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06/06/2009

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DRAGUTH RAIS TORNA A VIESTE COL “NUMERO ZERO”

Clicca per Ingrandire E' andata. Fra qualche disguido tecnico e incertezza organizzativa, la due giorni (30 e 31 maggio) della rievocazione delle vicende legate allo sbarco a Vieste di Dragut Rais è stata realizzata a Marina Piccola, con corollario di "quadretti" recitativi nel centro storico. Come premessa, va evidenziato il coraggio dell'assessore comunale al Turismo di voler realizzare un'iniziativa pensata anni fa (vedi box) e rimasta a lungo in gestazione. Nell'occasione si è trattato di una sorta di "numero zero", di una prima prova generale. Questo evento ora deve però fortemente qualificarsi nella forma e nei contenuti per non restare confinato in una mediocre ricorrenza-celebrazione paesana che nulla ha a che fare con l'idea-progetto (che sappiamo condivisa in Comune) di farne un'occasione di promozione del territorio e di incentivazione culturale per la città.

Ma da dove è scaturita l'idea? “Tutto accadde durante una passeggiata...” si potrebbe dire. E fu veramente così. L'idea di realizzare una rappresentazione dal vivo della vicenda dello sbarco a Vieste di Dragut e dell'eccidio della Chianca Amara è di qualche anno fa. Come spesso accade da noi, fu proprio durante una classica passeggiata che a un terzetto, variamente assortito, balenò l'idea di ricordare quell'evento. Era una serata d'estate, nel periodo di un ViesteFilmFest, quando Carlo Nobile, il regista Ettore Scola e Ninì delli Santi fra una chiacchiera e l'altra, nel passeggiare per i giardini di Marina Piccola, cominciarono ad abbozzare l'idea di ricordare lo sbarco di Dragut, realizzando proprio in quel luogo la relativa rappresentazione.

Ovviamente il progetto esecutivo avrebbe visto Ettore Scola come regista e coordinatore dell'intera manifestazione che avrebbe dovuto coinvolgere tutta la città, immergendola nel passato, per far rivivere l'atmosfera di quel periodo. Se ne parlò approfonditamente, cominciando anche ad abbozzare dettagli tecnico-operativi per l'evento. Poi però, per i soliti problemi di risorse economiche, non se ne fece niente e quel sogno di una manifestazione che doveva essere spettacolare ma rigorosa nei suoi riferimenti storici rimase, appunto, un sogno nel cassetto.

Vediamo ora gli aspetti positivi e quelli da migliorare dell’evento sviluppatosi il 30-31 maggio (per nuovi spunti e suggerimenti rimandiamo ai prossimi giorni; ndr).
BEN FATTO - La recitazione in dialetto e la presenza scenica dei bambini della scuola Primaria in piazzetta Petrone.
- Il mix interpretativo dei tre ragazzi dell'Ipssar nella scena del corteggiamento alla Chianca Amara.
- Il ritmo recitativo delle due attrici della Compagnia "Cochlea" nella scena delle locandiere impegnate nell'attrarre gli avventori.
- L'impegno degli attori della Compagnia "Cochlea" per portare a termine questa "prima volta" della rievocazione.

DA MIGLIORARE - La scelta musicale di far ascoltare, in alcune fasi del recital a Marina Piccola, brani di "pizzica" salentina e di relativo dialetto. Forse chi viene dal Nord (ma anche qualcuno sul posto) non sa che la Puglia è molto variegata e che sul nostro Gargano c'è la "tarantella". Non fatelo sapere a quelli del Carpino Folk Festival (e gruppi annessi) che da anni si dannano per promuovere proprio la nostra musica tradizionale: ci resterebbero male e noi non ci faremmo una bella figura.
- Talune "invenzioni" storiche, come ad esempio quella di mettere durante lo sbarco sulle scialuppe dei corsari turchi (siamo nel 1554) la bandiera nera con il teschio: forse l'hanno trovato su… un sito web pirata?
- I diversi problemi tecnici per l'amplificazione dell'audio: la prima sera a Marina Piccola c'è stato davvero un black out e molti spettatori sono andati via (la seconda sera si è di molto migliorati), nella rappresentazione in Cattedrale dell'incendio poco si è visto per il buio pesto e le voci senza amplificazione audio (peccato per l'impegno di quelli del Pidocchietto)
- La campagna di comunicazione al di fuori di Vieste si è vista davvero poco (tranne un accenno alla Bit di Milano): basti dire che tutti coloro che volevano saperne di più hanno trovato fino all'ultimo il sito web dedicato (www.draguth.it) fino all'ultimo inattivo.


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