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31/01/2010

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RIFLESSIONI IN LIBERTA

Clicca per Ingrandire 9 gennaio “Gargano R-Evolution”. 14 gennaio opposizione al progetto “off shore di Ischitella”, 24 gennaio “Uragano Vendola”. 30 gennaio paralisi “Provincia di Foggia”. Sono questi i giorni che probabilmente ricorderò di questo inizio dell’anno scoppiettante come non mai.

In molti ormai sappiamo “dell’equivoco” politico riguardo alla posizione dell’UdC a Palazzo Dogana, venutasi a creare per tutta una serie di cose che non sto a ripetere, ma in molti sappiamo anche che fino al 28 marzo (data elezioni regionali; ndr) nulla o tutto potrà succedere. Altra considerazione che in molti sappiamo è che la Provincia attuale nei numeri è rappresentata anche dai voti Udc. Quindi quali scenari potrebbero presentarsi a Palazzo Dogana se in questo momento tutti imboccassero la strada della “battaglia politica”?

Siamo così certi che Angelo Cera o Franco Di Giuseppe resteranno così serenamente a guardare come il PdL raderà al suolo tutto per ricostruire come gli farebbe comodo? No, non accadrà questo a Palazzo Dogana. Non può accadere questo. Proprio per le ragioni che la Testata Ondaradio ha diramato. Cioè: di chi sono i voti? Mi accodo all’emittente di Vieste anche sulla rivendicazione territoriale che noi garganici dobbiamo trasmettere e fare fortemente il tifo per i nostri politici garganici presenti a Foggia.

Torniamo al Palazzo. Proviamo a dire una cosa saggia e positiva. Ad esempio che la persona che più conta in tutto questo, la persona che è chiamata alla massima responsabilità, forse in questo momento è l’unica così saggia da saper tenere conto di tutti questi equilibri e da buon notaio invita alla calma. Pepe (attuale presidente della Provincia; ndr) è una persona umanamente straordinaria, mi ricorda Carmine Stallone (suo predecessore; ndr), li trovo davvero molto simili, entrambi umili e un po’ come dei bravi “papà”, entrambi volenterosi di voler potere aiutare tutti. La differenza politica sta che Pepe si è ritrovato presidente da un giorno all’altro, non ha avuto tempo e continua a essere in affanno nel “costruire il suo progetto”, mentre del periodo Stallone ricordo che un progetto non c’era proprio.

Ricordo con “quel certo senso di prestigio” l’epoca Pellegrino, dove da Palazzo Dogana era molto lontana quell’aria da pettegolezzo che già prima di Pepe continuando ai giorni nostri, è facile riscontrare. Qualcosa stile Comunità Montana del Gargano, dove il punto nevralgico dell’Ente era davanti alla macchinetta del caffè.

Per restare a quell’epoca, ricordo anche la Foggia di Agostinacchio (ex sindaco; ndr). Una città che si era davvero lanciata come perno centrale di un’economia attiva. Foggia era viva, grandi progetti, grandi opere, per quella che è la mia città e dei miei figli anche se vivo a Vico del Gargano. Auguro a Mongiello (attuale sindaco; ndr) di poter riportare a quel livello e anche di più Foggia, per il turismo del Gargano e per la crescita professionale e culturale dei miei figli che un giorno andranno a studiare proprio lì.

Le mie non sono parole politiche ma solo il punto di vista di un garganico che “vede la politica” e vorrebbe possibilmente delle risposte “amministrative”. Vorrei dire questo. La Provincia è chiamata a prendere delle decisioni. Ma se non erro sono due mesi che si va avanti con questo “blocco” dove qualcuno dimentica che il primo dovere di un’istituzione è governare. Oggi, 30 gennaio, so solo che questo è un periodo ALTAMENTE SENSIBILE PER LE ATTIVITA’ E L’IMPRENDITORIA TURISTICA. Invece, anziché LAVORARE sulle attività che si sono messe in piedi che vedono proprio in questo periodo il tempo per le giuste strategie, stiamo qui a leggere giornali (che giustamente) riportano la notizietta del giorno che esce dal Palazzo.

Domani vorrei mettermi in macchina e andare a Foggia per spiegare a uno a uno (consiglieri, dirigenti, assessori, presidenti, capi partito e segretari) di cosa avrebbe bisogno ora il Gargano, per non dire il Subappennino o il Tavoliere. Posso però dire, senza arrivare a Foggia, di cosa il Gargano non ha bisogno. So anche che non è a Pepe che devo ricordare certe cose ma a un gruppo di politici che anziché preoccuparsi di “alzare il livello politico” che Palazzo Dogana merita, non fa altro che rituffarsi nei tombini della politica complessa, articolata, poco intelligente, irriconoscente, invidiosa, fragile al punto che se a Roma Casini va al bagno le posizioni restano ferme.

Vorrei ricordare sempre “in nome dei voti” che la politica la fanno soprattutto gli uomini col senso del dovere verso la gente, che l’abbia votata o no. Amministrare non significa “farsi carico dei problemi nazionali o regionali di un partito” prima ancora di compiere il dovere di buon amministratore. Qui c’è un territorio che aspetta una qualità politica di questa provincia di Foggia che sia innanzitutto basata sul lavoro e non sulle poltrone. Paradossalmente viene giustificato invece chi anche se non fa niente, è legittimato dai voti.

Nicola Vascello (assessore provinciale al Turismo; ndr), ad esempio, i voti non li ha avuti. Benissimo, mandiamolo a casa. Non importa se finalmente il Gargano (e non solo) ha avuto un assessore competente, il primo ad arrivare in Provincia e l’ultimo ad andare via. Che poi sarebbe la persona più preparata sul Turismo che ho conosciuto negli enti. Già, cosa vuoi che interessi “all’amministratore” Tal dei Tali, se il Gargano rischia di ripiombare nell’isolamento ISTITUZIONALE che solo con Vascello è riuscito a recuperare?

Ricordo che lavoro e opero da 14 anni nel turismo, se qualcuno ha da obiettare non politicamente ma oggettivamente, lo faccia e mi dimostri se non ho ragione. Ma diciamola meglio questa cosa, poiché sembra che sia un appassionato di Vascello così per sport, o meglio per politica. NO SIGNORI, LO DIFENDO PERCHE’ VASCELLO IN 18 MESI HA FATTO PER IL GARGANO QUELLO CHE ALTRI AMMINISTRATORI CENTRALI NON HANNO FATTO IN 10 ANNI.

Ora, considerando che accadrà tutto a fine marzo, possiamo semmai riprendere a lavorare e poi Dio vede e provvede? Se questi politici cercano solo il pretesto del “fare la cosa giusta” secondo loro, allora vuol dire che non esistono uomini ma partiti, non esistono idee ma ordini, non esiste un premio se qualcuno non te lo riconosce, non esiste politica se poi la stessa cerca solo la poltrona senza guardare i meriti, ma soprattutto si sente legittimata anche se poi si dimentica di amministrare. Invito Aldo Ragni a esprimersi e a illustrarci la posizione del Pd.

Chiudo con una battuta al garganico Nino Marinacci. Sappiamo del viaggio in California, nulla di male, sono cose che la politica fa bene a fare, ma la prossima volta facci sapere un po’ prima, così da poter donare agli amici californiani una bottiglia di vino doc “Io Sono Garganico”. Forza Pepe, prova a trovare una soluzione saggia che faccia ragionare tutti.

“Chi dice ciò che vuole, deve aspettarsi in risposta ciò che non vuole.” (Euripide)

 Comunicato

 

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