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28/02/2010

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DUE PESI… DUE MISURE?

Clicca per Ingrandire Si sono concluse da pochi giorni l’ostensione e la traslazione dei resti di Sant’Antonio da Padova. Da lunedì 15 a sabato 20 febbraio, i fedeli hanno potuto vedere e venerare le spoglie mortali del Santo prima di essere tumulate nella cappella cinquecentesca della basilica veneta recentemente restaurata. Senza dubbio, un importante momento di preghiera e di grazia.

Il tutto si è svolto sotto i riflettori di tv e stampa, e - cosa strana - nessuno ha fatto minimamente sentire il proprio “dissenso”, nessuno dei numerosi “appartenenti al popolo di Dio” che in occasione della riesumazione e della pubblica esposizione delle spoglie di San Pio da Pietrelcina avevano gridato al sacrilegio anche a colpi di carta bollata fino a trascinare in tribunale l’allora arcivescovo di Manfredonia-San Giovanni-Vieste, mons. Domenico D’Ambrosio.

Eppure Sant’Antonio, al pari di San Pio, gode di altrettanta fama. Santo uno santo l’altro. E’ conosciuto in tutto il mondo. E’ invocato per molteplici cause. In poche parole, non è certo un santo “poco famoso”, a dirla con estrema genuinità e senza voler sminuire nessuno degli innumerevoli santi. Quindi, se è sacrilegio riesumare San Pio, dovrebbe esserlo per logica anche per Sant’Antonio, a prescindere dal luogo dove riposano le loro spoglie mortali.

Ci spieghino come mai i signori - che in occasione della pubblica esposizione dei resti mortali di San Pio intrapresero una “crociata” di disapprovazione nei confronti di chi giustamente e nel pieno rispetto del diritto canonico aveva deciso di procedere con la ricognizione e l’esposizione del corpo del Santo (prassi tra l’altro consolidata e conosciuta) - si siano chiusi in un mutismo “assordante” e in pieno contrasto col precedente atteggiamento! Due pesi e due misure, o dopo la ingiustificata e ingiustificabile sfuriata hanno compreso che questi sono anzitutto atti dovuti, che segnano momenti di rinsaldamento, per certi versi, della fede?

Insistiamo, e ci ripetiamo volutamente: come mai questa disparità di “trattamento”? Considerato che si tratta della stessa situazione, quanto non si è reputato giusto ieri dovrebbe esserlo anche oggi! Quale il metro usato? Illuminino noi comunissimi mortali che, miopi, non riusciamo a percepire le differenze. Ma soprattutto vorremmo che ci siano spiegate le motivazioni che spingono questi nostri fratelli nella fede a stracciarsi le vesti e gridare allo scandalo per la traslazione di san Pio da Pietrelcina, e rimanere invece in perfetto silenzio per quella di Sant’Antonio.

Che in questa occasione non sia arrivato, come nella precedente, alcun “mandato divino”?

Gabriele Draicchio

 Redazione

 

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