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30/03/2008

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Ridiamo magnificenza alla sontuosità della natura

Clicca per Ingrandire Chi non ricorda la baia di Peschici ai tempi del monaco? Per i bambini la parola evocava un personaggio fiabesco, uno stilita del mare, disteso in preghiera ai piedi della Madonnina sulla banchina.
Il luogo mitico era ricorrente nei sogni: uno specchio di mare nel golfo in miniatura da risalire a nuoto anche per chi non sa nuotare. Alle spalle, le Tremiti, gigantesche. Topografia della mente onirica formatasi nell’infanzia. Restano bellissime immagini in bianco e nero, coi flutti spumeggianti a dare schiaffi alle rocce nere.
Oggi è sotto gli occhi di tutti la necessità di un ripensamento, di una ridefinizione dell’area portuale. Le macchie di carburante trasudanti dalle barche ormeggiate, sintomatologia di incuria generalizzata, del signoraggio sprezzante degli uomini sulla natura considerata animale da cortile, addomesticata e da addo-mesticare, as-servita al supe-riore genio del-la razza suprema: l’umana. Il degrado ambientale in cui versa il porticciolo richiede un risanamento drastico e ogni anno impone one-rose manutenzioni straordinarie. Chi ama l’insenatura ha riflettuto su un possibile rinnovamento, progettando col compasso dell’utopia e tracciando segni con la matita del desiderio.
Ha visto una "U", ideale prosecu-zione del molo attuale (quello dove attraccano le motonavi per le Tremiti), curvare in mare per un chilometro, con una banchina-piattaforma di venti metri, sufficiente per salvaguardare la Rupe dall’erosione e passeggiata ideale su un lungomare di nuova creazione. L’orizzonte apre nuove prospettive. Non divide, ma unisce, lambendo le sponde toccate dall’Adriatico. Ci sembra una grande opera, meritevole di essere attuata.
Il paese ha già eletto a luogo di passeggio il bagnasciuga, molti trascorrono le ore libere sulla riva anche nei giorni miti della stagione invernale. Nella bella stagione il luogo potrebbe ospitare sdraio e ombrelloni per la balneazione. La zona bonificata della spiaggia minore, quella attualmente portuale, tornerebbe balneabile, soprattutto per la gioia dei bambini.
Peschici ha bisogno di restaurare le sue bellezze naturali, di ridare magnificenza alla sontuosità della sua natura. Così anche i giovani saranno invogliati a tornare, dopo aver completato gli studi, e intraprendere qui le loro iniziative innovatrici. Molti di essi parlano già la lingua della delusione, della fuga. Apriamo nuove prospettive alla loro immaginazione attiva nel futuro della nostra terra.
MARIA MATTEA MAGGIANO

 "punto di stella" APRILE 2008

 

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