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06/09/2008

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ACQUA: SIAMO ALLA “EMERGENZA”?

Clicca per Ingrandire L'estate del 2008 si è posizionata all'ottavo posto tra le più calde degli ultimi 200 anni a conferma dei cambiamenti climatici in atto anche in Italia. Lo afferma la Coldiretti sulla base dei dati dell''Istituto di Scienze dell'Atmosfera e del Clima del Consiglio Nazionale delle Ricerche di Bologna (Isac-Cnr), da cui emerge anche che la stagione estiva è al 25.mo posto per ridotta piovosità. Le temperature medie dell'estate 2008 sono state superiori di 1,59 gradi rispetto alla media di confronto del periodo 1961-1990. A influenzare il risultato stagionale è stato soprattutto il mese di agosto che si classifica al sesto posto per scarsa piovosità e al sedicesimo per la temperature media rilevate negli ultimi due secoli.

Nelle regioni meridionali - sottolinea la Coldiretti – è emergenza siccità con gli invasi nelle regioni Basilicata, Puglia e Sardegna a livelli minimi, secondo le rilevazioni dell'Associazione Nazionale Bonifiche e Irrigazioni (A.N.B.I.). Le principali dighe pugliesi e lucane sono quasi vuote: senza acqua la diga lucana di Monte Cotugno (capacità di invaso: 500 milioni di metri cubi), 24 milioni a Pertusillo (capacità: 142, la metà circa di quanto si registrava un anno fa), 40 milioni a San Giuliano, 53 nel 2007 (capacità: 90), 15 milioni a Camastra (capacità: 30).

In Puglia la condizione più critica è quella in cui versa la diga di Occhito (nella foto) che ha solo 35 milioni di metri cubi (contro i 38 dello scorso anno), circa il 10 per cento della capacità (333 milioni). Quasi vuota la diga Capaccio (2 milioni contro 25 di capacità). Basso anche il livello degli altri due invasi: S.Pietro (7 su 14 milioni) e Capacciotti (4,6 contro 48). In Sardegna l'emergenza riguarda la zona del Sulcis che può contare solo su 7,5 milioni contro i 76,95 di capacità.
Gli allarmi siccità che si ripetono negli anni sul territorio nazionale sono la dimostrazione degli effetti dei cambiamenti climatici anche in Italia dove il 51,8 percento del territorio è diventato potenzialmente a rischio desertificazione, in base a elaborazioni climatiche e pedoclimatiche effettuate dall'Inea. In particolare - precisa la Coldiretti - sono a rischio la totalità di Sicilia, Sardegna, Puglia, Calabria, Basilicata e Campania, e parte delle regioni Lazio, Abruzzo, Molise, Toscana, Marche e Umbria.

In particolare le analisi dell'Inea evidenziano - precisa la Coldiretti - che il 21,3 percento del territorio italiano è interessato da fenomeni di degrado delle terre che individuano aree a rischio di desertificazione con il 4,3 percento del territorio italiano ( 1.286.056 ettari ) che ha già caratteristiche di sterilità funzionale, il 4,7 per cento ( 1.426.041 ettari ) è sensibile a fenomeni di desertificazione e il 12,3 per cento (3.708.525 ettari) può essere considerato vulnerabile alla desertificazione.


 Coldiretti.it

 

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