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28/03/2009

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FOGGIA “ASSOPIGLIATUTTO” E GARGANO “SCIPPATO”?

Clicca per Ingrandire L’ANTEFATTO = In data 24 scorso la Cabina di Regia di Capitanata 2020 prende atto di 38 progettualità strategiche: 7 per “Reti e Mobilità”, 8 per “Governance e Processi”, 5 per “Produzione e Servizi”, 8 per “Ambiente e Spazio rurale” e 10 per “Città e Solidarietà”. Quindi approva tre delibere:

1. Si convalida politicamente il percorso di Concertazione istituzionale ed economico-sociale sviluppato per convergere su obiettivi comuni all’area vasta (forte di 31 diverse municipalità e 3 enti con competenza sovracomunale).
2. Si prende atto della griglia integrale delle azioni specifiche sollecitate dall’area vasta: oltre 144 proposte progettuali maturate fra le parti socioeconomiche oppure già oggetto di atti di programmazione.
3. Si propongono le priorità strategiche su cui impegnare l’area vasta per il miglioramento della qualità della vita.
(Per il dettaglio delle cosiddette “dorsali” - già approvate da Consiglio delle Istituzioni (all’unanimità) e Assemblea del Partenariato - o progetti-bandiera selezionati dalla Cabina di Regia vi rimandiamo al link http://www.capitanata2020.eu/index.php?option=com_content&task=view&id=115&Itemid=103).



M. IULA = CI RISIAMO, I “FOGGIANI” VOGLIONO ACCAPARRARSI TUTTO. GARGANO PENALIZZATO. CONFIDIAMO IN GATTA. La mappa di interessi si palesa nella gerarchizzazione dei progetti presentata per la prima fase stralcio, che mobiliterà circa 50 milioni di euro sul territorio provinciale. In sostanza, nel momento-clou di assegnazione dei primi fondi disponibili, emerge una frizione tra gli attori protagonisti della Cabina di Regia di Capitanata 2020. Col rischio sempre più probabile che, se le istanze di emendamento proposte dal presidente del Parco Nazionale del Gargano, Giandiego Gatta, non verranno accolte, la rottura potrà essere insanabile, con grevi ripercussioni sugli equilibri interni. In quest’ottica, la stessa funzione di coordinamento dell’ente Provincia perde inevitabilmente di peso, con la conseguente fuoriuscita dal tavolo di concertazione. Qualora si verificassero queste condizioni - l’impossibilità della “quadratura del cerchio” - ogni discorso sulle logiche di sistema cadrebbe nel vuoto, insieme alla “vision” complessiva dello sviluppo infrastrutturale ed economico del prossimo quinquennio, in linea coi fondi strutturali europei.

La nube oscura all’orizzonte arriva proprio dal Gargano, con la possibilità che l’intera area possa “distaccarsi” dalla progettazione fin qui delineata con la presentazione di un progetto autonomo: in questo caso la frattura sarebbe insanabile compromettendo tutto il resto, comprese le velleità della linea dell’assopigliatutto foggiano (...) Poco è stato fatto per il settore turistico (…) Qualcosa non quadra se si osservano i primi dieci progetti di ogni settore. Solo un quinto della prima fetta di finanziamenti viene stanziata per l’area garganica, a fronte di un interesse che può contare su numeri che parlano da soli: quasi la metà dei Comuni coinvolti è situata lì (sul Promontorio; ndr). E allora, come si spiega la preponderanza (degli altri Comuni; ndr), ad esempio nella dimensione “reti e mobilità”, di progetti che fanno capo a interessi di una sola parte del territorio? (…)

E il turismo? In quest’ambito non è affatto considerato. Bisogna andare a spulciare tra i progetti “Produzione e servizi” per trovare (8° posto), lo “sportello unico per il turismo”, che però fa figurare come ente promotore l’Area Vasta, in luogo dei Comuni costieri del Gargano che lo rivendicano a pieno titolo. Un altro successo si registra nella dimensione “Ambiente e spazio rurale”, dove il progetto di “messa in sicurezza dei movimenti franosi sulle coste” si piazza al 4° posto. Si aggiunga il “piano antincendio” e la prerogativa turistica pare terminata (...) Ai garganici non basta e la minaccia di rottura definitiva si fa più concreta.

M.IULA (ieri) = O SI RINVIA O IL GARGANO FA SALTARE IL PIANO. Da una parte gli interessi dei “feriti” del Gargano vocato al turismo, dall’altra “l’asso pigliatutto” rappresentato dalle macroaree dell’Area Vasta e dal Comune capofila (Foggia; ndr). Ma c’è una novità: una nota, che dovrebbe pervenire la prossima settimana, dall’assessore alla Programmazione della Regione Puglia, Michele Pelillo, la quale conterrebbe le indicazioni per gli “aggiustamenti” al quadro generale della gerarchizzazione dei progetti sin qui delineata. Allora, come giustificare tanta fretta (chiudere cioè entro lunedì 30; ndr)?

Le pressioni giungerebbero soprattutto dal sindaco di Manfredonia, Paolo Campo (Pd; ndr) e dalla Cgil. Quale l’interesse alla chiusura accelerata, soprattutto a fronte del documento regionale che verrà prodotto nei prossimi giorni? Non si comprende (…) La polarizzazione degli interessi ha schiuso due scenari differenti e contrapposti. Da una parte il pressing degli “integrati”, con la proposta dell’approvazione definitiva nel prossimo incontro, ma con la clausola della possibilità di emendamento successivo per accontentare gli “apocalittici”. Questi ultimi, invece, pongono la questione della necessaria valutazione dell’importante testo contenente le “istruzioni” della Regione e, pertanto, chiedono di procrastinare la scadenza al 30 aprile (... ).

Se le cose non cambieranno entro lunedì, tutta l’area garganica rappresentata da Gatta voterà contro, creando una frattura grave che avrebbe forti ripercussioni a livello regionale. Resta la compattezza rappresentata dallo zoccolo duro dei sindaci della zona costiera (...) che “promettono battaglia” in difesa degli interessi dell’area territoriale che produce una fetta “troppo importante del Pil provinciale”.

A.BASILE = LORO (riferito agli ulivi; ndr) C’ERANO PRIMA DI NOI. DOBBIAMO FARE IN MODO CHE CI SIANO ANCHE DOPO DI NOI. ANCORA UNA VOLTA STANNO PER FARE FESSO IL GARGANO? Personalmente ritengo che non possiamo stare silenti e aspettare che le cose accadano. Quando ho visto nascere il movimento delle associazioni garganiche pensavo, e tutt'ora penso, che fosse di ciascun individuo e di ciascuna associazione farsi carico delle mancanze della politica. Non per sostituirla, ma per aiutarla a fare bene. Ritengo che in questa circostanza la politica di tutto il territorio foggiano, in particolare del Gargano, abbia bisogno di sentire la nostra presenza. Credo che il nostro intervento possa aiutare a mettere da parte gli interessi del singolo Comune e far prevalere una visione di insieme che possa far sì che tutta la politica del Gargano, in primis, e degli altri territori della provincia di Foggia prendano questa volta le decisioni giuste per le comunità che vivono il territorio.

MICHELE EUGENIO DI CARLO = SI RISPETTI IL GARGANO O SALTI PURE IL TAVOLO. Inutile e controproducente, ormai, nascondere le profonde e sofferte motivazioni che stanno all’origine delle lamentele che periodicamente si elevano dalla Montagna del sole: il Gargano soffre di uno stato di isolamento politico-istituzionale che rivendica a gran voce equità, pari opportunità, maggiore considerazione nella ripartizione delle risorse finanziarie da destinare agli enti territoriali.

E’ imperativo alzare il livello del contendere per uscire dal secolare stato di abbandono e di isolamento che costituisce ormai patrimonio genetico del Gargano per dare finalmente una risposta concreta a scelte politiche devastanti per il nostro territorio, offensive per la nostra dignità, spesso arroganti e presuntuose che, com’è stato più volte ricordato, non hanno mai tenuto in debita considerazione che il reddito turistico del Gargano, tra i più alti della Puglia, ha da sempre evitato alla provincia di Foggia di porsi agli ultimi posti della classifica nazionale dei redditi.

Non una polemica sterile, ma un fatto che il Gargano sia ormai a bassissimi livelli in termini di qualità della vita, di servizi, di infrastrutture, per non parlare nello specifico di servizi sanitari, laddove in molte aree costiere si rischia la vita per mancata assistenza o assenza di pronto intervento. E come non considerare un’agricoltura ridotta in molte aree a monocoltura olivicola in via di abbandono nelle zone collinari, in crisi anche nelle aree di pianura, che andrebbe sostenuta con un piano complessivo di interventi finanziari rivolti alla promozione e alla commercializzazione.

E che dire dei riflessi negativi di una mancata politica di sviluppo sostenibile su un’occupazione giovanile sempre più incerta, difficile, precaria, vero foglio di via per l’abbandono del suolo natio e il trasferimento di una generazione quasi intera verso altre mete. E perché non parlare di un territorio troppo spesso martoriato, abusato, cementificato, soggetto a scarichi di rifiuti indiscriminati e a mille discariche abusive che costituiscono un gravissimo attentato alla salute pubblica, che pertanto richiede scelte politiche precise a tutela e a difesa di finanziamenti rivolti alle tante bonifiche necessarie (...) Unire dunque le forze per un comune e condivisibile obiettivo: il rilancio del Gargano, della sua cultura, del suo ambiente e della sua capacità millenaria di accoglienza.

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