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01/02/2010

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TRAMONTA L”EOLICO A FOCE VARANO?

Clicca per Ingrandire L’amministratore delegato della società Seva srl, interessata a installare impianti eolici industriali al largo di Foce Varano, in una recente intervista ha dichiarato che l’obiettivo della sua azienda è “produrre, entro 5 anni, circa 700 Mw elettrici da impianti eolici offshore lungo le coste dell' Adriatico”. La società in questione è costituita con una capitale sociale di 110mila euro, le quote sono divise fra tre soci e una delle quote più consistenti è di proprietà della Società Anonima Finrex, domiciliata a Lugano, Svizzera.

APERTA PARENTESI = Le società anonime rappresentano il 90 percento delle società svizzere, non sono permesse in Italia e hanno la caratteristica di garantire l'anonimato assoluto del cliente-azionista. Rappresentano la forma societaria perfetta per realizzare opere che richiedono investimenti imponenti e rischiosi: in caso di problemi, la proprietà è talmente frazionata che venirne a capo è praticamente impossibile. = CHIUSA PARENTESI

E’ probabile che la Seva e la società anonima di Lugano debbano rivedere il loro business plan, perché il “vento” che tira nei paesi garganici non è dei migliori e non sarà facile trovare altre Amministrazioni, come quella del Comune di Ischitella, disponibili a svendere il proprio tramonto per 300mila euro l’anno. Infatti, numerose associazioni garganiche e tanti cittadini, oltre che considerare questa proposta offensiva, temono anche che possa essere emulata da altre Amministrazioni che potrebbero autorizzare altri impianti eolici industriali e quindi dare un colpo mortale alla costa Garganica e a tutte le attività a essa connesse.

Sembrerebbe che questi dubbi abbiano prodotto qualche ripensamento nell’Amministrazione di Ischitella, che ha chiesto di ridurre il numero di pale previste dal progetto da 80 a 35. La richiesta è stata comunicata dall’ing. Corona, rappresentante della società Seva, nei locali della Capitaneria di Porto di Manfredonia dove, il 21 gennaio scorso, si è tenuta la prima conferenza dei servizi prevista per questo tema. All’incontro era stranamente assente il Comune di Ischitella che in tal modo ha confermato le critiche di chi accusa l’Amministrazione di evitare qualsiasi confronto pubblico sull’argomento.

Sempre in questo incontro, dopo la ferma opposizione del Comune di Rodi Garganico, è stato reso noto che è stata richiesta una partnership al Comune di Cagnano Varano. Il sindaco di questo paese ha ribadito che la sua Amministrazione è in scadenza e sarà la prossima a occuparsi della vicenda. Nell’incontro è stato inoltre confermato quello che in molti temevano: tutta l'area in mare compromessa dalle pale non potrà essere navigabile e sarà chiusa completamente alla pesca.

La riunione è stata rinviata al prossimo 15 aprile per la necessità di acquisire una nuova documentazione sul progetto che il Comune di Ischitella ha chiesto di ridimensionare. Sarebbe interessante capire se la decisone presa dall’Amministrazione guidata dal dott. Colecchia sia il frutto delle critiche che rischiano di isolare l’Amministrazione di Ischitella dagli altri paesi garganici, oppure una maniera elegante per cominciare a uscire fuori da una scelta che diventa ogni giorno sempre più impopolare.

C’è inoltre chi ipotizza che l’assenza all’incontro sia stata un strategia messa in atto per evitare di rispondere alle domande scomode che inevitabilmente sarebbero state poste dai rappresentanti dell’Associazione “Io sono garganico” e dal “Comitato per la tutela del mare garganico”. Oppure che la riduzione del numero di pale potrebbe essere una mossa studiata ad arte per dimostrare una disponibilità a trattare e accogliere le critiche che sicuramente erano state ampiamente previste da parte della società privata.

Fra l’altro, in molti ipotizzano che se la contrattazione tra la società valdostana e il Comune di Ischitella fosse stata effettuata in una logica di mercato (e non c’è motivo di dubitarne, altrimenti non si capirebbe con quali criteri sia stata condotta la trattativa), la riduzione delle pale dovrebbe provocare anche una riduzione degli introiti previsti per l’Ente Comunale nelle cui casse, col numero di pale ridotto, dovrebbero finire poco meno di 150mila euro l’anno.

La cifra offerta dalla società valdostana passa dallo “zero virgola qualcosa” del primo progetto allo “zero virgola quasi niente” del nuovo progetto. I circa 5mila cittadini di Ischitella che forniscono la materia prima, vento e mare, senza dei quali non sarebbe possibile il progetto e finanziano con la bolletta elettrica gli impianti eolici, da questo progetto guadagnerebbero circa 3 euro al mese pro capite. Un gran bell’affare quello dell’Amministrazione di Ischitella: dalla camera e cucina di Gressoney, che si poteva acquistare con 300mila euro, siamo passati a un posto macchina in un condominio popolare di Lugano!

Pasquale Trivisonne


Intanto, il Comitato per la Tutela del Mare del Gargano ha reso noto il seguente comunicato.

“A seguito delle inquietanti vicende emerse a proposito di navi e containers affondati al largo del Gargano e con l’impegno di mettere in campo strumenti di cittadinanza attiva per preservare l’ambiente marino e costiero garganico, il Comitato per la Tutela del Mare del Gargano (costituitosi legalmente il 10 dicembre 2009), pur essendo fautore e sensibile a ogni iniziativa che preveda la realizzazione e produzione di energia elettrica basata su fonti rinnovabili e non inquinanti, esprime la sua netta contrarietà alla realizzazione del parco eolico off-shore autorizzato dal Comune di Ischitella al largo di Foce Varano a una distanza compresa tra 6 e 12 km dalla costa.

“Dopo un’attenta valutazione della documentazione relativa al progetto presentato dalla Seva srl, si ritiene incompatibile la realizzazione di parchi eolici off-shore con l’attività turistica, principale fonte economica per molti paesi del Gargano, per l’attività di pesca e per l’ambiente naturale, rimarcando la necessità di un coinvolgimento più ampio degli enti e delle comunità garganiche in scelte che non possono rimanere circoscritte a un solo Comune.

“Ogni questione relativa alla modifica del paesaggio e dell’ambiente di un territorio, infatti, soprattutto se ha rilevanza turistica, diventa automaticamente una questione che non può più solo riguardare un dato Comune o i suoi abitanti, ma acquista una rilevanza popolare se si pensa alla fruibilità che deve essere garantita ai turisti provenienti da ogni angolo del mondo. La realizzazione del parco eolico avrebbe un notevole impatto negativo non solo visivo e paesaggistico, ma anche più prettamente ambientale e di disturbo rispetto ai fenomeni migratori dell’avifauna.

“Innegabilmente compromessa, inoltre, ne risulterebbe la navigazione sia di pesca che da diporto (soprattutto crocieristica), per l’interdizione, non solo dello specchio d’acqua direttamente interessato, ma anche delle rotte navali che lo incrocerebbero. Dannoso per l’ambiente, il paesaggio e l’economia turistica, il progetto inoltre assicura un esiguo ritorno economico, con un impatto sulla forza lavoro limitata alla realizzazione del progetto, ma non alla sua gestione (riservata alla Seva) che nella bozza della convenzione, anche per gli impegni assunti, è sbilanciata a suo favore e a scapito dell’ente locale.

“Ribadendo la contrarietà al progetto in questione, i cui costi si dimostrano maggiori dei benefici prospettati, sul piano ambientale, paesaggistico, economico e sociale, il Comitato suggerisce l’individuazione di alternative a tali fonti rinnovabili sul nostro territorio. No all’eolico off-shore lungo la costa del Gargano, per scongiurare l’eventualità che questo possa rappresentare l’apripista e l’esempio da seguire per altri sindaci garganici, trasformando la nostra costa in una centrale elettrica.

“Nel ricordare come spesso dietro a tali progetti si celino interessi eco-mafiosi, si considera preferibile e anche economicamente più vantaggioso favorire soluzioni che garantiscano una gestione e realizzazione pubblica, auspicando inoltre che una qualsiasi politica energetica sul territorio, vada vista nella totalità del territorio garganico, coinvolgendo tutti gli enti preposti e abbandonando la politica di coltivare il proprio orticello a scapito o disinteressando dell’altro.



 adessoilsud.it + comunicato

 

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