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04/11/2009

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ORIGINALE PELLEGRINAGGIO INGLESE

Clicca per Ingrandire Anche quest’anno, d’autunno, il Circolo veneto ha levato le ancore. Imbarcatosi nell’abituale coach, toccava al capitano - una donna energica ed efficiente di nome Sandra - indicarne la rotta: il Kent e il Sussex. Ogni anno, infatti, ci si dirige per tre giorni alla scoperta di un pezzo di questa terra originale in mezzo al mare, che 50 anni fa ha accolto i nostri emigranti, l’Inghilterra.

Splendida idea, anzi una best practice esemplare per altri, inventata da Bepi Giacon, che qui ricordano tutti come un valoroso comandante della comunità. Mettere insieme, cosí, differenti ingredienti come la curiosità, il dinamismo, l’apertura di mente e lo spirito di famiglia è sempre un miracolo di questa strana razza all’estero, i veneti. Ben altra gente, aggiungerebbe malizioso qualcuno, da quelli rimasti in patria, che oltre alla classica laboriosità non hanno potuto coltivare orizzonti piú ampi se non la familiare aria di campanile. Ma, a dire il vero, sia il campanile sia il mondo inglese sono oggetto di... invidia reciproca, quando ci si incontra d’estate.

E così la nostra corriera, navigando sicura tra le verdi terre del Kent, si fa gradevole salotto dove scambiare quattro ciàcole in libertà e le ultime news. C’è posto anche per la nostalgia. Maria ripensa ancora quando prima di sbarcare qui tanti anni fa le avevano fatto firmare la rinuncia alla cittadinanza italiana. “Piangevo allora come una bambina...” ricorda, pensando ai suoi bei vent’anni, ormai quasi quadruplicati. Mentre altre ricordano essere stato il momento più bello il giorno del proprio matrimonio in terra straniera. O quando si portava orgogliosamente dai genitori in Italia il figlio appena nato in quest’isola. Oppure ancora l’attesa, sospirata nascita dei propri figli in un Paese dove tutto ti è estraneo...“anche se dopo è venuto il calvario!” non si manca di aggiungere con semplicità.

Sì, momenti semplici, intimi, carichi di emozione hanno illuminato una vita dura in emigrazione. “Là dove si é come caduti senza capire nulla, neanche yes,” vi preciserà Tina “solo no… perché è uguale da noi!” Ma poi ricorda, nascondendo a stento riconoscenza ed emozione, la famiglia inglese senza figli, dove faceva da domestica, chiamarla teneramente “la nostra figlia italiana”. “Sì, gli inglesi ci hanno trattato come figli!” rincara Caterina, donna dolce e analfabeta, qui ormai da più di cinquant’anni.

Così, tra tante storie nostrane ecco finalmente spuntare da lontano il campanile della cattedrale di Canterbury. Si resta abbagliati davanti allo splendore della chiesa madre della Chiesa inglese. La guida ti porta subito all’interno, al luogo preciso dell’uccisione del vescovo Tomaso Becket nel dicembre 1170, rendendo questa cattedrale un punto di pellegrinaggio straordinario per lunghi secoli. In seguito, però, il santo vescovo sarà considerato un traditore da Enrico VIII, il Re delle sei mogli e da allora il suo corpo scomparve. Solo un cero acceso posato sul pavimento là dove era sepolto rimane oggi nudo ricordo di un vescovo martire. Alla fine, non rimarrà di noi che la luminosità dell’amore o del coraggio vissuto. Ognuno contempla e pare riandare con il pensiero alla propria vita di migrante e al suo misterioso destino.

Ma, poi, le altissime scogliere bianche di Beachy Head – lunga, meravigliosa schiera che qui prende il nome di sette sorelle - ci richiamano come una sirena sul promontorio più alto di tutta la regione. Prima, però, mille raccomandazioni... perchè a causa sempre del gran vento o del risucchio delle vertigini moltissimi sono qui scomparsi nel vuoto. Anzi, a dire il vero, molti vengono qui apposta per questo! E così ci spieghiamo l’esistenza proprio sulla sommità ventosa di una strana cabina telefonica con una scritta“The samaritans, there always day or night”. Ma per noi, ancora amanti della vita nonostante la bella età, è solo occasione di qualche brivido e poi su, in groppa al nostro bus, per continuare il tour della costa, anche piovendo... “L’ombrello qui si tiene sempre a portata di mano,” sentenzia filosoficamente Giovanni, “solo i soldi si nascondono.”

Scorrono, così, paesi e paesetti, lande tranquille, chiese e cimiteri antichi silenziosamente immersi nella meditazione di Dio, luoghi di battaglia famosi come Battle (giustamente!), villaggi medievali come Rye intoccati dai secoli. E senti Anna fare il suo commento. A differenza di una Londra viva e piena di ogni cosa dove vive, nel suo villaggio in Italia a mezza collina “non c’è proprio niente!” assicura. Solo l’incanto del panorama. E quell’aria di pace, che le intravedi ancora negli occhi quando ne parla. “Lovely!” ti dice asciutta e capisci tutto: un’italiana ormai dai gusti inglesi.

Mentre, ormai, sulla via di ritorno ascolti sottovoce le donne instancabilmente salutare, come l’Angelo un tempo, la donna migrante più coraggiosa e fiduciosa della storia: Ave, Maria.

Renato Zilio

 Redazione

 

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