per domenica 21 marzo era tutto pronto: la cucina rimessa a lucido, il pesce stipato nei frigoriferi, le casse di melanzane e peperoni di “Mattjuccë d’ l’ortë” nel magazzino.

I primi quattro ‘crucchi’ - termine simpaticamente ironico - si affacciano sul Promontorio e sceglieranno il Camping San Nicola, aperto… ma non aperto, perché sul sito internet c’è scritto “primo maggio”. Diciamo aperto solo per chi ci capita per sbaglio e per gli affezionati. Proprio molti di questi affezionati, diminuiti ahinoi negli anni, sono anche nostri clienti. Il punto della riflessione di primavera me lo ha dato - scusate la prima persona poco giornalistica - proprio uno di loro, in coppia, che si apprestava a ordinarmi cosa mangiare quella sera del 21, con l’intero ristorante a disposizione visto che erano gli unici.

Mi chiede (ripeto: erano in due a mangiare) una mezza porzione di cozze alla marinara e una mezza porzione di un contorno. Per queste due pietanze acconsento. Ma come accennano a una “mezza seppia” e a un “mezzo trancio di pesce” cambio visibilmente espressione per fargli capire che non è possibile vendere “mezzo pesce”. Anche loro rispondono con identica espressione di sfida, però poi cedono, optando per solo una delle due, intera.

La cosa “mi”, “ci” e “vi” dovrebbe far riflettere perché è il sintomo di questo turismo ormai vecchio di 50 anni, quando i crucchi col franco tedesco molto più forte della vecchia lira, facevano i “signori”. Oggi non è più così. Crisi finanziaria, aumento del prezzo della benzina, costo della vita e tasso di disoccupazione alle stelle, hanno messo in ginocchio anche il gigante germanico.

Non più di quindici anni fa, lo ricordo abbastanza bene, nel campeggio di San Nicola (di sicuro), insieme all’Holiday (il preferito dagli amici teutonici), primi ad aprire, si contavano centinaia di presenze. Oggi, a malapena una ventina. Il turismo in Gargano è finito? Il declino inesorabile dell’ultimo decennio vuol dire qualcosa? Certo i fattori: crisi, Pasqua molto in anticipo e incendio 2007, hanno reso più critica la situazione. Ma le colpe individuabili nelle strutture fatiscenti, in una assoluta mancanza di promozione e partecipazione alle fiere del settore, agli eventi nazionali e internazionali… forse un po’ c’entrano.

Pensate che per promuovere le nostre “strutture ricettive” - il virgolettato dovrebbe rendere la cosa più ironica - ci si affida a youtube. Buttateci un occhio cercando semplicemente la parola Peschici. Video da dilettanti, foto sgranate, musichette orrende, rendono l’idea di quanto sia ferma una buona parte della nostra “imprenditoria” - anche qui le virgolette per lo stesso motivo di cui sopra.

E’ impensabile proporre appartamenti e miniappartamenti (o “buchi”, come preferite) con porte e finestre in anticorodal, onduline sintomo di una frettolosa edificazione, letti a castello nelle cucine per aumentare i posti-letto, arredamento di fortuna: sedie di plastica e cucine riciclate, solo per dirne alcune. Tutta cubatura inutile, o forse utile quindici giorni all’anno.

Senza contare (e senza fare di tutta l’erba un fascio, comunque) l’aspetto esterno: fatiscenti agglomerati di casupole con il tanto di moda “precario e provvisorio”, tetti in legno “alta-Badia” al posto delle cupole bianche (simbolo e brand di una Peschici dimenticata), oppure mega strutture, grandi babilonie nel deserto, tranquillamente edificate in zona A, o paludosa, o dunosa, o… “inedificabile”, col benestare di tutti e di questa società omertosa e sempre più indifferente.

Cinquant’anni fa il Gargano era una bella torta, dolce e gustosa, di quelle che alla sola vista ti produceva acquolina in bocca in quantità industriale. Oggi, la stessa torta è divisa in mille fette, più o meno grandi a seconda dell’area usurpata al Comune in tutti questi anni. E i peschiciani, ma anche i viestani, se ne sono riempiti la pancia.

Buona vita a tutti!

Domenico Ottaviano

 Redazione

 

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  Commenti dei Lettori:

-- 01/04/2010 -- 20:47:00 -- Antonio

Caro Domenico! Vivo e Lavoro da 24 anni in Germania e precisamente in Baviera.Ho avuto quindi la fortuna di vivere le due esperienze bensi in periodi diversi.Se come dici tu il gigante germanico e' in ginocchio l'Italia dov'e'? I turisti tedeschi che sceglievano il Gargano erano bavaresi e del Baden-Würtenberg cioe' dui due Länder piu'ricchi e con una disoccupazione intorno al 4-5%.Il centro turistico S.Nicola era il portabandiera del Gargano e tutta Peschici ( Ristoranti,Pizzerie,Negozie....)senza fare pubblicita' ne ha goduto.

-- 03/04/2010 -- 17:33:10 -- Carlo

Domenico condivido in parte il tuo ragionamento adesso pero' non è piu tempo di recriminare, tu sei giovane e sei uno dei pochi ragazzi coraggiosi che ha senso critico, cerchiamo di sensibilizzare tutti gli attori del teatro turistico ad avere piu' cura del territorio e dei suoi scenari solo cosi' si potrà invertire la tendenza negativa ( che aime' confermo) citata nel tuo articolo.

 
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