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01/02/2008

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Lettere aperte ai primi cittadini garganici - VICO DEL GARGANO

Clicca per Ingrandire Maria Libera Ragni (II B Igea - IISS “Mauro Del Giudice” - Rodi G.co) scrive al sindaco di Vico del Gargano, Luigi Damiani °°°°°

Ore 8:52, la nostra prof ci propone come test d’ingresso questa traccia: “Una lettera al sindaco”.
Non lo considererei un tema, bensì un problema. Vico del Gargano è un paese meraviglioso, con gioielli di valore inestimabile, dalla minuscola perla per finire a un monumento tappezzato d’oro. Oro che ha acquistato valore nel corso dei secoli. Non voglio essere pessimista, cinica e quant’altro, ma lei, signor Sindaco, si rende conto della situazione di questo paese? Non mi sembra affatto giusto che Vico debba aspettare la stagione estiva per avere diritto a delle serate di “divertimento”. E poi, perché si fanno mille progetti per i turisti che, parlando sinceramente, non apprezzano le nostre perle preziose… vengono solamente per rilassarsi, e contraddicono le nostre tradizioni, come i fuochi pirotecnici, dicendo che il loro riposo viene disturbato dai “bombardamenti”. Per quale motivo si porgono mille attenzioni su questi turisti che passeggiano per le nostre strade solo due mesi estivi all’anno, e non a noi cittadini che viviamo da una vita in questo paesino?
Forse Lei ancora non si rende conto che il nostro paese è dimezzato in popolazione e continuerà a diminuire sempre di più, se non si prendono provvedimenti. Finirà col rimanere solo con dei vecchi decrepiti, che le diranno sempre di sì ad ogni suo gesto e magari saranno sempre pronti ad applaudirla. Ma dopo che questi vecchi “giovani” passeranno a miglior vita, come si comporterà? Come i piromani della nostra vicina Peschici, che solo dopo aver perso quei boschi hanno capito quanto erano importanti per la loro vita?
E così io, con una sola voce, ma con i pensieri di tutti i giovani, le chiedo di darci motivo per restare in questo paese. Molti sono evasi, stanno evadendo e anche noi un giorno andremo via in cerca di una vita e un futuro migliore, dato che non c’è nessun appoggio per i diplomati in cerca di lavoro, o per potersi mantenere gli studi all’Università. Quelli che sono partiti vorrebbero tornare un giorno alle loro origini, crearsi una famiglia e dire ai propri figli: “Questo è il Gargano e qui passeremo il resto della nostra vita”. Ma potrebbe essere solo un sogno perché ormai tutti i datori di lavoro preferiscono dare due soldi a chi sfrutta il nostro paese, piuttosto che tre a chi può collaborare allo sviluppo sociale.
Questo è ciò che posso riassumere dei miei pensieri 16enni, lei ne ha molti più di me e potrà capire sicuramente meglio ciò che voglio intendere. Cordiali saluti.
M.L.R.


 "punto di stella" - mensile d"informazione del gargano

 

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