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19/02/2009

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PERCHE SANREMO E” SANREMO!

Clicca per Ingrandire L'Italia è come un ombrello sotto la pioggia: salva solo chi sta bene e asciutto. I cittadini che stanno sotto l'ombrello non si bagnano. Quelli, invece, che non trovano posto e non sono coperti o riparati subiscono e assorbono tutta l'acqua, e i malanni, che la stagione riversa sulla terra. Si parla tanto di crisi, di problemi e di disoccupazione. Poi arriva Sanremo. Tutto svanisce. Lo Stato paga solo a Bonolis la bellezza di 1.000.000 (un milione) di euro per soli tre giorni di lavoro.

E’ bene chiedersi: è mai possibile che in Italia non ci siano lavoratori che si accontentino di meno
soldi e in grado di condurre un festival per far cantare una ventina di persone? E immaginiamo, poi, cosa comporta tutto il resto? Specie quando a pagare è lo Stato! Non è forse una forte provocazione, poi, dire o sostenere che non ci sono soldi pubblici per pagare o “realizzare” cose e opere più importanti e urgenti?

I soldi pubblici sono dei cittadini e non appartengono a Del Noce. Il direttore di un'Azienda di
Stato dovrebbe avere più rispetto verso la Nazione. La maniera di consumare i soldi pubblici alla Paperon dei Paperoni offende ogni principio di buon senso. Ma in Italia, forse, tale modo di fare è ormai cosa normale, tanto è vero che ci sono 7-8 milioni di persone povere e bisognose. E' la Politica del togliere ai poveri o ai già poveri per dare ai già ricchi e ai già strapagati. Cosa devono pensare a questo punto i disperati ovvero quanti si battono per una più equa Giustizia Sociale?
Forse a una rivoluzione militare o a una conversione morale della Nazione? Oppure altro?

Al momento vi è da pensare e chiedersi: può mai essere credibile un Governo che predica bene e razzola male visto che permette, favorisce e garantisce tutto questo? Un governo dei falsi miti?
Un governo dello spendere subito e tutto! Un governo dell'effimero, del gioco, dei pacchi, dei soldi facili e delle illusioni? La cosa più grave è, comunque, quella che vede un'Italia invasa, oltre che dai falsi miti, dello spettacolo e del calcio, anche da una marea di persone pubbliche stipendiate che grazie ai soldi dei cittadini distruggono non solo il buon senso ma anche lo Stato di Diritto.

Infatti, di questi tempi, notiamo sempre di più un fenomeno: quello del sazio che ha poca comprensione verso chi soffre e non solo. E intanto la realtà, non certo dei reality senza pudore, vede crescere quelle mancanze spesso alimentate da gente senza scrupoli e cattivi maestri che oltre a digiuno e povertà producono e moltiplicano rabbia e frustrazioni.

L'Italia è diventata come un ombrello. Un ombrello che non sempre riesce a coprire e proteggere chi si trova in mezzo a una strada e si bagna ogni volta che passa una perturbazione atmosferica e cade la pioggia come quella degli attuali giorni grigi e freddi.

Tonino Guerra



Approfittiamo di questo spazio per segnalare una curiosità sul Festival di Sanremo di Alessio Alaimo (www2.melitoonline.it): le Top e i Flop.

Le Top 5

1) Giuseppe Povia: “Luca era gay”. Il cantante ha avuto il coraggio di affrontare una tematica molto importante, sul palco dell’Ariston, nonostante mesi prima gli siano piovute critiche molto pesanti e affrettate a causa del titolo. Il brano è molto significativo e dotato di altrettanta orecchiabilità.
2) Marco Carta: “La forza mia”. E’ la sua prima volta sul palco dell’Ariston e presenta un brano che si rivolge ad un pubblico giovanile. Molto orecchiabile.
3) Gemelli diversi: “Vivi per un miracolo”. Forse al festival di Sanremo non farà strada ma, sicuramente ne farà tanta in radio. Probabile che diventerà il nuovo tormentone.
4) Pupo, Yossou Ndour e Paolo Belli: “L’opportunità”. Una canzone contro il razzismo e dotata di buona musica.
5) Francesco Renga: “L’uomo senza età”. Dopo “Angelo”, questo potrebbe essere un nuovo successo firmato Francesco Renga. La canzone si memorizza facilmente ed è anche la favorita per la vittoria del festival, ma, indipendentemente dal risultato della 59.ma edizione della manifestazione canora, sarà comunque un successo in radio. Ne siamo sicuri.


I Flop 5

1) Iva Zanicchi: “Ti voglio senza amore”. Paolo Bonolis ha provato a giustificarla, affermando che anche una donna in età avanzata ha diritto alla sessualità ma, un brano simile, è impresentabile al festival di Sanremo (va al ripescaggio; ndr).
2) Marco Masini: “L’Italia”. Nel brano si evince il suo solito stile pessimista. In un periodo costituito da brutti avvenimenti, non è necessario ricordarli al festival di Sanremo e addirittura menzionare Dino Zoff, offendendolo con la seguente frase: “l’Italia è un paese che resta tra i pali come Zoff”. Questa canzone, porta al punto di rimpiangere suoi brani come “Vaffanculo” o “Bella stronza” ed è quanto dire.
3) Sal Da Vinci: “Non riesco a farti innamorare”. Gigi D’Alessio, non si è presentato al festival di Sanremo ma, ha mandato il suo clone, a cui fa cantare un brano troppo melodrammatico. Insomma, non è proprio il massimo (al ripescaggio).
4) Albano: “L’amore è sempre amore”. Caro Albano, si ricordi che Sanremo è arrivato alla cinquantanovesima edizione e che viviamo nel 2009; con il suo brano sembra di essere tornati indietro di circa trent’anni (al ripescaggio).
5) Tricarico: “Il bosco delle fragole”. Si era già presentato lo scorso anno con “Vita Tranquilla”, ma, adesso, con questo nuovo brano, ha toccato la vetta della mediocrità (al ripescaggio).

Gli altri 2 ripescati dei sei complessivi: Niki Niccolai e gli Afterhours.

Alla fine della terza giornata ripescati fra i sei non entrati nella prima graduatoria: Albano e Sal Da Vinci. La Zanicchi non ce l'ha fatta.

 Redazione

 

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