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26/08/2008

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CARO MINISTRO... IL SUD? SCUOLA DI VITA (... e la Gelmini reagisce)

Clicca per Ingrandire Il ministro dell’Istruzione, Mariastella Gelmini (nella foto; ndr), avrebbe fatto meglio a parlare di corsi formativi per i professori in genere. Quel riferimento al Sud ("in Sicilia, Puglia, Calabria e Basilicata organizzeremo corsi intensivi per gli insegnanti", la frase "incriminata"; ndr) è apparso stonato, offensivo e inopportuno. Una buona idea applicata male. Anche perché, da decenni, il tasso di efficienza della scolarizzazione “nordica” risulta alquanto scialbo e insipido. Mentre è indubbio che è al Sud che si estrae la maggior parte del sale. Sarà effetto del sole, delle piogge scarse e dell’abitudine a confrontarsi con la quotidiana lotta per “sbarcare il lunario”.

La risultante è un’innata e raffinata arguzia meridionale, nonché una marcata predisposizione a quello che al Nord chiamano “problem solving”. Checché se ne dica, i ragazzi del Sud risultano “più svegli” e questo è merito anche dei loro insegnanti, che insieme alla strada sono stati sempre maestri di vita.

Vogliamo sperare in un lapsus o nella nebbiosa chiarezza del concetto riportato dalle cronache. Vogliamo sperare che il ministro, parlando di corsi intensivi, volesse riferirsi alla necessità di intensificarli in quel bacino-miniera rappresentato dalle regioni meridionali Sicilia, Puglia, Calabria e Basilicata, per potenziarne qualità e ricchezza della risorsa umana e formativa.

In ogni caso, i fugaci scambi di saluto nel condominio varesino di piazza Carducci (quando era responsabile regionale del suo partito) e quella piccola “or” di differenza anagrafica che ci distingue (Gelormini meno or = Gelmini; ndr), mi spingono a un triplice e deciso invito-suggerimento. L’azione sia meno subliminale e più concreta nei provvedimenti.

Vanno bene i grembiuli, i sei o i cinque in condotta e l’attenzione al merito. Ma renda la scuola più interessante per i ragazzi. Intervenga incisivamente nei programmi e faccia in modo, per esempio, che nel Paese che detiene oltre il 60 percento dell’intero patrimonio artistico e culturale mondiale, il numero di ore di Storia dell’Arte, in tutte le scuole e a tutti i livelli, sia pari almeno a quelle di Religione. Faccia in modo che la Musica e la Storia dell’Opera e del Melodramma, patrimoni nazionali incommensurabili e ambasciatori del marchio Italia nel mondo, abbiano lo spazio adeguato nei percorsi formativi, per diventare variazioni e opportunità sul tema angosciante degli sbocchi professionali.

E se proprio vuole avere cura della funzione unificante nello Stato della scuola, che deve arricchirsi dai diversi contesti territoriali, trovi il modo di prevedere stage, master, colonie e scambi culturali, che favoriscano la permanenza al Sud di alunni, docenti e dirigenti scolastici del Nord. E viceversa, naturalmente. Conoscendosi meglio, frequentandosi spesso, e non soltanto in vacanza, ci si apprezzerebbe senz’altro di più. E sarebbe per tutti autentica scuola di vita.

Antonio V. Gelormini
(gelormini@katamail.com)


N.B. - Per dovere di cronaca aggiungiamo le dichiarazioni del ministro Gelmini seguite alla polemica ripresa anche dal nostro Gelormini.

“Non ho mai detto che gli insegnanti del Sud abbassano la qualità della scuola italiana. Chi riporta il mio pensiero in questo modo è in grave malafede e vuole creare una polemica che chi conosce il mio pensiero sa che non ha fondamento. Ho sempre ritenuto che esistono bravi professori sia al Nord che al Sud, ma il Sud ha oggi un deficit strutturale e di progettualità che non è certo imputabile al corpo docente. Ieri sera, in occasione di un incontro a Cortina d'Ampezzo, mi sono limitata a segnalare che la scuola nelle regioni meridionali è colpita da una grave crisi. Sfido chiunque a sostenere il contrario. Ma non si può fare finta di nulla, non si può non porre il problema quando tutte le classifiche nazionali e internazionali segnalano questa grave arretratezza. L'impegno del Ministero è colmare il gap esistente tra scuole del Nord e scuole del Sud con più formazione e aiuti sia per i docenti che per gli studenti. L'UE mette a disposizione delle regioni del Sud dei fondi che io desidero investire nella scuola, destinandoli sia ai professori che agli studenti per elevare la qualità della didattica".

 Redazione

 

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