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30/08/2008

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Scusė Nėnellė se lu cantenė a malė

Clicca per Ingrandire Lo speciale sarą incentrato sulla serata del 06 Agosto 2008 e su "Scusė Nėnellė se lu cantenė a malė" il progetto musicale curato da Enrico Noviello. La serata comincia e finisce con rievocazioni sonore della figura del grande musicista tradizionale di Carpino, Andrea SACCO, cui alcuni dei musicisti erano particolarmente legati, e si snoda tra le principali forme di canto e di musica della regione pugliese. Si alternano sul palco e si accompagnano reciprocamente vecchi e giovani suonatori e cantatori di diverse aree: Gargano, Salento, Murgia. Caratteristica comune a tutti gli esecutori pił giovani, e dunque non interni alla tradizione contadina, č da una parte l’amicizia con i pił vecchi, dall’altra la vocalitą e la affinitą stilistica musicale: voci piene e non edulcorate, stili essenziali con arrangiamenti praticamente inesistenti. Prodotto della serata, diverse ore di musica tradizionale eseguita all’antica, con una preponderanza delle voci gridate e dei ritmi da ballo di pizziche e tarantelle, per una sera proposti al pubblico senza rinforzi di batterie, bassi elettrici o tamburi estranei alla tradizione musicale pugliese. Di seguito i protagonisti, che oltre che essere esecutori sono anche tutte persone legate in vario modo alla ricerca musicale e antropologica delle tradizioni orali dell’area contadina pugliese:

MALICANTI suona e canta le musiche dei modi contadini di due aree della Puglia, il Salento e il Gargano.
I canti che facciamo li abbiamo appresi da anziani cantatori e suonatori della tradizione che con il passare degli anni sono diventati amici. Le nostre musiche aggiungono davvero poco, in termini di arrangiamento, alle musiche che abbiamo sentito suonare da loro, e le nostre voci – tutti e cinque cantiamo – non sono “impostate” per il canto lirico, ma tentano di riprendere impostazioni di respiro e di risuonatori propri delle tradizioni contadine. Infatti a noi emozionavano le voci e i suoni dei vecchi che sono rimasti a testimoniarci un mondo che non č il nostro. E insieme ci siamo chiesti se, suonando, potevamo comunque ricreare qualcosa di quell’universo emotivo.

FRANCESCA CHIRIATTI - voce, tamburello, castagnole
Salentina di Calimera (LE), figlia e nipote di cantatori tradizionali, che esegue con una voce dal tipico timbro e sapore tradizionale

DANIELE GIRASOLI - voce, tamburello, violino, cucchiai
Salentino di S.Pancrazio (BR), figlio e nipote di musicisti tradizionali, suona in modo naturale molteplici strumenti

VALERIO RODELLI - voce, organetto, tamburello
Musicista e compositore strettamente legato da anni a gruppi musicali e repertori tradizionali dell’area salentina e pugliese.

ENRICO NOVIELLO – voce, chitarra battente, tamburello
Di famiglia del Gargano (FG), impara a cantare e suonare con Andrea Sacco le tarantelle della sua zona, eseguite con vocalitą tradizionale
Ha pubblicato “Andrea Sacco suona e canta”, Ed. Aramirč, 2005

ELIA CIRICILLO - voce, chitarra francese, chitarra battente, tamburello. Estroso showman di origini molisane, predilige i repertori della tradizione garganica appresi da Andrea Sacco

Il Canto del Gargano:
Salvatore Russo nasce a San Giovanni Rotondo nel 1922, da una famiglia di pastori. Sin da bambino si cimenta nel canto tradizionale che ascoltava con interesse dai suoi nonni e dai suoi genitori, canto che era instancabile compagnia nei momenti di solitudine al pascolo. Acquisisce tutte le tecniche e le conoscenze che serviranno per l’attivitą di allevatore che svolge tutt’ora, all’etą di 86 anni, e apprende tutti i canti della tradizione sangiovannese in modo approfondito, cercando in ogni cantata il senso e i significati che fanno di lui un elemento importante della canzone di tradizione a San Giovanni Rotondo. Salvatore (soprannominato “Puchinė”), padre di cinque figli, vive in campagna con moglie e figlia e un centinaio tra pecore e montoni, nei pressi di Borgo Celano, torna in Paese una volta a settimana e in questa occasione ne approfitta per incontrare gli amici di sempre e i giovani, da cui trova gli stimoli giusti per tirar fuori il ricco ed interessante repertorio dei canti popolari della sua terra.

Pio Gravina, nato a San Giovanni Rotondo (FG) nel 1978, č musicista. Da tempo segue gli anziani del paese, da cui ha appreso la tecnica dei canti e dei suoni di San Giovanni Rotondo. Suona la vecchia e armoniosa chitarra battente del nonno, con la quale accompagna il canto degli anziani e sulla quale lui stesso canta le serenate e le tarantelle di San Giovanni Rotondo in piena continuitą con la tradizione locale.

Il Canto del Salento:
Le sorelle Margherita, Luce e Giuseppina Musio provengono da Ugento (LE), zona del Salento particolarmente ricca dal punto di vista delle tradizioni musicali. Fanno parte di una famiglia dedita al lavoro contadino soprannominata I Calanti che si č sempre contraddistinta per l'amore verso la musica, il ballo e il canto. A tutt’oggi le riunioni e le feste familiari diventano una occasione per rispolverare i vecchi canti polivocali, gli stornelli d'amore o di sdegno che un tempo si eseguivano durante i lavori agricoli. Le sorelle Musio sono depositarie di repertori antichi come "L'aria a tre", i canti dei carrettieri, ma anche di canti narrativi, e sono in grado di stupire per l'esecuzione di una vivace pizzica-pizzica per voci e tamburelli.

Anna Cinzia Villani č una delle voci giovani pił espressive del Salento, capace dei virtuosismi tipici della vocalitą tradizionale. Ha collaborato con i maggiori gruppi salentini, prestando la sua voce anche nella Notte della Taranta. Suona il tamburello, l’organetto, e propone i suoi repertori vocali e il suo stile di ballo mantenendo il pił possibile vivo il legame cone le modalitą esecutive tradizionali.

Il Canto della Murgia:
Paesaggi Sonori della Murgia meridionale
Nei paesi e nelle contrade dell'entroterra a economia prevalentemente agricola abitano famiglie di pastori e contadini che tuttora vivono, pur tra continuitą e contraddizioni, un rapporto con le tradizioni musicali molto forte. I suoni antichi, a causa del mutamento delle societą tradizionale, hanno in parte perso la funzione pubblica che avevano solo fino ad alcuni decenni addietro in occasioni in cui assolvevano ruoli sociali fondamentali alla vita delle comunitą agropastorali, ma alcune forme di canti e balli sono a volte rimaste tenaci e continuano ad essere praticate in situazioni rituali e festive dove hanno ancora una funzione rilevante. Le tarantelle per la coreoterapia del tarantismo, i vari stili locali di pizzica pizzica e scherma praticati durante le feste domestiche e i pellegrinaggi ma anche le serenate malinconiche, i canti di questua, le quadriglie vengono ancora eseguite con l'organetto, strumento pił diffuso e rappresentativo della tradizione musicale locale insieme al tamburello e alla castagnola. Dai vecchi suonatori, cantatori e ballatori tradizionali, depositari della memoria collettiva, sono riemerse pratiche musicali e coreutiche in disuso, o tuttora vive e funzionali, riscoprendo un paesaggio sonoro sommerso di straordinaria bellezza e inestimabile valore.

Luigi Ancona - organetto
Luiggė dė cuscėneddė proviene da una famiglia di straordinari suonatori di organetto e cantatori, da generazioni residenti alla masseria “Cucinella”, nelle campagne di Cisternino (BR), dedita all'allevamento e all'agricoltura. Insieme a suo padre Nicola č tra i pił apprezzati suonatori della zona, intorno alla loro figura č tuttora attivo un tessuto di suonatori che si riuniscono frequentemente per suonare e cantare, facendo della musica un collante fondamentale per i rapporti tra persone in un contesto che, pur essendo in continua evoluzione, mantiene forti legami con la cultura tradizionale. Suona l'organetto a due, quattro e otto bassi, il suo repertorio comprende suonate per l'accompagnamento del canto e del ballo contrassegnate oltre che da un personale stile virtuosistico, da una tecnica esecutiva eccezionale. Oggi costituisce una importante eccezione nella generazione che spesso ha rappresentato l'anello mancante per la continuitą della tradizione.

Carlo Bagorda – canto
“Carlinė l'urtėlėnė” nasce a Fasano (BR), č considerato dai suonatori un eccellente cantatore e depositario di un vasto repertorio di strofette sull'organetto a vario tema, che canta per la questua delle uova durante la notte del Sabato Santo, le serenate e le riunioni conviviali tra amici. Accompagnato all'organetto da Luigi Ancona esegue canti a ballo, come la pizzica pizzica e la quadriglia.

Leonardo Disco – organetto e canto
“Narduzzė dė scianghetė” attualmente vive nelle campagne di Carovigno (BR) ma č originario di Specchia Tarantina, un'area rurale situata tra Villa Castelli (BR), Ceglie Messapica (BR) e Martina Franca (TA) che tuttora conserva molto tenaci le tradizioni musicali, in un contesto ancora oggi fortemente legato all'economia rurale. E' molto apprezzato perchč canta accompagnandosi con l'organetto a otto bassi in situazioni conviviali e durante il pellegrinaggio a San Cosimo alla Macchia nelle campagne di Oria (BR) e ha conservato gli stili di canto peculiari della sua zona d'origine e molto diversi da quelli dei paesi circostanti.

Annamaria Bagorda - organetto
Nasce a Fasano (Br), fin da giovanissima apprende le tecniche esecutive dell'organetto per l'accompagnamento del ballo e del canto, nei vari stili locali dai pił bravi suonatori tradizionali della zona. E' molto ricercata e apprezzata dai ballatori e cantatori nelle feste tradizionali, nelle questue e nelle serenate, per la sua capacitą di assimilare e riprodurre gli stili peculiari di aree e di suonatori particolarmente significativi di cui ha raccolto l'ereditą musicale, garantendo la continuitą a riti che per mancanza di esecutori erano in declino.

Giovanni Amati - canto e tamburello
Nasce a Montalbano di Fasano (BR), si avvicina al canto tradizionale, in particolare alle forme di canto sull'organetto e all'uso del tamburello durante la questua che ancora si pratica nelle campagne e nei paesi, durante la notte del Sabato Santo. Dai migliori ballatori e suonatori aquisisce le varie forme del ballo tradizionale, le tecniche esecutive e gli stili locali del tamburello per l'accompagnamento del ballo e del canto di cui č apprezzato esecutore. Da anni frequenta varie famiglie di suonatori, cantatori e ballatori, instaurando rapporti di profonda amicizia.

“…noi altri siamo “in prestito” quando balliamo o suoniamo la musica delle campagne, che non ci apparterrą mai. Per rari momenti e quasi per caso possiamo provare quell’esperienza dell’essere vivi, interi, uniti, che i nostri nonni vecchi e contadini erano condannati a provare tutti i giorni, in quella sofferenza tremenda di fatiche disumane, e che invece li rendevano umani, umanissimi. Loro ci stanno lasciando l’ereditą di far ballare e far innamorare come si faceva una volta, con entusiasmo, con semplicitą, ma senza dimenticare, e noi abbiamo paura di non esserne all’altezza. Ci sono ancora per noi tante cose da imparare…”

 Uff. Stampa Ass. Culturale “Carpino Folk Festival”

 

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