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02/07/2009

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TUNISIA, UN PONTE SUL FUTURO

Clicca per Ingrandire E’ protesa verso l’Europa, ma saldamente ancorata alla cresta del continente africano. E’ decisamente al centro del Mediterraneo, un mare che torna a unire ed essere di nuovo crocevia di ambizioni e speranze. Insieme alla Turchia, il ponte verso l’Asia, a cui ha guardato sempre come modello già prima della sua indipendenza, la Tunisia oggi si presenta come l’altro ponte naturale verso l’Africa. Ma soprattutto come laboratorio di innovazione nell’articolata e complessa maturazione dell’intero mondo arabo. Il processo di crescita culturale, economica, politica e sociale voluto dal Presidente Ben Ali e da lui perseguito con caparbietà, affinché potesse coinvolgere il Paese nel suo insieme, sta dando i frutti sperati. Copiosi, dolci e dorati proprio come i grappoli di datteri di quelle palme forti ed eleganti, abituate a vincere le sfide cicliche di vento, sabbia e arsura, per il riscatto di un destino da secoli votato al silenzio sterile del deserto.

La Tunisia ha l’Europa nel suo futuro, ma lo stesso futuro dell’Europa è legato ai processi di integrazione e sviluppo dei continenti ad essa prospicienti. La nemesi storica vuole che quello aperto sugli orizzonti dell’immenso continente nero, torni a passare da Cartagine, Tunisi, Hammamet e Tozeur. Lungo un sentiero che è la spina dorsale di un Paese diventato piattaforma privilegiata di affari, investimenti, servizi e grandi progetti infrastrutturali. Uno studio recente dell’Oxford Business Group mette in evidenza come lo Stato tunisino abbia saputo conciliare tenuta della stabilità, accelerazione sulle riforme e propensione al cambiamento. E, optando per la promozione dei diritti della donna e la liberalizzazione dell’economia, sia riuscito a tenere all’avanguardia la Tunisia e a proteggerla dai soprassalti emotivi e nazionalisti, che continuano a sconvolgere molti dei Paesi del controverso caleidoscopio arabo.

Il Rapporto, presentato dallo stesso Presidente Ben Ali, nel quadro programmatico quinquennale “Pour la Tunisie de demain”, registra un aumento del PIL del 45 percento per abitante nel decennio 1997-2007. Una parità del Dinaro tunisino col dollaro attestata a 1,354 e una crescita del reddito pro-capite prevista fino a 4mila 694 dollari nel 2011 (era di 3mila 316 già nel 1996). La Tunisia cresce, cambia e costruisce una sua leadership mediterranea. Fa passi da gigante in ogni settore, ma li fa senza correre, facendo tesoro della saggezza impassibile dei suoi “Uomini Blu”. I Tuareg, che sui loro dromedari si stagliano lungo lo skyline di un paesaggio più che mai suggestivo e, con lentezza cadenzata, attraversano sicuri ogni tipo di deserto. Un “work in progress” senza miraggi che si tocca con mano e tiene alto il tasso di occupazione di questo Paese, fino a pochi anni fa Cenerentola degli Stati che si affacciano sul Mediterraneo.

Tunisi è un cantiere a cielo aperto. Da tempo tecnologia e “know how” giapponesi vengono appaltati per sottrarre spazio vitale al mare e dar vita alla costruzione di ponti, autostrade, porti, alberghi e zone residenziali. Snellendo la mobilità cittadina e favorendo investimenti in una metropoli che persegue un piano strategico ambizioso, in grado di darle dignità adeguata da capitale “meridiana”, che guarda all’Europa. Ma la partita più determinante resta quella giocata sul versante del turismo. Un “asset” portante dell’economia tunisina sul quale si giocano i destini di larga parte del suo tessuto produttivo e della maggior parte delle scommesse di trasformazione, lanciate da una classe dirigente con sguardo lungimirante. Tanto più sostenute da un indubbio contenimento di costi e prezzi che rende l’offerta tunisina in genere estremamente competitiva.

Capitali arabi, servizio orientale e sole mediterraneo. E’ questa la nuova frontiera dello sviluppo locale e in particolare del turismo internazionale. Un potenziale innovativo misurabile già nell’esclusiva proposta integrata, per esempio, del “The Residence Tunis”, dove un raffinato mix di cura del servizio, eleganza e tipicità architettonica (proposte con gentilezza e mai ostentate), rendono prassi l’eccezionalità per farsi rifugio del tentativo di evasione dalla normalità di ciascuno dei propri ospiti. Una percezione di efficacia riscontrabile nelle scelte strategiche della compagnia di bandiera, Tunis Air, che si appresta a intensificare le rotte servite sul lungo raggio orientale, senza trascurare il fronte europeo sul quale, oltre a fidelizzare i mercati storici francese, italiano e tedesco, si predispone a corteggiare quelli inglese e dei Paesi scandinavi. Inoltre, il varo di azioni mirate, come l’imminente volo bisettimanale Milano-Tozeur o il lavoro per un auspicato collegamento da Napoli, testimoniano la vivacità di un attore imprescindibile sul palcoscenico dell’articolato sviluppo tunisino. Essa si prepara a cogliere le opportunità all’orizzonte di una liberalizzazione delle rotte, ma oggi non fa mancare il proprio sforzo, responsabile e creativo, nel sostegno a una contingenza recessiva diffusa e generalizzata.

C’è una nuova atmosfera in Tunisia. Conserva l’ammaliante profumo del gelsomino e i penetranti colori di una luce tipicamente mediterranea. Ed è ravvivata dalla consapevolezza di un futuro da protagonisti attivi. Un ruolo conquistato con sacrificio, perseveranza e riconosciuta intraprendenza. Ma anche con dignità e rinnovato spirito responsabile. Sarà anche per questo che, a partire dal Presidente Ben Ali, dai manifesti sui muri e agli incroci delle strade, fino all’ultimo inserviente del tuo albergo, tutti ti accoglieranno con un sorriso sincero e ti saluteranno rispettosamente portandosi la mano sul cuore.

Antonio V. Gelormini

 Redazione

 

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