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23/03/2008

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PLANCTUS MARIAE

Clicca per Ingrandire Ogni Stazione della "Via Crucis" di Alfredo Bortoluzzi (ammirabile nella chiesa madre di Peschici) si commenta da sé. Noi ci soffermiamo sulla XIII, la più drammatica, col personaggio-chiave della Via Crucis: l'Addolorata che tende le braccia al Figlio appena deposto dalla Croce. Afflitta, prende in grembo il 'morto ben', attraverso gli occhi 'riversa il suo cuore ormai sciolto in lacrime', bacia quel freddo Volto e lo stringe al seno. Immagine toccante: nella metafora del cuore che si scioglie in lacrime e sgorga attraverso gli occhi, nel bacio, in questo prenderselo in grembo e stringerlo al seno, la Madre divina si umanizza, diventa simbolo della sofferenza di tutte le mamme quando perdono un figlio. Nei riti funebri garganici è presente questa figura che sul letto della morte piange il figlio, continua a parlargli, ne magnifica la bellezza del corpo perfetto, nel disperato tentativo di negare la realtà della perdita irreparabile e di accettare la realtà della morte. La sera del Venerdì Santo, a Peschici, due cortei processionali, uno con la statua del Cristo morto accompagnato dagli uomini, l'altro con la statua dell'Addolorata seguita dalle donne velate a lutto, percorrono nei due sensi, senza incrociarsi, le vie del paese. Alla fine s'incontrano sotto la Torre del Ponte, all'ingresso del borgo antico, e il sacerdote recita un'accorata omelia sul tema del dolore della Vergine che ha ritrovato il figlio morto dopo una lunga, affannosa ricerca. E' il punto culminante del dramma della Settimana Santa e il sacerdote svolge una parte importante del 'lavoro del dolore', la cosiddetta 'elaborazione del lutto'. L'omelia ha una funzione di rinforzo del 'Planctus Mariae' cantato dalle donne. "Stava Maria dolente", libera versione dello 'Stabat Mater' di Sant'Alfonso De Liguori, ha l'andamento di una nenia: la melodia si snoda nella forma caratteristica del lamento, con tutti i suoi aspetti terapeutici. Le donne sanno trovare parole, suoni e gesti per svolgere il loro personale 'lavoro del dolore'. Lamentano la perdita del Cristo, che rappresenta simbolicamente le proprie perdite. Trovare i modi per 'dire' il dolore è il primo passo verso la sua trasformazione, il suo superamento e la reintegrazione nella realtà. E' l'esperienza del dolore che rende l'Addolorata figura umana, vicina a tutte le donne del Mediterraneo cristiano che si trovano alle prese con le sofferenze della quotidianità.
terry rauzino

 "punto di stella" - mensile d'informazione del gargano

 

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  Commenti dei Lettori:

-- 25/03/2008 -- 16:49:56 -- Giulio

Questa via crucis è molto bella, speriamo che il nuovo parroco non la venda ......

 
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