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17/03/2008

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"Black Madame, la curva del panico"

Clicca per Ingrandire «Il giallo è il sonetto. Preciso, terso, simmetrico. Il noir è l'ode. Non ha regole formali, né una struttura precisa. Le sue vette non hanno limiti, così come non hanno limiti i suoi abissi» (Michael Gilbert).

«Il giallo è mistero, mistero. Il noir è l'esatto contrario del Paradiso»(Michel Grisolia)


Recensire «Black Madame. La curva del panico», romanzo noir di una sconosciuta Pàmela Garden (solo come pseudonimo, però, in quanto chissà chi si cela nei suoi panni!), edito in questi giorni da Maremmi, noto editore fiorentino (collana L’Autore Libri), mi è sembrata, inizialmente, una proposta-paradosso per chi, come me, si occupa soprattutto di storiografia.

Una perplessità che si è sciolta dopo la lettura, decisamente intrigante, delle prime pagine. Ho deciso di accettare la sfida, leggendo tutto d’un fiato le 360 rimanenti, lasciandomi avvincere dal semplice, purissimo gusto della lettura.

Ma cos'è esattamente il noir? Cosa lo distingue dal giallo?

Il noir trae origine dal crudo realismo della scuola hard-boiled di Hammett e Chandler, sviluppatasi negli Stati Uniti a partire dagli anni '20 come reazione all'artificiosità del giallo classico (quello, per intenderci, della Christie o di Conan Doyle). Un genere oggi molto di moda, che sta avendo una fortuna crescente. Si pubblicano parecchi titoli, sia stranieri che italiani, i media ne parlano, i lettori li apprezzano.

Come io ho apprezzato «Black Madame».

Ecco la trama essenziale su cui ruota la vicenda. La location è un piccolo centro imprecisato dell’entroterra molisano, sconvolto nella sua tranquillità e nel suo apparente perbenismo da un segreto che tutti intuiscono ma che nessuno, in mancanza di prove, si azzarda a rivelare. Un’antiquaria di nome Camilla si ritrova implicata, suo malgrado, nell'omicidio di un giornalista, cui seguono altre morti misteriose segnate dalla firma di un serial killer. Le figure femminili oscure, inquiete, che emergono a poco a poco nella vicenda danno vita a un incessante susseguirsi di colpi di scena, nei quali la verità sembra perdere sempre più consistenza, lasciando spazio a un solo interrogativo: chi è Black Madame?

Un romanzo appassionante, ma decisamente non di evasione. Un testo che non diverte, non distrae affatto il lettore, ma lo tiene in tensione forte, lo turba, lo disturba, lo spiazza, come nella tradizione del migliore noir. La Garden getta sulla realtà della provincia italiana il suo sguardo lucido, impietoso e tagliente, mettendone in evidenza tensioni e contraddizioni, portandone alla luce il lato oscuro, le zone d'ombra, facendo riflettere sui mutamenti sociali, culturali e di costume di un'inquieta e turbinosa contemporaneità.

Sondare le pulsioni più oscure che si agitano nella mente umana la porta a elaborare una concezione morale decisamente complessa: i confini tra il Bene e il Male sono labili e sfuggenti, è difficile distinguere i "buoni" dai "cattivi" (le protagoniste sono figure estremamente sensuali, lacerate, ambigue, alle prese con insondabili drammi interiori).

Incentrando «Black Madame» sulle lacerazioni e le fratture dell'ordine costituito, l’A. fruga nelle zone d'ombra della nostra società, mettendone a nudo la corruzione e il degrado, le contraddizioni e i conflitti che vi si annidano, un'esplorazione del lato oscuro dell'uomo, una discesa negli inferi del male e del negativo.

L'attenzione si sposta dalla figura dell'investigatore e si focalizza su quella del serial killer, che viene smascherato attraverso i procedimenti della “detection”, ma soprattutto attraverso l'approfondimento psicologico.

All’apparente trionfo della Giustizia, la Garden oppone un lucido, disincantato pessimismo, che si sostanzia in una visione cupa e tragica dell’esistenza. Come nella migliore narrativa noir, manca il lieto fine: nessuna luce spazza via una volta per tutte le tenebre, e i tentativi di imporre un ordine al caos dilagante si risolvono in un drammatico scacco esistenziale.

Due i finali del romanzo, le cui ultime pagine vedono come location il Gargano. Uno più classico, chiuso; l’altro aperto a successivi inquietanti sviluppi che preludono… alla continuazione della storia.

Ma il mistero non si esaurisce qui. Resta quello dell’estensore del noir.

Pàmela Garden (ricordiamolo: è uno pseudonimo) ha orientato il proprio lavoro verso una concezione dello stesso tutta al femminile: nella psicologia delle protagoniste, nel tratteggio caratteriale dei personaggi, nello stile medesimo improntato a quell’ottica particolare, bagaglio genetico dell’altra metà del cielo. Di lei si conosce solo che è meridionale di nascita e formazione (di quale Meridione si tratti, non si sa!) ma abitante del mondo, e che nella vita ha seguito in parallelo due strade: l’insegnamento e il giornalismo (lo si legge nella quarta di copertina).

Basteranno al lettore… curioso questi segnali , oltre a quelli sparsi qua e là nel testo, per scoprire da sé chi si cela sotto i panni di Pàmela Garden? TERESA MARIA RAUZINO °°°°°



CHI E’ L’EDITORE DEL LIBRO

Giorgio Maremmi è un noto editore fiorentino, cui fanno capo diverse sigle editoriali (Firenze Libri, L'Autore Libri Firenze, Firenze Atheneum).

Maremmi, che stampa libri ormai da mezzo secolo, ha scritto un libro che ogni autore, con un manoscritto nel cassetto, dovrebbe leggere. S'intitola “Avalon - L'agenda dello scrittore”. Conduce l'aspirante autore in un viaggio lungo le oscure e contorte strade del mondo editoriale.

Paolo Bianchi, nell’articolo “Avalon, l’isola editoriale che non c’è” pubblicato sul “Giornale” del 30 gennaio 2004, scrive che secondo Maremmi « Il successo di uno scrittore è legato a una “quota d'imponderabile”. Con ciò, velleitari e vanitosi sono avvertiti. Fuori dai salotti della letteratura aristocratica e fuori dalla “Scuola del pianto” («scrittori tetri svirilizzati... tutti travolti dall'autocommiserazione e dal delirio della delusione»), l'unica via da percorrere è quella che conduce, appunto, a una Avalon, una terra cavalleresca e leggendaria, una terra da Re Artù. Lì si trova, ammesso che esista, un uomo editore il quale «non può fare a meno di cercare qualcosa negli altri uomini, anche se non li ama, anche se è un solitario, anche se è un asociale. È convinto che il meglio degli altri uomini, il meglio di un mondo per troppi aspetti spiacevole, ma anche bello perché formicolante di cose imperscrutabili, venga soprattutto dagli uomini scrittori».

«È Giorgio Maremmi un editore alla ricerca di Avalon? – si chiede ancora Paolo Bianchi - Per capirlo basta curiosare fra i suoi titoli, 250 circa l'anno, interamente riportati sul sito Internet www.firenzelibri.com. Si incontra di tutto: narrativa, poesia, saggistica accademica e non. Molti di quegli autori, magari, hanno spedito i loro manoscritti a editori che Maremmi stesso non esiterebbe a definire protervi, violenti, bugiardi, dilettanti, contrabbandieri, birbanti. Infine, sono approdati qui. Anche questi autori, forse, sono alla ricerca di Avalon».

Noi, non potendo dar conto, per ovvie ragioni di spazio, dei titoli del catalogo Maremmi, ci siamo limitati a segnalarne uno, uscito nel 2008 appena iniziato: “Black Madame”, appunto, di Pàmela Garden, misteriosa A. legata alla nostra terra.

La recensione di Teresa Maria Rauzino è stata pubblicata il 3 gennaio 2008 sul quotidiano L'ATTACCO.

SCHEDA DEL LIBRO
Autore: Pàmela Garden

Titolo: Black Madame

Editore: L'Autore Libri Firenze

Genere: noir

Collana: Biblioteca 80. Narratori

Pagine: 368

ISBN: 8851714428

Data pubblicazione: 2008

Prezzo: € 18,50
Per acquisti on line cliccare su UNILIBRO

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