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04/12/2008

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ALEPPETE A RISCHIO: ARRIVANO I SOLDI

Clicca per Ingrandire L’ente Parco ha stanziato 20mila euro per aiutare i due Comuni colpiti da scolitide: Peschici e Vieste. Lo scolitide (foto 1 sotto; ndr) è un parassita secondario perché come specie attacca solitamente alberi di medie o grandi dimensioni, ma deperienti, in quanto già danneggiati da eventi climatici o indeboliti da altre patologie. In questo caso: dagli incendi passati e dalla lunga siccità degli ultimi tempi. Ecco spiegate le cause della moria.

A Vieste il fenomeno è ancora agli esordi - circa tre o quattro gli ettari “colpiti” - più esteso invece a Peschici. “Questo attacco di parassiti al nostro prestigioso patrimonio floreale proprio non ci voleva, soprattutto dopo gli incendi che hanno già duramente segnato l’area protetta. Per questo il Parco ha stanziato fondi per aiutare i Comuni interessati” afferma il presidente del Parco Nazionale del Gargano Giandiego Gatta.

“Dopo l’allarme del Corpo Forestale – aggiunge - abbiamo attivato il servizio fitosanitario regionale e stanziato fondi per gli interventi”. Interventi (abbattimenti cioè degli alberi disseccati per circoscrivere il danno), che devono essere realizzati con una certa tempestività perché il fenomeno ha i suoi picchi, di solito, in primavera “per cui vi è necessità di agire con una certa tempestività”, spiega ancora.

Gli alberi “danneggiati” dallo scolitide mostrano in genere ingiallimenti o arrossamenti della chioma, fori di diverse dimensioni sulla corteccia del tronco e dei rami, dai quali fuoriesce della rosura (prodotto del rosicchiamento; ndr). Sollevando porzioni di corteccia, si riscontrano più tipi di gallerie (foto del titolo).

L’attacco che porta alla morte le piante avviene di solito attraverso questo schema: maschio e femmina costruiscono insieme una galleria di ovideposizione sotto la corteccia parallelamente alla venatura degli alberi. Poi la presenza di un fungo (genere Ophiostoma), veicolato dallo stesso scolitide, porta al completo disseccamento della pianta. Con i fondi stanziati dal Parco si punta a debellare il dannoso fenomeno.

 Ufficio stampa Parco del Gargano

 

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