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06/08/2009

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EURO AL BANDO, SI TORNA AL “DUCATO”

Clicca per Ingrandire “Obiettivo dell’iniziativa è far conoscere il territorio comunale con le sue peculiarità storico-ambientali-culinarie e il suo patrimonio artistico-architettonico ricostruendo il borgo della Celenza del periodo spagnolo”. Con queste parole, il sindaco Francesco Santoro ha presentato l’evento “Vivi il Borgo” che si terrà il 13 agosto ed è l’evento-clou di “L’agosto celenzano 2009”, la rassegna di manifestazioni e spettacoli che ogni anno l’Amministrazione comunale organizza con la preziosa collaborazione di ProLoco, associazioni “Celenna e “Fortorina”, Parrocchia e Archeoclub.

Con “Vivi il borgo” sarà rappresentato il paese in diverse epoche storiche: la spagnola del ’500, l’austriaca del ’700, la francese di fine ’700 e borbonica ’700-800 con l’architettura, i monumenti, i costumi, la musica e persino la moneta di quei periodi storici. La ricostruzione è stata possibile grazie a due inventari realizzati nel 1702 e nel 1759 e racchiusi nel libro “Celenza Valfortore nella storia” di Michele Cerulli, nei quali il centro storico di Celenza offre un colpo d’occhio davvero notevole.

La parte feudale del paese si sviluppa tra vicoli e “ruarelle” che costeggiano case arroccate l’una all’altra, attraversate da caratteristiche stradine. Del borgo originario, di origine medievale, restano oggi la struttura urbanistica, il palazzo baronale col suo torrione appartenente all’antico castello dei Gambacorta (foto del titolo; ndr), alcune porte d’ingresso al borgo, il Monastero delle Clarisse, il monastero di Santa Maria delle Grazie e alcune chiese.

Il paese, nel 1700, era circondato da mura con a ridosso alcune abitazioni. Al borgo si accedeva attraverso cinque porte, tre delle quali non esistono più ma saranno ricostruite grazie a un effetto scenico. Le due esistenti sono quelle di “San Nicola” (entrata dal versante campano) e quella della “Porta Nova” (ingresso dalla regione molisana) mentre quelle da ricostruire sono la porta di “Sant’Antonio” (entrata dalla regione Puglia), la “Portella” (la porta d’ingresso al Castello) e la “Porta del Muro Rotto”. A guardia delle cinque porte ci saranno armigeri in divisa dell’epoca borbonica con relativi archibugi.

Per le vie del borgo si potrà incappare in qualche brigante che, munito di pistolone, cercherà di turbare i signorotti in abiti d’epoca simulando finte estorsioni. Celenza, infatti, all’epoca di Federico IV, fu interessata anche dal vasto fenomeno del brigantaggio. Anzi, i capi dei fuorilegge delle due bande, “Vardarelli” (vero nome “Meomartino”) e “Varanelli” (detto “Titta”) erano nativi proprio di Celenza.

Nel circuito preferenziale del borgo si scopriranno angoli e spiazzi caratteristici, portali riccamente scolpiti, fontanili, scorci di antichi palazzi di ricche famiglie locali, vecchie chiese e antichi monasteri. Il “viaggiatore” incontrerà, in particolari zone di ritrovo, gruppi musicali che eseguiranno canti e suoni medievali, musica etnica e folcloristica. Tutto il borgo, inoltre, sarà rischiarato solo da fiammelle a terra e torce a muro, e imbandierato con stendardi borbonici e dei Gambacorta.

Artisti di strada, giocolieri, mangiafuoco, trampolieri, sbandieratori, trombettieri, arricchiranno la scenografia di questa magnifica serata. I visitatori, inoltre, troveranno accoglienza presso osterie e locande dislocate in diversi punti del percorso per degustare i prodotti tipici annaffiati da buon vino. Il tutto a suon di ducati, moneta del regno nel 1700, che si riceveranno all’ingresso delle porte nei punti di “dogana” (è proibita la circolazione dell’euro).

La manifestazione, patrocinata da Regione Puglia, Provincia di Foggia e distretto culturale “Daunia Vetus”, inizierà alle 18 e si protrarrà fino all’alba del giorno dopo con la speranza che gli ospiti “superstiti” avranno ancora la forza di alzare gli occhi al cielo per scorgere qualche beneaugurante e ritardataria stella cadente della notte agostana.

Info: Nicola Maggio 348.5901701 – 339.2512939

 Uff. Stampa Comune Celenza V.

 

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