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02/11/2009

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NUOVO PETRUZZELLI: UNA CITTA CHE CAMBIA

Clicca per Ingrandire Il Teatro Petruzzelli si è risvegliato. Ricoperto a nuovo dalla familiare essenza del fiore vermiglio di Cupido, ha riaperto gli occhi e, per prima, ha rivisto la sua città. Una Bari diversa da quella commossa, impaurita e smarrita davanti alle fiamme di diciotto anni fa (foto del titolo, di Luca Turi; ndr). Una Bari più orgogliosa che superba. Più matura e responsabile, che furba e disordinata. Più solare, più legale e più moderna, che impigrita, distratta e fuligginosa. Il Teatro per tutti dei fratelli Petruzzelli, inteso come proposta di generi vari (politeama), si desta dal lungo coma fattosi incubo, per diventare Teatro di tutti.

Palcoscenico popolare di speranze e ambizioni dell’intera città, e non solo. Santuario laico della bellezza comunque declinata: l’antidoto, oggigiorno, più efficace alla pericolosa fragilità culturale delle nuove generazioni. Una testimonianza che, nel linguaggio universale della musica e in quello suggestivo del movimento teatrale, si è fatta sintesi raffinata nelle scelte programmatiche della Fondazione Lirico Sinfonica Petruzzelli e Teatri di Bari, e del Sovrintendente Giandomenico Vaccari.

Scelte dal respiro largo, che hanno visto affidare la “Prima” del Nuovo Petruzzelli al “Sogno di una notte di mezza estate” di Banjamin Britten, e l’inaugurazione della stagione di prosa del Teatro Piccinni a “Molto rumore per nulla”, per la regia di Gabriele Lavia. Entrambe le proposte all’insegna di William Shakespeare. Il più celebre e più carismatico degli autori teatrali, in senso lato, ma anche il più popolare e il più rappresentato.

Il fatto poi che i protagonisti dei due eventi baresi siano “figli d’arte”, Daniele Abbado per la regia del Sogno e Lorenzo Lavia nel ruolo centrale di Benedetto, è da leggere come la conferma di un orizzonte decisamente più aperto, verso il futuro, perseguito dalla Fondazione stessa. Per vedere sempre più coinvolti i più giovani e la loro straordinaria carica di entusiasmo. Il maestro Jonathan Webb lo ha sottolineato con forza e convinzione: “Da Britten in poi il Nuovo Teatro Petruzzelli torna a essere cuore pulsante per la città. Un cuore che batte per tutti”. E che ciascuno è giusto che senta anche un po’ suo, avendo partecipato concretamente alla sua ricostruzione. Così facendo, riuscirà anche a difenderlo meglio e a promuoverlo con più passione.

I palchi, le poltrone, le balconate e il loggione tornano a riempirsi. Le luci più brillanti del nuovo teatro, moltiplicate dai marmi e dai decori rinnovati, mettono in risalto qualche bastone e qualche capello bianco in più. Ma anche i colori di tanti giovani sorrisi meravigliati. I suoi specchi sono tornati a riflettere la caleidoscopica galleria di sguardi tipicamente baresi. E’ una nuova antologia. E’ quella di una città che cambia e che vuole cantare al mondo il suo tesoro ritrovato.

Antonio V. Gelormini

 Redazione (foto Luca Turi)

 

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