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23/09/2009

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IN PUGLIA NON ESISTE SOLO CALENA

Clicca per Ingrandire La Chiesa bizantina di San Salvatore, in agro del Comune di Sannicola (Le), confinante col territorio del Comune di Gallipoli, è inserita in un complesso architettonico rurale ormai diruto e fatiscente, detto "Masseria San Salvatore". L’intero complesso è proprietà privata e versa in miserevoli condizioni di abbandono e rovina. Il tempio sacro è a tre navate, con navata centrale (foto del titolo; ndr) voltata a botte e due navatelle laterali. Sebbene la Chiesa versi in pessimo stato di conservazione, sono ancora visibili all'interno gli affreschi della nicchia absidale (foto 1 sotto) e della soprastante parete lunettata, attribuibili a maestranze legate agli ambienti monastici greco-bizantini.

L'edificio religioso viene datato agli inizi del 14° secolo (1310) in base ad alcune fonti documentarie, ma può ragionevolmente essere fatto risalire a epoca anteriore e potrebbe essere coevo, a esempio, della Chiesa bizantina di San Mauro, ubicata a poca distanza, sulla Serra dell'Altolido, sempre in agro del Comune di Sannicola, ma a poca distanza da Gallipoli.

Intenzionata a difenderlo, la prof.ssa Carla De Nunzio, presidente dell'Osservatorio “Torre di Belloluogo”, rilancia il 26 settembre una iniziativa e comunica che sabato 26 settembre 2009, a partire dalle ore 10, quale atto di partecipazione alle "Giornate Europee del Patrimonio", avverrà la “Terza occupazione simbolica” della Chiesa per invocarne la salvezza. La cerimonia culminerà con l’esposizione di un drappo bianco che esalterà la bandiera europea e il Tricolore Italiano, i quali sventoleranno sull'abside del tempio come già avvenuto un anno fa, il 27 settembre 2008 (foto 2).

L'Associazione “Torre di Belloluogo” si batte dal 1996 (storia parallela alla vicenda di Calena anche nei tempi; ndr) a difesa di questo Monumento, misconosciuto ai più tranne che a studiosi e pochi appassionati, camuffato e nascosto perfino alla vista del visitatore occasionale dai ruderi di una antica e fatiscente masseria che dal Monumento ha preso il nome, tanto che tutto il complesso viene riduttivamente appellato: Masseria San Salvatore.

La Chiesa, a dispetto e spregio delle leggi con cui lo Stato Italiano difende e tutela i Beni Culturali e il Paesaggio, dei vincoli posti dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali e dagli Organi periferici dello stesso Ministero, nonché delle normative regionali, provinciali e comunali, versa ed è ridotta nelle più ignobili e disastrose condizioni di abbandono e incuria per colpa principalmente del privato proprietario, ma anche di tutti coloro che da lungo tempo avrebbero già potuto e dovuto intervenire, almeno per fermare lo scempio e la cancellazione totale del Bene culturale.

L'iniziativa, intrapresa dall'Osservatorio, di denuncia e sensibilizzazione, volta alla salvaguardia e alla salvezza del Patrimonio del Salento Bizantino, è stata intitolata sin dall'inizio “Salpando per Bisanzio" (1996) e si è rivolta tanto alla Chiesa bizantina di San Mauro quanto a quel Monumento che è il suo “gemello”, qual è la Chiesa bizantina di San Salvatore. Salvato il primo Monumento, San Mauro, dopo intensissime e ininterrotte battaglie culturali e civili condotte senza respiro dall'Osservatorio, e dopo l'inesausta e battagliera opera di volontariato culturale riposta negli anni anche verso il Monumento vicino (la Chiesa di S. Pietro dei Samari, ricadente nel territorio del Comune di Gallipoli), l'Associazione continua tenacemente e con passione la sua azione d'impegno culturale e civile verso la derelitta Chiesa di San Salvatore, ormai prossima alla definitiva scomparsa, vista la sua situazione gravemente compromessa dal punto di vista statico.

Ciò non bastando, un altro nemico si appressa al Monumento, rischiando di cancellarne per sempre la residua sopravvivenza e deturpando in modo inarrestabile il residuo fascino sopravvissuto finora da quasi un millennio. La grave insidia è rappresentata dalla distruzione dell'ambiente e del paesaggio circostante data l'edificazione di una serie innumerevole di capannoni di cemento armato nella zona industriale del confinante territorio del Comune di Gallipoli.

Da dodici mesi, esattamente dal 27 settembre 2008 (sempre in occasione delle "Giornate Europee del Patrimonio"), l'Osservatorio ha dato vita all'iniziativa “Per San Salvatore”, prosecuzione dell'impegno iniziato il 1996, che per questo si è voluta intitolare: “Salpando per Bisanzio... ancora una volta”, anche con la presentazione di un corposo dossier (16 novembre 2008) in cui si sono messi a confronto alcuni documenti ufficiali pubblicati e consultabili sui siti web istituzionali degli enti che li hanno approvati e deliberati, cioè di quegli enti locali territoriali che hanno preso in considerazione - per ragioni d'ufficio - il sito in cui insiste la Chiesa bizantina.

Da tale consultazione sono emerse contraddizioni e inesattezze perfino nell'attribuzione dei confini comunali degli attigui Comuni di Sannicola e Gallipoli. Soprattutto il fatto, assurdo e grave, che della Chiesa di San Salvatore in nessuno di quei documenti vi sia traccia. Quindi, è come se questo prezioso Monumento non esista… nemmeno sulla carta.

Beniamino Piemontese



 Osservatorio Torre di Belloluogo (testo e foto)

 

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