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27/09/2009

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ABOLIAMO LA TASSA DI POSSESSO AUTO

Clicca per Ingrandire Tutta la normativa e i principi generali hanno indirizzato l’azione degli Enti, dallo Stato ai Comuni, che devono curare il pagamento della tasse, nel senso di un sempre maggiore favore verso il contribuente: le tasse devono essere giuste, il loro pagamento deve essere agevole anche sotto il profilo delle procedure In poche parole, il pagamento delle tasse deve essere quanto più possibile sentito dal cittadino come un dovere civico e di solidarietà, e non come una condanna o una tortura.

In realtà, molto spesso di troviamo dinanzi a situazioni diametralmente opposte, e perciò illegittime, in cui l’esazione dei tributi è operata in maniera farraginosa, complicata, tale da indurre facilmente il contribuente in errore, o da fargli dimenticare le scadenze, con conseguenti sanzioni. Una di queste tasse, in particolare, è la tassa di possesso dell’automobile, un tributo che in Italia ancora resiste ma che in molti altri Paesi civili è stato abolito senza che i rispettivi governi abbiano perso un centesimo.

E’ un tributo iniquo, perché colpisce indiscriminatamente tutti i possessori di automo-bili, in base alla cilindrata e indipendentemente dal loro effettivo valore (un’auto nuova fiammante paga lo stesso tributo di un vecchio catorcio, anche se la capacità economica di un proprietario non è la stessa dell’altro). E’ iniquo perché viene pagato in egual misura sia da chi con un tipo di auto percorre centinaia di migliaia di chilometri l’anno sia da chi ne percorre poche centinaia. E’ facile dimenticarsene, perché cade una volta l’anno e in periodi diversi, a seconda dell’immatricolazione dell’auto, con conseguente rischio di ritardi nei pagamenti e quindi mora. E’ oneroso per i contribuenti conservare le ricevute, che a volte vengono richieste anche a distanza di anni.

Tutto ciò per un tributo che ben potrebbe essere sostituito con un piccolo incremento sul prezzo della benzina, il che consentirebbe di raggiungere una vera equità fiscale (ciascuno pagherebbe in proporzione della quantità di carburante consumato) senza nessun problema burocratico di scadenze, calcoli, pagamenti e ricevute. Si propone pertanto che, a partire dalla Regione Puglua, il tributo sia abolito e sostituito da un piccolo incremento del prezzo della benzina, e che tale modifica sia inserita dai candidati presidenti e dalle loro coalizioni nel programma elettorale per le prossime elezioni regionali.

Giovanni D’Agata


 Dipartimento Tematico Nazionale “Tutela dei Consumatori”

 

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