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06/08/2009

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AL CFF I “MINATORI” DI SIMONE CRISTICCHI

Clicca per Ingrandire Il tema individuato dall'Associazione Culturale Carpino Folk Festival per questa edizione è "La promozione di un mondo armonioso" convinti che solo nelle comunità in cui vige l'armonia vi siano le giuste condizioni affinché la musica, il canto e la danza popolare possano svilupparsi e perpetuarsi. Pertanto, al contrario, esprimendo tanta musica, tanto canto e quindi tanta danza che in quest'angolo di Puglia è la tarantella del Gargano, l'augurio è che si possa cosi promuovere un’armonia contagiosa capace di infondere sensazioni e stimoli propri della magia della festa popolare e quindi la speranza e la convinzione che un mondo più armonioso sia possibile.

In nome di tutto ciò, continuano le performances al CFF. Oggi, 6 agosto, è il turno di
Simone Cristicchi e il Coro dei minatori di Santafiora ad aprire gli spettacoli della 14.a edizione con uno speciale progetto che nel resto dell’Italia sta incuriosendo l’estate 2009. E tra i più curiosi c’è anche il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola che, come promesso in sede di presentazione della manifestazione a Bari, sarà presente per assistere a tutti gli spettacoli della serata.

“Come il manicomio, la miniera è un’istituzione totalizzante” ha dichiarato il cantante che due anni fa vinse il Festival di Sanremo proprio con una canzone dedicata al disagio mentale. E il direttore artistico Luciano Castelluccia aggiunge: “Si tratta di mantenere viva una memoria e il Carpino Folk Festival - che si occupa con gran successo di pubblico e critica delle culture popolari e delle contaminazioni musicali - vuole quest’anno proporre uno spettacolo legato alla Maremma, al Monte Amiata e alle sue tradizioni”.

A seguire due spettacoli speciali. Il primo, “Terre Tumare” di Anna Cinzia Villani, Massimiliano Morabito, Davide Conte e Mauro Semeraro, dedicato al repertorio tradizionale del passato legato al mare e alle genti di Basso Salento e Bassa Murgia, che cantano e suonano per accompagnare il lavoro, le speranze d’amore, i diverbi, i riti funebri e le occasioni di festa. Il secondo è lo spettacolo di “Voodoo Funk” di Gugliermo Pagnozzi che incontra la tradizione dei musicisti del Collettivo Musicale Carpinese per creare un “ponte” sonoro che attraversi il Mediterraneo e metta in comunicazione e a confronto l’universo ritmico africano e il senso melodico caratteristico della nostra Penisola, il suono elettrico del Voodoo Funk con la sonorità inimitabile delle bande italiane, vero “tesoro” musicale del nostro Paese. In programma brani originali di Guglielmo Pagnozzi, brani tradizionali garganici, due dediche di Teo Ciavarella, ospite speciale, alla terra garganica e naturalmente un arrangiamento speciale “afrobeat” della Tarantella del Gargano.

Ma torniamo a Cristicchi, che porta in scena “Canti e storie di mondi scomparsi”, con la sintesi di un articolo di Repubblica a firma Rita Celi. = “Canti di miniera, d'amore, vino e anarchia” è il titolo del nuovo spettacolo di Simone Cristicchi, costruito insieme al coro dei Minatori di Santa Fiora, 14 elementi tra 19 e 81 anni, sul palco con lui nel tour estivo che nelle prossime settimane girerà l'Italia. Il cantautore che incantò il festival di Sanremo nel 2007 vincendo a sorpresa con ‘Ti regalerò una rosa’, brano scaturito dall'incontro con malati di mente e da ricerche sui manicomi, ora ha scoperto i minatori, le cui condizioni di lavoro hanno profondamente influenzato la vita e la cultura dei paesi intorno alle miniere. “La malattia mentale esiste da sempre, è stato duro emotivamente ma è stato facile trovare qualcuno che abbia vissuto in manicomio, mentre è raro trovare qualche minatore ancora vivo”, sottolinea Cristicchi che, tra una data e l'altra del tour, si chiude in studio per registrare il nuovo disco.

“Ho conosciuto il coro di minatori grazie a un amico che mi ha portato a Santa Fiora, paese sulle pendici del Monte Amiata - racconta il cantautore romano. - La prima volta li ho sentiti cantare in una cantina: sono rimasto folgorato e mi è venuta subito l'idea di portarli su un palco vero davanti a un pubblico più vasto. Così è stato, abbiamo costruito insieme lo spettacolo cantando le loro canzoni alternate a monologhi sulle loro storie.

Cristicchi ha cominciato un lavoro di ricerca e di recupero di questo repertorio di canzoni tradizionali che vengono tramandate oralmente e sono strettamente legate alla vita dei minatori. Contrariamente al buio e alla fatica delle loro condizioni di lavoro, i canti sono allegri e variopinti, come i giorni di festa in cui venivano eseguiti. “Alla ricerca musicale si è affiancato il tema della memoria - prosegue - incontrando le persone e i parenti dei minatori, morti sempre troppo giovani. Alla fine è diventato uno spettacolo di teatro e canzoni, che ha acquisito un valore civile e sociale perché racconta lo sforzo dei minatori che hanno contribuito a ricostruire l'Italia nel dopoguerra”.

“Ho incontrato molte persone, ho visitato altre miniere, anche in Sardegna – conclude. - Il coro in particolare ha contribuito raccontandomi storie e aneddoti, ora riportati nei monologhi in cui cerco di dire al meglio e con le loro parole quello che era il loro mondo. Ho voluto che restassero così come li ho visti in quella cantina, perché hanno un modo naturale di stare sul palco, con una semplicità e una purezza che sono la forza dello spettacolo”.


 Comunicato Stampa Carpino Folk Festival

 

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