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12/10/2008

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SANITA, TICKET: NUOVO RINVIO
Clicca per Ingrandire La confusione che regna ancora negli uffici della sanità pubblica (Asl), negli ambulatori medici e nelle stanze dei commercialisti, dovrebbe diradarsi dopo l’annuncio che la precedente scadenza del 31 ottobre è stata spostata al 31 dicembre. Natale in mezzo alle carte insomma - dato il noto costume italico di ridursi all’ultimo momento - fra moduli rilasciati dagli impiegati Asl, denunce dei redditi da recuperare, code dai consulenti, fotocopie di documenti e attese nelle anticamere dei dottori di famiglia.

Come ormai ben risaputo, la vecchia autocertificazione sulla quale e con la quale abbiamo vissuto finora, che ci permetteva di dichiarare: “Ho diritto al ticket sulle medicine e sulle analisi e sulle visite specialistiche poiché il mio reddito non supera i tot euro” non serve più, non è più condizione senza la quale si poteva godere di tali facilitazioni. Adesso occorre compiere una serie di operazioni che, per comodità di tutti, riassumiamo qui di seguito:

1) recarsi dall’impiegato della Asl di competenza deputato a compilare la prima parte di un modulo (pole position conquistata... E vai!);
2) con questo foglietto ben stretto fra le mani o conservato nel portafoglio
della tasca posteriore o della tasca interna della giacca (per le donne è consentita la difesa del prezioso documento “in petto”, alla vecchia maniera, fra pelle e reggiseno!), raggiungere l’ufficio del personale commercialista (quello che sa quale sia il tuo reddito), possibilmente con qualche documento (carta d’identità, patente o altro) già fotocopiato nella più o meno vicina cartolibreria in modo da non perdere poi altro tempo, per completare i dati coi pochi spiccioli di pensione che s’incassano mensilmente o anche - sono ammesse tutte le categorie! - coi milioni di euro che annualmente s’intascano (dopo “non” aver pagato le dovute tasse!) e non si dichiarano, e assicurrasi così l’esenzione-ticket (… e la griglia di partenza è assicurata... E ri-vai!)
3) consegnare il modulo, ormai privo di spazi da riempire, al proprio medico curante (… e sei in dirittura d’arrivo... E ri-ri-vai!)

A questo (primo) punto, quando la prossima volta – tutti ci auguriamo molto lontana nel tempo – si metterà piede in una farmacia o in un ambulatorio medico o in un ospedale o in un laboratorio di analisi o in una sala radiologica o dovunque cavolo la vita ci costringa a recarci, si è matematicamente sicuri, se si rientra nei paletti stabiliti (e ditemi voi chi non vi rientri!)che non si pagherà un centesimo!

A questo (secondo) punto, ve l’immaginate il vecchietto ultranovantenne che se ne va in giro - a rischio broncopolmonite o sciatalgia, che se già non ce l’ha cronica gli diventa, o è costretto in un letto perché così... gli va – a dare corso alla predetta serie di “incombenze”? Oppure gli studenti che studiano all’estero o sono in giro per il mondo coi soldi di papà (quello che dichiara annualmente di essere nullatenente!) scapicollarsi in Italia per ottemperare alla nuova direttiva?

E tutto ciò perché, secondo voi? Ma perché la lotta agli evasori si fa anche così: mettendo nelle condizioni di far documentare al poveretto che è un povero cristo e all’abbiente (che medicine, analisi, visite specialistiche e ricoveri potrebbe benissimo pagarseli e per solidarietà umana pagarli ad altre decine di bisognosi, di... essere un poveraccio!

A dirla con “donna rachele” – i cui “pungiglioni” riprenderanno a pizzicare quanto prima nella categoria POSTA DEI LETTORI, cliccando su INVIA POSTA – non rimane che ripetere il suo augurio risorgimentale: “Viva l’Italia!”

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