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30/01/2009

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CINEFORUM PESCHICI: APPUNTAMENTO N. 3

Clicca per Ingrandire Jane Austen descrive poeticamente, con intelligenza e ironia, la vita delle giovani donne e la società nella campagna inglese del Settecento, anche attraverso una minuziosa caratterizzazione psicologica e comportamentale dei personaggi della storia. Il manoscritto originale, composto fra il 1796 e il 1797, fu pubblicato nel 1813.

La prima frase del romanzo è uno degli “incipit” più noti della letteratura inglese: "È una verità universalmente riconosciuta che un uomo scapolo in possesso di una vasta fortuna debba essere alla ricerca di una moglie". Il film, di genere sentimentale, trasposizione di un classico universale della letteratura inglese, è diretto da Joe Wright e interpretato da Keira Knightley, Matthew MacFayden, Tom Hollander, Brenda Blethyn, Donald Sutherland (durata 127 min. - Gran Bretagna 2005).

Nella vivace Inghilterra campestre di fine ’700 (mentre nella vicina Francia scoppiava la Rivoluzione francese), l’impagabile Signora Bennet mette a segno un’avveduta politica matrimoniale, selezionando pretendenti possidenti, di terre e titolo, per le sue cinque figlie. La classe borghese, priva ancora del potere politico, si unisce in matrimonio alla classe aristocratica al potere. Una soluzione tutta all’inglese.

Dare un’occhiata all’intricatissima trama può essere utile prima della visione del film, per non smarrirne il filo logico. Un giovane aristocratico a cui non difettano le ricchezze, Charles Bingley, affitta la tenuta vicina a quella dei Bennet, a cui non difettano invece le figlie da maritare. Una sera, durante una festa danzante, Bingley fa il suo ingresso nella sala scatenando lo scompiglio tra le fanciulle del paese che desiderano un giro di danza e un (buon) partito.

Accompagnato dall'altezzosa sorella e dal bello quanto presuntuoso Signor Darcy, Bingley si innamora perdutamente della primogenita dei Bennet, la timida e placida Jane. Amore a prima vista sarebbe anche per Darcy e la secondogenita Bennet, Lizzie, se non fosse per quella loro indole indomita e poco incline al confronto. Troppo orgogliosa lei, troppo prevenuto lui. Dopo equivoci e incomprensioni il disprezzo diventerà sospiro e i due testardi amanti finiranno per cedere l'uno all'altra dentro un'alba che incendia la brughiera.

La borghesia era già protagonista del progresso economico ma ancora priva del potere politico. Borghesia che come l'intraprendente quanto imbarazzante mamma Bennet comincerà presto a insidiare il primato dell'aristocrazia sconvolgendo le rigide divisioni di classe. Elizabeth (Lizzie) è una delle più intense protagoniste femminili della letteratura, illuminata eroina della Ragione. Epilogo romantico, poiché l’amore trionfa, nonostante orgoglio e pregiudizi.

Maria Mattea Maggiano

 Redazione

 

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