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11/03/2010

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PESCHICI: LE BATTAGLIE CONTRO LA PIOGGIA (aggiornamento: LA RETTIFICA DEL GEOLOGO BISCOTTI)

Clicca per Ingrandire Dopo anni e anni di ritardi, sembra essere giunto a termine l’iter per la costruzione del canale di Santa Lucia, che oggi coincide con la strada asfaltata, e la prosecuzione del canale di Ulse (in località Manaccora, il primo, nella Piana di Peschici il secondo; ndr).

Non è un problema recente questo: già nel 1968, il 24 agosto, in piena stagione turistica una violenta e battente pioggia di tre giorni causò l’allagamento di tutta la Piana di Calena e la quasi distruzione del campeggio di San Nicola, che solo dopo quel tragico evento, in cui morì anche una bambina, si munì di canalizzazioni per far defluire le acque. Le acque delle turchesi baie divennero nere, colme di detriti, la furia dell’acqua portò con se camper e roulotte, tende e stabilimenti balneari, ulivi secolari e auto: la stagione di quell’anno finì quel giorno.

Anni dopo, nel 2007, come se l’incendio non fosse bastato, si abbatté a ottobre, il 23, ancora una volta una pioggia torrenziale che fece straripare il torrente di Santa Lucia e creò danni nella Baia di Manaccora (foto del titolo; ndr) ben peggiori di quelli del fuoco. La discesa a valle di fango e detriti provocò l’inagibilità dell’unica strada per raggiungere la località, con baratri e salti nell’asfalto di oltre due metri.

Otto persone e undici bambini vennero tratti in salvo per miracolo dal campeggio la Gemma. Nella Piana di Calena quattro famiglie furono costrette ad abbandonare la loro casa. I danni ammontarono a diversi milioni di euro, l’intero villaggio Julia venne sommerso, e anche il distrutto campeggio di San Nicola si vide distruggere parte delle canalizzazioni e l’inondazione dei campi da tennis e da calcetto.

Per fortuna (si fa per dire; ndr) avvenne in ottobre, coi campeggi vuoti, e si evitò un’ecatombe. Dopo il disastro rinfocolarono le polemiche: c’era e c’è un progetto, in parte finanziato, per il canale di Santa Lucia che avrebbe messo in sicurezza una delle Baie più ricche di strutture ricettive, da qualche migliaio di posti letto. L’incidente, figlio del dissesto idrogeologico, nel solo 2007 comportò una spesa al Comune di 280mila euro che solo in piccola parte (20mila euro) si accollò la Regione.

“Il progetto per Manaccora esiste da sette anni - dichiarava al giornale scolastico “Ottoetrenta” Franco Tavaglione, allora sindaco. - Ci sono i soldi, 1 milione e rotti di euro, e il progetto è stato persino appaltato”. Il progetto venne sì appaltato, ma mancavano alcune autorizzazioni importantissime: quelle dell’Autorità di Bacino e dell’Ato. “Speriamo - continuava - che i lavori vengano cominciati e conclusi prima della prossima stagione turistica (quella del 2008; nda), e ci concedano lo stato di calamità per richiedere il risarcimento dei danni”.

Entrambe le speranze non si avverarono. La nuova giunta, di Domenico Vecera, rimise in sesto la strada, i privati dovettero tirarsi su le maniche e del canale nemmeno l’ombra. Sono passati tre anni e il canale resta solo una vaga idea. Il problema? Il progetto. L’Autorità di Bacino non diede mai il parere favorevole perché il progetto prevedeva che il canale venisse sotterrato sotto il manto stradale, e le leggi vigenti non lo prevedevano, così come la valutazione d’impatto ambientale.

“L’attuale progetto - è il geologo Stefano Biscotti a parlare - richiede una spesa di 6 milioni di euro; ne sono disponibili solo 1,5. E prevede che il canale segua il suo naturale corso, in linea retta verso la foce. Non verrà nell’attuale strada, ma si sposterà da una parte all’altra di questa. Mancano i pareri di Parco, Provincia e del Genio Civile - aggiunge, - ma siamo riusciti a ottenere quello più difficile che la giunta precedente non riuscì ad avere: il parere di conformità dell’Autorità di Bacino”.

Anche per Ulse e Calena sono previsti finanziamenti: 240mila euro per la mitigazione del rischio idraulico e 500mila per la prosecuzione a monte del canale Ulse, con briglie e controbriglie in pietra per rallentare le piene, e l’allargamento dell’alveo in alcuni punti critici, dove nel 2007 il torrente tracimò.”Stiamo concludendo la progettazione - conclude il tecnico, - ma dobbiamo risolvere il problema dello smaltimento dei detriti. Ci siamo accorti che il trasporto in siti specializzati comporta la maggior parte del costo. Stiamo cercando un sito di smaltimento temporaneo, per poter intervenire con tutti i fondi sul letto dei canali”.

“Dal 2000 - spiega l’assessore Luigi D’Arenzo - il Consorzio di Bonifica spende più di un milione di euro l’anno per la pulizia dei canali. Quei soldi potrebbero essere spesi per costruire decenti canali di mitigazione delle acque!” E come se non bastasse, in questi dieci anni, la quantità del trasporto solido dei canali della piana, quindi Ulse e Calena, è aumentato esponenzialmente. Anche per questo si è cercata la causa.

Ed è stata trovata: pare che le ditte autorizzate al taglio degli alberi nella parte alta dei boschi di Vico del Gargano e Peschici abbiano destabilizzato in modo quasi irreparabile il delicato sistema idrogeologico. A questo punto, l’unica soluzione sarebbe fermare il taglio, non concedendo più autorizzazioni. Il tutto senza contare la poca educazione ambientale dei taglialegna che lasciano accanto a lecci e castagni rifiuti di ogni genere.

Domenico Ottaviano jr. (dal quotidiano "l'Attacco")


LA RETTIFICA = Dal geologo Stefano Biscotti - citato nel pezzo - riceviamo la seguente rettifica che va a sostituire e completare le sue dichiarazioni riportate dall’articolista.

“Il nuovo progetto è stato concertato “a cielo aperto”, soddisfa le condizioni della portata bicentenaria (massimi eventi di piena che si verificano statisticamente ogni 200 anni circa) e richiede una spesa complessiva di 6 milioni di euro; ne sono subito disponibili solo 1,5 per il primo stralcio. La canalizzazione non prevede lo smantellamento dell’attuale strada, ma si sposterà da un lato all’altro di questa ove occorra, in funzione dell’orografia dei luoghi, della vegetazione di pregio presente e naturalmente della funzionalità idraulica. E’ stato acquisito il parere di conformità dell’Autorità di Bacino della Puglia; gli ultimi passi consistono nell’acquisire il giudizio di compatibilità ambientale della Provincia di Foggia (valutazione d’impatto ambientale) e il parere idraulico della Struttura tecnica provinciale del Genio Civile.

“Anche per Ulse e Calena è stato assegnato un finanziamento di 240.000 euro per interventi urgenti di mitigazione del rischio idraulico a seguito dell’alluvione dell’ottobre 2007, in fase di progettazione, che consisteranno probabilmente nella rimozione di tutto il detrito accumulatosi nelle due canalizzazioni.

“Il trasporto e conferimento in discarica autorizzata degli inerti comporta la maggior parte del costo (circa 100.000 euro); stiamo individuando un sito alternativo idoneo per lo smaltimento, che comporterebbe un risparmio notevolissimo, in modo da potere destinare così un’aliquota nettamente superiore delle risorse economiche alla rimozione dei detriti .

“Infine è stato assegnato con Area Vasta Capitanata2020 un finanziamento di 500.000 euro per opere di mitigazione del rischio del Canale Ulse, consistenti: nella prosecuzione per circa 500 metri del canale artificiale; nell’allargamento della sponda in sinistra idrografica dell’alveo naturale al lato del Villaggio Moresco; in un sistema di briglie e controbriglie in gabbioni di pietra più a monte.”

 l’Attacco + redazione

 

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