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22/04/2008

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Vieste festeggia il suo patrono, San Giorgio Martire

Clicca per Ingrandire Domani 23 Vieste festeggia il suo patrono, San Giorgio Martire. Mentre il programma completo lo trovate sul sito di OndaRadio, qui vi proponiamo un excursus sul Santo (sintesi fonte Wikipedia) - LA VITA = San Giorgio è venerato come santo e martire da tutte le chiese cristiane. Visse nel III secolo e morì prima di Costantino, probabilmente a Lydda (presso l'odierna Jaffa in Palestina), secondo alcune fonti nel 303. Il suo culto risale al IV secolo. Non ci sono notizie certe sulla vita e sulla stessa esistenza di San Giorgio.
Le principali informazioni ci provengono dalla Passio Georgii che già però il Decretum Gelasianum del 496 classificava tra le opere apocrife.
Secondo questa fonte agiografica Giorgio era originario della Cappadocia (zona dell'odierna Turchia), figlio di Geronzio, persiano, e Policromia, cappadoce, nato verso l'anno 280. I genitori lo educarono alla religione cristiana fino al momento in cui entrò nel servizio militare. Trasferitosi in Palestina, si arruolò nell'esercito dell'imperatore Diocleziano, comportandosi da valoroso soldato fino al punto di giungere a far parte della guardia del corpo dello stesso Diocleziano, divenendo ufficiale delle milizie.
LA CONVERSIONE =
Il martirio sarebbe avvenuto sotto Diocleziano stesso (che però in molte versioni è sostituito da Daciano imperatore dei Persiani), il quale convoca settantadue re per decidere che misure prendere contro i cristiani.
Giorgio dona ai poveri tutti i suoi averi, e, davanti alla corte, si confessa cristiano; all'invito dell'imperatore di sacrificare agli dei si rifiuta ed iniziano le numerose scene di martirio.
LA PERSECUZIONE = Secondo la leggenda viene battuto, sospeso, lacerato e gettato in carcere dove ha una visione di Dio che gli predice sette anni di tormenti, tre volte la morte e tre la resurrezione.
Tagliato in due con una ruota piena di chiodi e spade, Giorgio risuscita operando la conversione del magister militum Anatolio con tutti i suoi soldati, che vengono uccisi a fil di spada; entra in un tempio pagano e con un soffio abbatte gli idoli di pietra; converte l'imperatrice Alessandra che viene martirizzata.
A richiesta del re Tranquillino, Giorgio risuscita 17 persone morte da 460 anni, le battezza e le fa sparire; l'imperatore lo condanna nuovamente a morte, ed il santo prima di essere decapitato, implora a Dio che l'imperatore ed i 72 re siano inceneriti; esaudita la sua preghiera Giorgio si lascia decapitare promettendo protezione a chi onorerà le sue reliquie, le quali sono conservate in una cripta sotto la chiesa cristiana (di rito Greco-Ortodosso), presso Lod, in Israele (vedi foto sotto n.6).

LEGENDA AUREA = La Legenda Aurea, scritta dal vescovo di Genova Jacopo da Varagine, fissa la sua figura come cavaliere eroico, che tanto influenzerà l'ispirazione figurativa degli artisti e della fantasia popolare.
Essa narra che in una città chiamata Selem, in Libia, vi era un grande stagno, tale da poter nascondere un drago, il quale, avvicinandosi alla città, uccideva con il fiato tutte le persone che incontrava. I poveri abitanti gli offrivano per placarlo, due pecore al giorno ma quando queste cominciarono a scarseggiare, furono costretti ad offrirgli una pecora e un giovane tirato a sorte.
Un giorno fu estratta la giovane figlia del re, la principessa Silene. Questi terrorizzato offrì il suo patrimonio e metà del regno, ma la popolazione si ribellò, avendo visto morire tanti suoi figli. Dopo otto giorni di tentativi, il re alla fine dovette cedere e la giovane fanciulla si avviò verso il grande stagno per essere offerta al drago.
In quel momento passò di lì il giovane cavaliere Giorgio, il quale saputo dell'imminente sacrificio, tranquillizzò la principessina, promettendole il suo intervento per evitarle la brutale morte, e quando il drago uscì dalle acque, sprizzando fuoco e fumo dalle narici, Giorgio non si spaventò, e affrontandolo lo trafisse con la sua lancia, ferendolo e facendolo cadere a terra.
Poi disse alla principessa Silene di non aver timore e di avvolgere la sua cintura al collo del drago; il quale prese a seguirla docilmente come un cagnolino, verso la città. Gli abitanti erano atterriti nel vedere il drago avvicinarsi, ma Giorgio li tranquillizzò dicendo loro di non aver timore poiché «Iddio mi ha mandato a voi per liberarvi dal drago: Se abbraccerete la fede in Cristo, riceverete il battesimo ed io ucciderò il mostro».
Allora il re e la popolazione si convertirono ed il prode cavaliere uccise il drago e lo fece portare fuori dalla città trascinato da quattro paia di buoi.
La leggenda era sorta al tempo delle Crociate, e probabilmente fu influenzata da una falsa interpretazione di un'immagine dell'imperatore cristiano Costantino, trovata a Costantinopoli, in cui il sovrano schiacciava col piede un drago, simbolo del «nemico del genere umano».
La fantasia popolare ricamò sopra tutto ciò, ed il racconto, passando per l'Egitto, dove San Giorgio ebbe dedicate molte chiese e monasteri, divenne una leggenda affascinante, spesso ripresa nell'iconografia.
Si presti però attenzione a non riconoscere immediatamente San Giorgio in ogni personaggio che uccide un drago: anche ad altri personaggi le leggende riconoscono simili imprese, come ad esempio in Italia San Mercuriale, protovescovo e patrono di Forlì, spesso raffigurato nell'atto di uccidere appunto un drago; è facile anche confonderlo, soprattutto nelle icone greche, con San Demetrio: le differenze tra i due santi sono, sempre per quanto riguarda l'iconografia greca, il colore del cavallo (Giorgio lo ha bianco, Demetrio nero) e il "bersaglio" del cavaliere (Giorgio uccide un drago, Demetrio un moro).
IL CULTO POPOLARE =
Anticamente nella "Superba", la repubblica marinara di Genova - il cui vessillo era appunto una croce rossa in campo bianco - la venerazione di San Giorgio era riconosciuta a livello istituzionale, tanto da identificare l'immagine di San Giorgio e la bandiera rossocrociata con la Repubblica genovese.
Il simbolo di San Giorgio ricorre ancor oggi nello stemma comunale del capoluogo ligure e in molti altri stemmi riguardanti realtà cittadine, come le squadre di calcio (sia nella maglia del Genoa Cricket and Football Club la più antica squadra di calcio d'Italia, che della più recente U.C. Sampdoria espressione della Genova moderna).

La grande diffusione del culto di San Giorgio, originariamente venerato in Oriente, si ebbe inizialmente in Europa in conseguenza delle Crociate cristiane in Terrasanta, e più precisamente ai tempi della battaglia di Antiochia.
Accadde che, nell'anno 1089, durante una delle più furiose battaglie, i cavalieri crociati ed i condottieri inglesi vennero soccorsi dai genovesi i quali ribaltarono l'esito dello scontro e consentirono la presa della città, ritenuta inespugnabile.
Secondo la leggenda il martire si sarebbe mostrato, in una miracolosa apparizione, ai combattenti cristiani accompagnato da splendide e sfolgoranti creature celesti con numerose bandiere in cui campeggiavano croci rosse in campo bianco.


Nel Medioevo la lotta di San Giorgio contro il drago diviene il simbolo della lotta del bene contro il male e per questo il mondo della cavalleria vi vide incarnati i suoi ideali. La leggenda del soldato vincitore del drago contribuisce al diffondersi del suo culto che diviene popolarissimo in Occidente ed in tutto l'Oriente bizantino, ove è per eccellenza il «grande martire» e il «trionfatore». Rapidamente egli diviene un santo tra i più venerati in ogni parte del mondo cristiano.
Forse nessun santo ha riscosso così tanta venerazione quanto San Giorgio. A testimonianza di ciò sono le numerossissime chiese dedicate al suo nome.
In Italia il culto per San Giorgio fu assai diffuso. A Roma, Belisario (ca 527) affidò alla protezione del santo la porta di San Sebastiano e la chiesa del Velabro, dove venne poi trasferito il cranio di San Giorgio, trovato nel patriarchi lateranense da papa Zaccaria (744 – 752). Gli è dedicato il palio di Ferrara nel quale il premio è appunto il drappo del "Santo Zorzo", mentre a Gubbio è uno dei tre santi nel cui nome si svolge la festa dei ceri.
La sua croce rossa in campo bianco è simbolo anche di Genova, Bologna e Milano.
In Germania sono a lui dedicate molte acque ritenute miracolose. San Giorgio è anche patrono dell'Inghilterra, di intere Regioni spagnole (e della città di Barcellona, tanto che a lui Gaudì dedicò la Casa Batllò), del Portogallo, della Lituania; di innumerevoli città e comuni; nella sola Italia vi sono ben ventuno comuni che portano il suo nome.
Da ricordare ancora che Georgia è il nome di uno stato degli Stati Uniti d'America e di una Repubblica caucasica; portarono il suo nome sei re di Gran Bretagna e Irlanda, due re di Grecia e altri dell'Est europeo. A Malta vi è una "Baia di San Giorgio". È presente anche sullo stemma di Mosca.
Vari Ordini cavallereschi portano oggi il suo nome e i suoi simboli, fra i più conosciuti si hanno: l'Ordine della Giarrettiera, l'Ordine Teutonico, l'Ordine Militare di Calatrava; il Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio, e molti altri.
Il nome di San Giorgio era invocato contro i serpenti velenosi, la peste, la lebbra e la sifilide e, nei paesi slavi, contro le streghe. Grande venerazione riscosse il sepolcro del martire e le sue reliquie furono trasferite, probabilmente durante l'invasione persiana all'inizio del sec. VII o, poco dopo, all'arrivo dei musulmani in Palestina.
Detto questo, è facile intuire come il suo culto, così diffuso in tutti i secoli, abbia superato le perplessità sorte in seno alla Chiesa a causa della mancanza di notizie certe e comprovate sulla sua vita. Nel 1969 lo declassò nella liturgia ad una memoria facoltativa; comunque i fedeli di ogni luogo dove è venerato hanno continuato a tributargli la loro devozione millenaria.
La festa liturgica si celebra il 23 aprile. La sua memoria è celebrata in questo giorno anche nei riti siro e bizantino. Viene onorato, almeno dal IV secolo, come martire di Cristo in ogni parte della Chiesa.
San Giorgio è da sempre considerato santo patrono degli Scout e delle Guide. Questo non per le origini inglesi del movimento, bensì per la simbologia a lui legata, dei cavalieri e del bene che sconfigge il male. Nella tradizione italiana la Festa di San Giorgio è il giorno del rinnovo dedicato al rinnovo della promessa, proprio per la vicinanza del cerimoniale della promessa a quello della cavalleria. Nei pressi di questa data spesso vengono organizzate attività intergruppo chiamate Campo San Giorgio, che si svolge attorno al 23 aprile. Anche nelle associazioni scout non confessionali (come ad es. quella britannica) il giorno di San Giorgio viene sempre adeguatamente festeggiato, spesso con una parata.
San Giorgio è anche il santo patrono dei lattai della Lombardia.
Tra gli Slavi di Carinzia assume l'aspetto folcloristico di un rito per ottenere la pioggia (Giorgio verde); tra i Georgiani, invece, si celebra il 14 agosto e ha preso il posto di una festa al dio Luno (Giorgio bianco). Altri paesi slavi sostituirono il culto di Jarylo con quello di san Giorgio.


 Wikipedia

 

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