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31/01/2010

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IL PREMIO "LIVATINO" A UN PM BARESE

Clicca per Ingrandire Il pubblico ministero antimafia di Bari, Desirèe Digeronimo, sabato 13 marzo alle 9.30, ritirerà il premio intitolato al giudice Rosario Livatino voluto dai genitori del magistrato dopo il suo assassinio ad opera della mafia avvenuto ad Agrigento il 21 settembre 1990. La premiazione, curata dal Comitato "Rosario Angelo Livatino" presieduto da Attilio Cavallaro, avverrà nel Centro sociale "Karol Wojtyla" (via Rosario Livatino, Mascali-Ct) e sarà preceduta da una cerimonia religiosa.


BIOGRAFIA DI ROSARIO LIVATINO = Figlio dell'avvocato Vincenzo e di Rosalia Corbo, conseguita la maturità al liceo classico Ugo Foscolo, si iscrisse il 1971 alla facoltà di giurisprudenza di Palermo nella quale si laureò il 1975 “cum laude”. Tra il ’77 e il ’78 prestò servizio come vicedirettore in prova all'Ufficio del Registro di Agrigento. Sempre nel ’78, dopo essersi classificato tra i primi in graduatoria nel concorso per uditore giudiziario, entrò in magistratura al Tribunale di Caltanissetta. Nel 1979 diventò sostituto procuratore al tribunale di Agrigento e ricoprì la carica fino al 1989, quando assunse il ruolo di giudice a latere.

Venne ucciso il 21 settembre 1990 sulla Ss. 640, mentre si recava senza scorta in tribunale, per mano di quattro sicari assoldati dalla “stidda” agrigentina, organizzazione mafiosa in contrasto con Cosa Nostra. Del delitto fu testimone oculare Pietro Nava, sulla base delle cui dichiarazioni furono individuati gli esecutori dell'omicidio. Nella sua attività si era occupato di quella che sarebbe esplosa come la Tangentopoli Siciliana e aveva messo a segno numerosi colpi nei confronti della mafia, attraverso lo strumento della confisca dei beni. Non molti giorni dopo la scoperta di legami mafia-massoneria, l'allora Presidente della Repubblica Francesco Cossiga lo definì “il giudice ragazzino”, e dopo la morte del magistrato l'Espresso ne sviscerò molti retroscena.

Dal 1993 il vescovo di Agrigento ha incaricato Ida Abate, che del giudice fu insegnante, di raccogliere testimonianze per la causa di beatificazione. La signora Elena Valdetara afferma di essere stata guarita da una grave forma di leucemia grazie all'intervento del giudice che le sarebbe apparso in sogno in abiti sacerdotali, spronandola a trovare in se stessa la forza per superare la malattia. Papa Giovanni Paolo II definì Rosario Livatino “martire della giustizia e indirettamente della fede”. La sua figura è ricordata nel film di Alessandro Di Robilant "Il giudice ragazzino", uscito nel 1994. E’ invece del 1992 il libro omonimo, scritto da Nando Dalla Chiesa.

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