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12/02/2010

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RANDAGISMO, FENOMENO NAZIONALE

Clicca per Ingrandire Da almeno otto mesi l’ambulatorio veterinario comunale nisseno per le sterilizzazioni di contrada Bucceri, inaugurato nel 2008, è desolatamente vuoto. Infatti, dopo un buon avvio con circa 30 cani sterilizzati a cura del servizio veterinario dell’Asp (Azienda sanitaria provinciale), dal maggio dello scorso anno la sala operatoria e le sue nuovissime attrezzature non sono più in funzione. Il motivo? I volontari delle Associazioni animaliste - che a titolo totalmente gratuito assicuravano pulizia della struttura e assistenza pre e post-operatoria - se lo chiedono ormai da tempo senza trovare una risposta. Dopo la “pausa” dovuta alle scorse elezioni amministrative e il successivo periodo estivo, sembra che nessuno abbia voglia di riprendere il programma già ampiamente collaudato fra Comune, Asp e Associazioni LIDA (Lega Italiana dei Diritti dell'Animale) e LAV (Lega AntiVivisezione), che prevedeva una forte azione di contrasto al randagismo attraverso una massiccia campagna di sterilizzazione.

Le conseguenze di questo inspiegabile stop sono sotto gli occhi di tutti: il centralino della Polizia Municipale preso d’assalto dai cittadini che segnalano cani randagi e cucciolate per strada (foto del titolo; ndr); le stesse telefonate dirottate ai cellulari delle Associazioni animaliste che, con propri mezzi, fondi e buona volontà, cercano di arginare questo fenomeno dalle proporzioni ormai quasi incontenibili… Così, di fronte al mancato controllo demografico delle popolazioni randage attraverso le sterilizzazioni, spunta come “soluzione fai da te” la polpetta avvelenata (foto 1 sotto): qualche criminale infatti ha ripreso a disseminare città e campagne circostanti (anche in luoghi frequentati da bambini) con bocconi avvelenati usando lumachicidi, pesticidi e topicidi.

Quando l’esasperazione dei cittadini è al massimo, allora dal Comune parte l’ordine alla ditta privata che ha in appalto questo servizio di catture e accalappiamenti non pianificati. Le conseguenze di queste “retate” sono la cattura di cani molto spesso ben integrati nel quartiere e non problematici e, in ogni caso, la ormai cronica saturazione dei posti disponibili del canile e l’impennata della spesa pubblica. Secondo le Associazioni, la sterilizzazione si configura l`unica soluzione possibile per debellare la piaga del randagismo. Qualcuno sostiene sia un intervento "contro natura", ma anche allontanare i piccoli dalla madre, sopprimerli o destinarli a una vita di sofferenze e stenti lo è. In realtà, sterilizzare gli animali è una scelta consapevole e civile, e non arreca loro nessun danno né sotto il profilo psicologico-caratteriale né fisico. I benefici della sterilizzazione sono molteplici: anzitutto un risparmio di migliaia di euro perché i cani rimarrebbero in canile solo per i pochi giorni prima e dopo l’operazione; zero cucciolate che alimentano sempre di più le fila degli animali vaganti; i cani sterilizzati non si riuniscono in grossi gruppi che possono allarmare alcuni cittadini; venendo a mancare la fase di estro delle femmine, cala la competizione dei maschi, le zuffe e l’aggressività.

“A Caltanissetta la situazione è ormai grave - dichiarano Salvatore Colonna, presidente dell’Associazione LIDA e Jessica Natale, responsabile LAV: - aumento esponenziale delle spese annualmente sostenute dal Comune per una convenzione con un canile privato (che assicura lauti guadagni all’imprenditore interessato ma ha effetti nulli sulla presenza di randagi sul territorio); nessun intervento di controllo demografico delle popolazioni vaganti; crescente zoofobia in alcune fasce della cittadinanza; totale abbandono del volontariato animalista organizzato (volontari delle due Associazioni in tutti questi anni si sono prodigati a loro spese per curare gli animali trovati in difficoltà, abbandonati, feriti, ecc.); palese inadempimento dei compiti spettanti alla Giunta fra i quali il servizio di controllo dell’obbligatorio microchip identificativo e dell’iscrizione dei cani padronali all’anagrafe canina nazionale”.

Adesso però gli animalisti si attendono una totale e rapida inversione di rotta: “Auspichiamo che la nuova Giunta voglia e sappia condividere politiche e programmi di ampio respiro, così come aveva promesso lo stesso Sindaco Campisi che in campagna elettorale aveva indicato il randagismo come uno dei primi impegni personali fra le priorità della nuova Amministrazione. L’interesse della P.A. all’efficienza e all’economicità è perfettamente conciliabile con la tutela e il benessere degli animali. L’accostamento di questi interessi, però, può avvenire solo mediante processi partecipativi e inclusivi fra l’Ente pubblico e l’Associazionismo animalista.

Dal decreto di nomina del nuovo assessore comunale Giuseppe D’Anna, con delega al fenomeno randagismo, si registra invece un’unica riunione fra Comune, ASP, Polizia Municipale e Associazioni animaliste, che ha prodotto scarsi risultati su ripresa del programma di sterilizzazione, avvio dei controlli da parte della Polizia Municipale sull’anagrafe canina, possibilità di microchippare le numerose cucciolate abbandonate e possibilità di redigere un serio programma d’adozione per i cuccioli e i 500 cani ricoverati al canile convenzionato. Ricoveri che comportano una spesa pubblica annuale di QUASI 400mila euro”. A ottobre dello scorso anno, il sindaco di Palazzo del Carmine aveva incontrato il nuovo manager dell’Asp, Paolo Cantaro, per affrontare il problema del randagismo, convenendo sulla necessità delle sterilizzazioni. Il successivo 11 novembre, inoltre, l’assessore D’Anna aveva indetto una riunione con veterinari Asp, Polizia Municipale e Associazioni animaliste. Da allora, però, tutto tace...

Non c’è dubbio che fra le cause del randagismo vi è anche l’arretratezza culturale ancora presente nella nostra società, che considera gli animali come oggetti. Ne sono la dimostrazione le decine di casi di maltrattamento che, in poche settimane di attività, sono state scoperte solo a Caltanissetta dalle Guardie eco-zoofile appartenenti ai nuclei provinciali di LIDA e WWF. Durante appositi servizi di controllo presso garage, villette, fondi privati della periferia urbana, infatti, gli agenti hanno documentato le arcaiche e inaccettabili condizioni di detenzione dei cani padronali: animali tenuti perennemente a catena; cani lasciati senza acqua, cibo e in condizioni igieniche pessime (foto 2); ripari di fortuna come fusti di metallo ossidato o baracche fatiscenti; totale assenza di cure e assistenza anche minima; tutti i parametri minimi di benessere palesemente violati…

Quest’attività di vigilanza ha permesso di stilare varie comunicazioni di reato che le guardie hanno già trasmesso alla competente Procura per i reati di maltrattamento, abbandono, detenzione incompatibile e uccisione di animali o animalicidio. Quest’insensibilità purtroppo non è solo riscontrabile in gran parte della cittadinanza ma anche a livello istituzionale. Il caso di Joy, il pastore tedesco barbaramente fucilato al muso (foto 3) da un ignoto cacciatore nella zona di Niscima, ne è l’esempio più eclatante. La sua storia ha fatto il giro del paese, arrivando a commuovere migliaia di persone su You Tube, Facebook, i portali internet dei maggiori quotidiani e settimanali nazionali, persino il Tg5.

Solidarietà, donazioni per le cospicue spese veterinarie sostenute dalla LIDA che lo ha salvato e offerte di adozione per il povero cane provenienti da tutta Italia, ma da Caltanissetta nessun interessamento o una semplice dichiarazione di condanna da parte delle Autorità locali e della società civile. Soltanto dall’Arma dei Carabinieri, come avvenuto per le indagini sui maltrattamenti delle Guardie eco-zoofile, c’è stata da subito la totale disponibilità e collaborazione ad avviare gli accertamenti per risalire all’autore dell’efferato gesto.

Un fenomeno divenuto di allarmante attualità a Caltanissetta, legato ai maltrattamenti degli animali, è quello dei combattimenti clandestini fra cani (foto 4, repertorio). Grazie a una brillantissima operazione della Polizia di Stato - per la quale le Associazioni esprimono vivo apprezzamento al questore Marino - è stato scoperto e bloccato un gravissimo giro di lotte fra cani organizzato e gestito da un gruppo di giovani nisseni dediti a queste lucrose attività illecite. A giudizio delle Guardie eco-zoofile però, questa è solo la punta di un iceberg: in certi quartieri della città infatti, sono decine i cani appartenenti a razze tradizionalmente usate per i combattimenti (pitbull, dogo ecc.) allevati spesso in garage o case diroccate da giovani e giovanissimi “appassionati” che enfatizzano e stimolano l’aggressività di questi animali, gravitando in questo circuito criminale.

Non è raro la sera o il pomeriggio, in centro storico, imbattersi in tanti di questi giovani che esibiscono con spavalderia il proprio cane, spesso con orecchie e code mozze (assolutamente vietate dalle normative nazionali). Secondo le valutazioni dei servizi di vigilanza delle Associazioni, questo rappresenta un evidente segnale che a Caltanissetta la rete di individui coinvolti anche solo per le attività “marginali” di allevamento o custodia occasionale di cani da combattimento, nonché di scommettitori e assidui frequentatori degli incontri di lotta, è una realtà criminale estremamente diffusa e in preoccupante crescita nella città. Per questo, così come per gli altri illeciti a danno degli animali, si auspica che tutte le Forze di Polizia e la Magistratura, si attivino per contrastarli adeguatamente, senza cadere nell’errore di considerarli reati minori.

 Uff. Stampa LIDA

 

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