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01/03/2009

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APPUNTAMENTO (MANCATO) AL CINEMA

Clicca per Ingrandire Purtroppo neanche a questo appuntamento possiamo registrare un’impennata d’orgoglio nelle giovani menti della nascente “intellighentia” peschiciana. Le due scuole superiori assommano a circa 120 elementi, abbastanza perché qualcuno di questi ami il cinema. E invece NO!

Continua ostinato il boicottaggio del cineforum, nonostante il nostro reiterato appello, sempre caduto nel vuoto. Oberati al punto da non trovare due ore e mezzo da dedicare a un’iniziativa che potrebbe rappresentare l’inizio di un discorso culturale nel nostro paese permanentemente depresso? Che tristezza!

La parabola, più che la leggenda del santo bevitore (il film in programma ieri sabato 28; ndr), racconta la vicenda esemplare di un barbone alcolizzato, Andreas Kartak, che dopo aver ucciso il marito dell’amante fugge a Parigi. Con in tasca un documento su cui è vergata la parola “espulso”, vive (nonostante tutto) sotto i ponti del Lungosenna. Un giorno accetta un po' di denaro da un passante con la consegna, e la fiducia, di andare a restituirlo la domenica seguente sottoforma di offerta alla cappella di Santa Teresa di Lisieux.

Ripetutamente, l’emarginato Andreas ottiene somme di denaro sufficienti a saldare i propri debiti e poter così ritrovare onore e dignità, ma altrettante volte si lascerà andare alle più svariate forme di dissipazione (vizi, vecchie amicizie, amorazzi), prolungando nel tempo la sua agonica dipendenza dall’alcol.

Per l'ennesima volta giunge fino al bistrot vicino alla cappella e qui, sempre più ubriaco, viene colto da malore. Poco prima di morire vede entrare nel locale una adolescente. Pensando si tratti di Santa Teresina venuta a cercarlo per il perdono e convinto di essersi salvato, Andreas si accascia in pace nella serenità dei santi, riscattando finalmente la propria “vita distratta” e mai dimenticando di avere contratto un debito sull’onore con la piccola santa.

L’ambientazione metropolitana in una Parigi sfolgorante (negli esterni da pittura impressionista e negli interni densi di ombre inizio Novecento) rende vividamente i bagliori della notte interiore che i fumi dell’alcol “flèsciano” nella psiche allucinata del protagonista.

Maria Mattea Maggiano

 Redazione

 

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