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12/03/2009

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CONSIDERAZIONI E APPROFONDIMENTI SUI CONSIGLI COMUNALI

Clicca per Ingrandire Dal consigliere comunale Antonio Guerra, ex candidato sindaco per la lista “W Peschici” (foto del titolo, il logo; ndr) alle elezioni di aprile 2008 attualmente esponente della minoranza, riceviamo e pubblichiamo.

“Ancora prima della fissazione dell’ultimo Consiglio, la minoranza aveva svolto varie iniziative ed era apparsa sulla stampa con proprie dichiarazioni e vari interventi, richieste e lettere aperte. Non è più una novità il trattamento ostruzionistico della maggioranza che danneggia la minoranza da quasi un anno, in quanto l’opposizione non vede rispettare i propri diritti né è messa nella condizione migliore per svolgere i propri doveri o il proprio mandato. Non ha né mezzi e nemmeno spazi sul Comune. Pare che non ha alcuna sede sul Municipio. Si tratta di mancanze e di non applicazione delle norme, dimenticando che in un Consiglio si confrontano le responsabilità e che non si tratta di una semplice presenza di persone o di semplice adunanza.

“Poi c’è il pubblico. Anzi è grazie al pubblico che si dà corso allo svolgimento della Democrazia e si contestano i metodi antidemocratici o di tipo dittatoriale. Proprio per il rispetto dei ruoli dei consiglieri di minoranza e dei principi, sia della Carta Costituzionale sia dello Statuto comunale, nonché di quelli del regolamento per la funzionalità del Consiglio comunale, si è stati costretti (nell’ultima seduta consiliare; ndr) a chiamare l’intervento della forza pubblica. Una politica che pare non gradire la volontà della minoranza di chiedere la possibilità di instaurare un dibattito sui temi che interessano l’opinione pubblica, anche quest’ultima motivo di rigetto da parte della maggioranza.

“La maggioranza forse non sa, o non vuole ammettere di dimostrare di sapere, che una politica incapace di generare dibattito è destinata a consigliare male un paese. Pertanto, la non voglia della stessa di instaurare un confronto con la minoranza è causa di dolo che costituirebbe aggravante qualora il Comune si venisse a trovare in situazioni di forte pericolo, o di rischio, poiché già versa nel disagio. Idee, analisi, proposte, iniziative, quando sono assenti determinano una ‘politica povera’. E’ ciò che la minoranza intende scongiurare. Una ‘politica povera’ è al tempo stesso debole, a volte anche inefficace. Invece, una politica è ricca quando è legata a una attiva partecipazione del Popolo e dei propri Consiglieri.

“La democrazia è la forza di governo caratterizzata da un’attiva partecipazione del Popolo alla vita politica del Paese. Tale partecipazione la si vede anche nei Consigli comunali, grazie al coinvolgimento dell’opposizione. Ma tutto ciò dà fastidio a coloro che intendono un Consiglio o il Consiglio come una semplice formalità da sbrigare il più velocemente possibile e per soli fini ratificativi. Questi sono coloro che vedono il Consiglio comunale non come un luogo di dibattito, cioè dove andare a discutere, e di partecipazione e confronto, bensì come luogo di semplice comparsa. Ecco perché quando si discute si crea sempre tensione a causa della maggioranza insofferente a questa impostazione.

“Non è un caso che a Peschici i Consigli comunali venivano sempre snobbati ed erano sempre poco partecipati. Con le nuove opposizioni, cioè con l’attuale opposizione-minoranza, non è più così. L’opposizione intende onorare il proprio mandato affidatogli dalla maggioranza del paese. E la maggioranza è insofferente. Adotta anche i vecchi vizi della politica del passato. Si rifugia nella vecchia prassi. Una prassi sbagliata di cui l’opposizione non solo è estranea ma anche non interessata. L’opposizione chiede il rispetto delle regole, dei diritti e dei doveri.

“Chi era presente al Consiglio comunale del 24 Febbraio scorso si è reso conto della fondatezza delle ragioni della minoranza-opposizione e che un Comune non può pretendere dai cittadini il rispetto delle regole se poi è esso stesso a non rispettare le leggi fondamentali di uno Stato. Un Ente che non applica o non rispetta la Costituzione italiana, lo Statuto comunale, il Regolamento consiliare, e non inquadra l’etica in principio eguale per tutti diventa fonte di problemi e di tensioni. Un Ente privo di Legge e di Leggi, credibilità, legittimità, autorevolezza. Un luogo dove è a rischio l’integrità e la convivenza civile. Un posto dove non c’è rispetto né osservanza della regola. E dove i Codici sono solo optional. A cominciare dal Codice Civile.”

Antonio Guerra


(NB. Per correttezza professionale, sentiamo il dovere d’informare i lettori – e ancora una volta lo stesso autore, già avvertito – di aver enucleato dalle “riflessioni” del consigliere Guerra (senza violentarne senso e significati) ogni riferimento da lui operato nei confronti della cronaca stesa per il sito dal nostro Martino e del suo lavoro - frutto di precise indicazioni di questa Direzione Editoriale - per non aprire un inutile contenzioso che non porterebbe nessun beneficio al discorso prettamente politico dello stesso consigliere)

 Redazione

 

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