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24/09/2008

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EX MACELLO: CHE DEGRADO!

Clicca per Ingrandire Agli occhi degli innumerevoli passanti, l’ex macello comunale appare avviluppato oggi dal degrado e dall’oblio. Un vero peccato per un pezzo della memoria storica sipontina, in quanto ex campo di concentramento durante la seconda guerra mondiale, e per la cui ristrutturazione erano stati annunciati finanziamenti in pompa magna ben un anno e mezzo fa. Di quei finanziamenti ad oggi non si è saputo più nulla e l’ex mattatoio fa bella (si fa per dire) mostra di sé con i suoi rifiuti e le varie cianfrusaglie abbandonate. L’area, nel cuore della periferia sud della città, pare sia stata eletta a divenire dall’amministrazione “un’oasi urbanistica”, ma al momento sembra essere soltanto una discarica a cielo aperto, che tra l’altro è di pertinenza comunale.

Che fine ha fatto il progetto di riqualificazione? E fino a quando non saranno cantierizzati i lavori, si dovrà convivere necessariamente con tale spettacolo indecoroso? Ai cittadini tutto ciò appare come l’ennesimo schiaffo alla memoria della città, in quanto l’ex mattatoio è ormai risaputo essere stato un campo di internamento per rifugiati politici, da cui passò anche l’antifascista Sandro Pertini, uno dei più amati presidenti della Repubblica. Era il 16 giugno del 1940 quando, contro la volontà del podestà, incominciò a funzionare il campo di concentramento sipontino. La scelta cadde su Manfredonia perché la città era ben collegata, via mare, con la colonia penale di Tremiti.

Un pezzo di storia incastonato nella vita di tutti i giorni, quindi, ma ridotto a deposito-discarica nonostante la presentazione di “un’oasi tecnologica” con un progetto da quattro milioni di euro che rientra nei programmi integrati di riqualificazione delle periferie (PIRP) disposti dalla Regione Puglia e i cui lavori avrebbero dovuto avere inizio la scorsa primavera. È caduta nell’oblio anche la scoperta casuale sul muro esterno dell’ex macello, durante i lavori di messa in opera di un cartellone pubblicitario, di una scritta risalente alla seconda guerra mondiale: "1st installation guards - italian air force - allied air force area command". La dicitura, a mo’ d’insegna, indicava la prima posizione di guardia della forza area italiana e il comando della forza aerea alleata. Ciò a testimoniare che l’ex macello fu, non solo un campo di concentramento, ma anche un importante punto di riferimento per le forze armate americane. Oggi, la scritta è nascosta da un cartellone pubblicitario e appare come l’esatta metafora della memoria sipontina, oscurata da un pressapochismo dilagante.

Maria Teresa Valente

 manfredonia.net (testo e foto)

 

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  Commenti dei Lettori:

-- 24/09/2008 -- 19:21:00 -- TERESA MARIA

Certo, rivedere queste recentissime immagini dell'ex campo di concentramento manfredoniano fa senso. Da anni, prima con Saverio Serlenga (quando era direttore del Corriere del Golfo) e poi con Maria Teresa Valente (direttore del quotidiano telematico Manfredonia.net), abbiamo posto all'attenzione di tutti la "storia" di questo sito. Proponemmo anche l'apposizione di una targa che ricordasse gli slavi internati e soprattutto gli ebrei tedeschi che, partiti da Manfredonia per altri campi di concentramento italiani e poi per i famigerati campi nazisti, non fecero più ritorno alle loro case.

 
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