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10/11/2009

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QUANDO SI CHIUSE L”URNA DI SAN PIO

Clicca per Ingrandire Deo Gratias.

E’ tutto quanto possiamo dire in questo momento, Signor Cardinale, carissimi fratelli Cappuccini, carissimi tutti qui convenuti: autorità civili e militari, rappresentanti dell’opera di carità di San Pio, devoti e consanguinei del Santo, sentendoci un cuor solo e un’anima sola nell’inno di lode e di ringraziamento a Dio Padre, Figlio e Spirito Santo per questo tempo speciale e propizio che ci è stato donato per ravvivare la nostra vita di fede.

Sono ormai trascorsi circa due anni da quando il 6 gennaio 2008, durante la celebrazione della solennità dell’Epifania di Nostro Signore, il mio predecessore, S.E. Mons. Domenico Umberto D’Ambrosio, al quale va in questo momento il nostro pensiero e il nostro grazie, annunciava l’evento della esumazione, ricognizione canonica ed ostensione del corpo di San Pio da Pietrelcina.

Il 28 febbraio successivo, ottenuto il ‘nulla osta’ della Congregazione delle Cause dei Santi, venivano costituiti, mediante decreto dell’Arcivescovo di Manfredonia-Vieste-San Giovanni Rotondo, il Tribunale ecclesiastico e la Commissione dei periti, dando inizio alle fasi dell’esumazione e della ricognizione canonica.

La sera del 2 marzo veniva esumato il corpo di San Pio, sotto lo sguardo commosso dei suoi Confratelli, di alcuni eccellentissimi Vescovi, delle autorità civili e militari, dei suoi pronipoti e di una rappresentanza del popolo di Dio.

Per 52 giorni la Commissione dei periti, insieme ad alcuni tecnici e alla presenza del Tribunale ecclesiastico, procedeva al trattamento per la conservazione delle reliquie del Santo.

La mattina del 24 aprile 2008, con una solenne Concelebrazione Eucaristica, l’allora Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, il Cardinale José Saraiva Martins, apriva il tempo dell’ostensione del corpo dell’amato San Pio da Pietrelcina alla venerazione dei fedeli.

Oggi siamo qui riuniti anzitutto per elevare al Signore, con cuore lieto e riconoscente, il nostro grazie e per adempiere alle operazioni di chiusura e collocazione delle reliquie di San Pio in un nuovo sarcofago.

Le spoglie mortali del santo Cappuccino vengono sottratte ai nostri occhi, ma rimangono qui e continuano ad essere richiamo, monito e segno di una santità guadagnata mediante la fedeltà alla vocazione ricevuta. Continuano a far risuonare le parole della Lettera agli Ebrei: “Ricordatevi dei vostri pastori, considerate il loro stile di vita, imitatene la fede!” (Eb 13,7-9a)

Il nostro ‘sguardo’ e quello di milioni di persone si è posato su quel corpo mortale. Uno sguardo carico di sentimenti, di desideri, di richieste, di preghiere, di lacrime. Uno sguardo che spesso è andato oltre ed ha generato un ritorno alla vita di fede. Uno sguardo che ha ottenuto grazie e benedizioni. Uno sguardo che ha generato commozione e propositi nuovi.

Oggi si chiude il periodo dell’ostensione, ma continuerà certamente il pellegrinaggio di quella incalcolabile folla di fedeli, che si soffermerà presso questo luogo, che pregherà, che invocherà l’intercessione di San Pio, che si metterà in ascolto del suo messaggio, che si riproporrà di cambiare vita, ricordando che non è necessario vedere per credere.

Anche rinchiuso dentro un’urna, il corpo di Padre Pio continuerà a parlarci. Ci ricorderà che, come ogni corpo, anche quello di Padre Pio ha subito la corruzione della morte. Ci ricorderà che Padre Pio è stato un uomo come noi, un uomo del nostro tempo, che ha avvertito i limiti e le debolezze della condizione umana. Ma ha saputo superarli trovando la forza nell’amore. Amore verso Dio e amore verso il prossimo. Ci richiamerà alla mente la vocazione universale alla santità.

Ognuno di noi, scendendo in questa cripta, deve aprire il cuore per ascoltare la chiamata del Signore, che ci vuole “santi e immacolati al suo cospetto”. E, risalendo, deve confermare l’impegno a seguire le orme di Padre Pio sulle strade delle virtù cristiane, riconducibili ad un’unica, grande strada: quella dell’amore.

Questo è il programma di vita che deve scaturire da ogni pellegrinaggio a San Giovanni Rotondo e da ogni discesa nella cripta che custodisce le spoglie mortali del venerato Cappuccino.

Chiediamo a Padre Pio di farsi nostro compagno di viaggio e, alla fine del percorso, di farsi trovare, come ha promesso, sulla soglia del Paradiso, per consentire anche a noi di godere per sempre della contemplazione dell’eterno Amore.

Grazie, umile e amato Padre Pio!

† Michele Castoro, arcivescovo

 webdiocesi.chiesacattolica.it (testo e foto)

 

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