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05/01/2009

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INCENDIO: NON “LUOGO A PROCEDERE”. IL COMMENTO DEI FAMILIARI

Clicca per Ingrandire Il giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Lucera, Carlo Chiriaco, ha accolto integralmente questa mattina la richiesta di archiviazione presentata dalla Procura in merito all'incendio di Peschici che vedeva imputate sei persone (il proprietario dell'uliveto dove ebbe inizio il rogo, un dipendente dell'Anas, tre turisti e un imprenditore peschiciano), tutte accusate a vario titolo di omicidio colposo plurimo, lesioni colpose e incendio boschivo colposo.

Archiviazione accettata, come si legge nelle motivazioni, per mancanza di prove che accertino la responsabilità colposa dei sei indagati e il dolo dell'incendio, e richiesta dalla Procura lucerina a febbraio 2008 e ribadita lo scorso 26 novembre durante l'udienza camerale per “insussistenza di elementi sufficienti a sostenere l'accusa in giudizio”, come sosteneva il pubblico ministero inquirente Claudio Rastrelli.

Il 24 luglio del 2007, lo ricordiamo, si sviluppò quel terribile incendio che mandò in cenere migliaia di ettari di macchia mediterranea e costò la vita a tre persone (i fratelli Carmela e Romano Fasanella, avvolti dalle fiamme mentre erano a bordo della loro autovettura, e Domenico De Nittis, venditore ambulante gravemente ustionato mentre cercava di salvare la sua bancarella, deceduto qualche giorno più tardi a Genova).

"Siamo molto soddisfatti dell'esito della sentenza - ha detto questa mattina l'avvocato Michele Sodrio, legale del dipendente dell'Anas Donato Totaro - ma preannunciamo azioni legali nei confronti dei tre turisti veronesi che calunniarono il mio assistito accusandolo, all'epoca dei fatti, di non essersi attivato in tempo per i soccorsi".

Teleradioerre


Interpellato sulla questione, uno dei familiari delle vittime, l’avvocato amministrativista Domenico Fasanella nipote dei fratelli Romano e Carmelina Fasanella (entrambi deceduti nell’incendio del 24 luglio 2007 insieme a Domenico De Nittis), si è espresso nei seguenti termini.

“Sulla posizione dei 6 indagati prosciolti non vogliamo esprimere commenti. La mia famiglia ritiene, comunque, che nel rogo di Peschici vi siano delle ulteriori responsabilità a carico delle istituzioni quantomeno in relazione ai ritardi nei soccorsi, in quanto non è possibile accettare che un intero paese, oltretutto pieno di turisti, sia stato lasciato in balia delle fiamme per ore senza un adeguato intervento dei mezzi di spegnimento, soprattutto aerei, che avrebbero invece potuto circoscrivere l’incendio in poco tempo. I miei zii – continua Domenico Fasanella – sono morti a diversi chilometri di distanza dal punto in cui è divampato l’incendio, ed a distanza di oltre cinque ore dal momento in cui esso si è sprigionato, per cui c’era tutto il tempo per intervenire ed evitare che si consumasse una simile tragedia. Non escludo che in futuro vengano intraprese iniziative da parte dei miei familiari, finalizzate non tanto alla ricerca di un capro espiatorio, ma volte soprattutto a sensibilizzare tutte le autorità preposte in materia di sicurezza, allo scopo di evitare che in futuro abbiano ancora a verificarsi simili tragedie nel nostro paese”.

 Teleradioerre (+ Redazione)

 

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  Commenti dei Lettori:

-- 06/01/2009 -- 14:00:55 -- Actarus

Bene. Anzi, Benissimo!!! Archiviato il procedimento, si è posta la parola fine a ciò che è successo l'ormai lontano e superato 24 luglio 2007. Non ci sono responsabilità, nessun responsabile, nessuna colpa. Non ho ben capito se grazie a questa archiviazione rinverdiranno anche le centinaia di pini bruciati, ritorneranno a risplendere le noste coste, le case, le auto, i campeggi e tutto ciò che 17 mesi fa, senza motivo è stato distrutto. Non luogo a procedere. Questa è la sigla di chiusura del Kolossal "incendio a Peschici". Nessuno pagherà, perchè nessuno ne ha colpa. Ancora una volta la giustizia (con la "g" minuscola) italiana ha fatto il suo lavoro. Viva l'Italia (Donna Rachele docet.)

 
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