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19/07/2009

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IL PROFETA RAPITO IN CIELO

Clicca per Ingrandire “A sempre più sviluppare la devozione verso il nostro caro Santo, Patrono della nostra ridente Peschici, do alla stampa questo lavoretto, che vuole essere l'espressione del mio vivo attaccamento a Sant’Elia. Di mio c'è solo la prima parte, e cioè “Brevi Cenni della vita del Santo Profeta”; la Novena è la vecchia, attribuita dalla tradizione ad un tale D. Gianvincenzo Matteis di Vico del Gargano, dottore in legge, vissuto oltre un secolo fa; come pure si attribuisce a lui l'inno che si canta dopo la novena. La canzoncina è dell'indimenticabile Arciprete D. Antonio Carnevale, che tanta passione e zelo aveva per le anime e per la devozione al Santo Patrono. Mi auguro che Sant’Elia sia sempre più conosciuto, amato e venerato e sia di modello nel conoscere, amare e servire il buon Dio: in questo consiste lo scopo dell'uomo.”

Così scriveva il 1968 l’allora arciprete di Peschici don Fabrizio Losito. Per comprendere meglio la devozione che i peschiciani hanno per il loro santo protettore, riportiamo il contenuto del suo “lavoretto” pubblicato con approvazione ecclesiastica del Revisore P. Emanuele Bastardi O.F.M.

“Il mondo tutto, con le sue mirabili leggi ed armonie, ci parla di Dio, creatore ed ordinatore di ogni cosa. Ma l'uomo, abbagliato dal luccicore delle cose della terra, non guarda più al cielo, dimentica il suo Signore e crede nella potenza caduta delle cose create. A scuotere 1'uomo, di tanto in tanto, il buon Dio, che è padre anche quando dalle creature è messo in disparte, suscita degli uomini forti nella fede e nell'amore verso di Lui. Anche nove secoli prima di Cristo gli uomini d'Israele vivevano dimentichi di Dio, il Quale volle, per richiamarli alla vera fede, suscitare un Uomo: Elia, che potesse opporsi all'invadenza dell'idolatria nella terra d'Israele. Elia! Questo Uomo di Dio, tanto caro ai nostri cuori di peschiciani, tanto potente presso il trono dell'Altissimo, guidi i nostri passi verso il Signore, illuminandoci a fare il bene ed evitare il male. In Sant’Elia Profeta troviamo: l'apostolo, il perseguitato ed il prediletto di Dio”.


L’APOSTOLO

Sant’Elia nacque in Thesbe (nell'anno 3093 dalla creazione del mondo), 960 a.C., e pare suscitato apposta dalla Provvidenza per opporsi all'idolatria e specialmente al culto di Baal, che Gezabele ed Acab avevano introdotto in Israele. Acab aveva preso per moglie Gezabele, figlia del re di Sidone, e volle introdurre nel suo regno gli dei ed i riti di quella gente, perciò fece edificare in Samaria un tempio a Baal e comandò che questo falso dio fosse adorato da tutti i suoi sudditi. Aveva dimenticato Acab il comandamento, che il Signore nell'Esodo aveva dato al suo popolo: “Non avrai altro Dio avanti di Me“. Non poteva il cuore ardente di Elia permettere che al posto del vero Dio fosse adorato un dio falso e bugiardo in Israele, popolo eletto di Dio. Sorse il profeta Elia come fuoco e la sua parola ardeva come fiaccola (Sap. 48, 1-2).

Si presentò intrepido ad Acab e francamente l'apostrofò: “In nome dell'Altissimo, alla cui presenza mi trovo, giacché avete abbandonato il culto del vero dio, in questi anni non cadrà né pioggia né rugiada su Israele, se non alla mia parola!”. E per tre anni e sei mesi non piovve, né cadde rugiada sulla terra per ridurre gli ingrati figli d'Israele a riconoscere come loro unico Dio il Dio di Abramo. Trascorso questo tempo, il profeta Elia si presentò ad Acab, il quale, furibondo, appena l'ebbe visto gridò: “Sei qui: o ribaldo, tu che turbi tutto Israele?” Elia intrepido rispose: “Non sono affatto io, ma tu turbi Israele, avendo tu abbandonato il Dio dei padri tuoi per adorare Baal! E perché si conosca alla prova quale sia il vero Dio, fa che si radunino sul monte Carmelo tutti i sacerdoti di Baal“. Il re accondiscese, e con i sacerdoti di Baal si radunò Israele, al quale Elia disse: “E fino a quando voi vorrete zoppicare da due parti? bisogna dunque provare se il vero Dio sia Baal, oppure il Dio di Abramo, d'Isacco e di Giacobbe. I sacerdoti di Baal innalzino un altare, vi sovrappongano la vittima alle legna e sotto non vi mettano fuoco. Io farò altrettanto; ciascuno invochi il suo Dio, e quegli che manderà il fuoco dal cielo per consumare la vittima, sarà il vero Dio!”.

Il popolo accettò la sfida. I sacerdoti di Baal allora sull'altare eretto posero un bue ucciso e cominciarono ad invocare: “oh Baal! ascoltaci, esaudiscici!“. Vane furono le loro preghiere. Quei sacerdoti ingannatori pregarono dal mattino al mezzogiorno, ma non ebbero l'effetto desiderato. Cosa volevano quegli uomini da un idolo, opera delle loro mani? Non sanno che ”simulacra gentium, argentum et aurum, opera manuum bominum?“. Questi dei, al dire del salmista, hanno la bocca, senza mai parlare; hanno gli occhi, senza mai vedere, hanno gli orecchi, senza mai udire; hanno le mani, senza mai palpare. Allora il Profeta Elia raccolse dodici pietre, simbolo delle dodici tribù d'Israele; ricostruì l'altare del vero Dio già abbattuto dagli idolatri, vi pose la legna, la vittima, e fece tre volte versare tant'acqua che tutto l'altare ne era inondato. Poi, avvicinandosi all'altare, pregò così: “Signore, Dio d'Abramo, d'Isacco e di Giacobbe, degnati ascoltarmi e fa oggi conoscere a questo popolo che Tu sei il vero Dio“.

Ecco il prodigio! all’improvviso cadde il fuoco dal cielo, che consumò l'olocausto.

A quella vista tutta la moltitudine esclamò: “Il Dio di Elia è il vero Dio!“. E quel Dio, adorato dal popolo d'Israele rimarrà il nostro unico vero Dio. E perché la parola infuocata di Elia potesse conquistare più facilmente i cuori degli uomini, il Signore Gli dette ampio potere di operare miracoli come lo dimostrano i tre miracoli operati nella casa della ospitale vedova di Sarepta. A questa donna infatti non solo risuscitò il figlio, ma in premio della sua carità e generosità, non le fece mancare né farina nella madia, né olio nell'orciuolo, fino a che il Signore mandò la pioggia sulla terra.

NB. Domani pubblicheremo la seconda e terza parte del lavoro di don Fabrizio Losito: "IL PERSEGUITATO" E “IL PREDILETTO”, sempre in questa sezione del sito. Non mancate.

 Redazione (foto 1 sotto Domenico Ottaviano: la luminaria)

 

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