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30/03/2010

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GIORNATA IN MEMORIA DI UN “GIUSTO”

Clicca per Ingrandire “Francesco Marcone è una figura emblematica della nostra comunità non solo per la sua cruenta fine, provocata da una ancora sconosciuta mano armata, ma ancor più per la silenziosa e quotidiana opera svolta a difesa della legalità e delle norme che garantiscono l’effettiva uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge e alla amministrazione della cosa pubblica”.

Lo afferma Valentina Lucianetti, responsabile del dipartimento provinciale Sicurezza e legalità del Partito Democratico di Capitanata, alla vigilia della 15ª Giornata della Legalità in memoria di Francesco Marcone e di tutte le vittime di Capitanata, istituita in coincidenza con l’anniversario dell’omicidio del direttore dell’Ufficio del Registro di Foggia.

“Il suo impegno rivive in quello, costante e infaticabile, della figlia Daniela, che abbraccio con affetto, divenuta un punto di riferimento per quanti abbiano voglia di attivarsi concretamente alla costruzione di un argine sociale contro la criminalità - continua Lucianetti. - Per parte nostra, avvertiamo il dovere civico di partecipare alla catena di solidarietà che comprende gli operatori di Libera come i ragazzi del No Faida Day di Monte Sant’Angelo, pronti a fornire ogni supporto, politico e istituzionale, utile al radicarsi e al diffondersi della cultura della legalità”.


LA SCHEDA – Da "La Gazzetta del Mezzogiorno" del 1° aprile 1995 (articolo a firma di Gianni Rinaldi)

Bang bang. Due timbri di morte per il direttore dell’ufficio del registro di Foggia. Assassinato nel portone di casa in un agguato stile-mala Francesco Marcone, foggiano, 57 anni, da 4 dirigente della sezione al secondo piano del Palazzo degli Uffici Statali.

Rincasa dal lavoro alle 19,15, stringendo fra le mani un paio di buste con decine e decine di pratiche. Parcheggia la “Panda”, due passi, il tempo di aprire il portone di via Figliolia 17 (una traversa del centrale corso Roma) e salire tre gradini. Il killer gli è dietro. Due revolverate alla nuca e via, inghiottito dall’ombra. Ucciso proprio come Maurizio Gucci, sei giorni fa a Milano. Ma questa volta la morte non ha testimoni.

C’è chi ha udito due colpi, nulla più. Come un commercialista con studio al piano rialzato del palazzo. “Ho sentito le pistolettate, mi sono affacciato e ho visto quel poveretto riverso” racconta a un agente delle “volanti”, mentre un collega tenta inutilmente di nascondere il cadavere alla figlia Daniela. “E’ mio padre, è mio padre” urla la ragazza riconoscendo il cappotto blu.
Dove cercare le causali di un’esecuzione in piena regola? Magari proprio nel lavoro del funzionario. Per ora è questa la pista battuta dal pm Antonio Buccaro, dagli agenti della squadra mobile, dai colleghi della Digos, dai carabinieri. Nell’androne, dove macchie di sangue colorano di rosso il lenzuolo steso sul corpo per sottrarlo alla curiosità di una folla dilagante, c’è il primo summit. Si sfogliano le pratiche che la vittima portava a casa. Dai familiari arriva una possibile traccia. “Papà aveva presentato un esposto, sì, proprio qualche giorno fa. L’hanno pubblicato sulla Gazzetta”.

Ed eccolo quell’esposto, o meglio quell’… invito ai naviganti a stare alla larga da falsi funzionari, stampato il 22 marzo. Marcone in un comunicato aveva avvertito commercialisti, notai e ragionieri di non dar retta a faccendieri pronti a spacciarsi come intermediari del Registro, promettendo loro favori per il disbrigo delle pratiche. Tutto falso. Semplici e magari redditizie truffe.

“L’ufficio non si avvale di figure intermediarie ma provvede alle comunicazioni e alle notifiche direttamente ai soggetti interessati” aveva denunciato Marcone, dopo aver ricevuto una segnalazione anonima su quelle strane visite.

Quanti interrogativi rimbalzano sul cadavere riverso sui gradini, illuminato dai flash della “scientifica”. Mentre un paio di agenti raggiungono la Procura alla ricerca di eventuali esposti firmati dalla vittima, altri colleghi si recano nel centrale palazzo degli uffici statali per una prima perquisizione. E’ forse in quelle stanze il segreto della morte del funzionario, descritto dai collaboratori come una persona tranquilla scrupolosa?

Dopo aver lavorato una quindicina d’anni a Cerignola, da quattro anni Marcone aveva assunto la direzione dell’ufficio dove si pagano le tasse di successione, dove ci si occupa dei contenziosi, della valutazione di fabbricati e terreni in occasione di compravendite, dove ci si mette in fila per i pagamenti Invim. Su quelle scrivanie transitano anche affari miliardari. “Cherchez l’argent…”

 Comunicato

 

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