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13/08/2009

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“STORIE DI MUSICA POPOLARE” CHIUDE IN BELLEZZA
Clicca per Ingrandire Alla presenza di TG Regione-Puglia, Teleradioerre e “ilsipontino.net”, che ha trasmesso in diretta radio su Rete Smash Gargano la serata, si è chiusa a Monte Sant’Angelo la terza edizione di “Storie di Musica Popolare” (foto del titolo, il palco; ndr). Nel terzo appuntamento, 12 agosto, i primi a esibirsi dopo la sigla sono i ragazzi della “Riserva Moac” (foto 1 sotto), collettivo musicale che ha collaborato con importanti personaggi del mondo canoro italiano: Simone Cristicchi, Max Gazzè, Modena City Ramblers e Bandabardò. “Il nome - spiega Fabrizio, voce del gruppo (foto 2) - è formato da ‘Riserva’, che vuole dare l’idea di una grande metropoli multietnica, dove la diversità non è un problema ma un valore aggiunto” e ‘Moac’, acronimo di Molise, Oriente, Africa e Cuba, ma anche di qualunque cosa si possa immaginare, a dimostrare l’unione e l’universalità della musica.

Durante la loro esibizione si nota l’utilizzo di strumenti acustici come la zampogna e la fisarmonica, uniti ad altre ritmiche come la chitarra elettrica, la batteria e il basso per attualizzare i suoni della tradizione. Merita di essere citata l’esperienza della Riserva Moac non solo al concerto del Primo Maggio con una presenza di oltre 800mila persone ma anche la partecipazione a Festival internazionali in Francia, Germania e Stati Uniti. La chiave di questo successo? Beh, Fabrizio non complica le cose, il suo è infatti un discorso semplice e pieno di significato. “Il successo è un concetto troppo grande – spiega. - Tutto ciò che bisogna fare è essere umili e rimanere a disposizione. Bisogna girare, partecipare a concerti e sapersi mettere in discussione. Ma soprattutto è necessario trarre insegnamento anche dagli altri gruppi”.

Al termine dell’esibizione, davanti a un pubblico di seimila persone, lo staff di “il diario Montanaro” ha voluto premiare il direttore Domenico Prencipe, con una pergamena e il tamburello firmato “Storie di Musica Popolare” (foto 3), per l’impegno dimostrato non solo nel Festival ma in tutto il progetto dell’Associazione Culturale “Obiettivo Gargano”. La motivazione è stata la seguente: “A Domenico Prencipe, direttore che con la sua penna non ha mai smesso di scrivere la meravigliosa storia di questa avventura”.

A seguire, i “Sud Folk” (foto 4), gruppo che “gioca in casa” in questa edizione del Festival. Il loro sogno è quello di diffondere a macchia d’olio i suoni di un’Italia meridionale ricca di cultura, di piccoli gesti, di semplicità e genuinità, di valori di altri tempi. “Il nostro genere - afferma Bernardo, leader del gruppo (foto 5) - non ha contaminazioni vere e proprie. Noi prendiamo la musica popolare così com’è e le diamo quel tocco in più per renderla maggiormente fruibile e ballabile. Cerchiamo di rimodernarla per farla apprezzare a un pubblico più giovane, avendo sempre come punto di riferimento la tradizione. Utilizziamo strumenti classici come la tammorra, la chitarra battente, quella francese, le nacchere, e li mixiamo con basso elettrico e cassa elettronica, che rendono il sound più energico, aggressivo, potente. In Toscana, anni fa, un giornale ci definì gli ‘Iron Maiden del folk’ (foto 6)”.

Appuntamento alla prossima edizione. Gli obiettivi? “Sicuramente ci aspettiamo una maggiore collaborazione con Provincia di Foggia e Regione Puglia - afferma Domenico Prencipe, direttore del Festival. - In questo modo potremo riuscire a perseguire i due ambiziosi obiettivi per il prossimo anno: un grande artista italiano come ospite del festival e la costituzione della band di ‘Storie di Musica Popolare’, composta dai migliori musicisti locali nel campo della musica etnica e tradizionale”.

 Ufficio Stampa “Storie di Musica Popolare”
 

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