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12/12/2010

PER UNA CAPITANATA PIÙ SERENA

 “E’ davvero difficile contrastare una delle organizzazioni criminali più pericolose d’Italia districandosi fra le competenze di tre Procure - Foggia, Lucera e DDA Bari - e senza le risorse e i mezzi necessari a snidare affiliati e latitanti o colpire i santuari economici”. E’ la valutazione espressa da Michele Bordo, deputato Pd e componente della Commissione bicamerale Antimafia, all’esito delle audizioni dedicate alla mafia del Gargano che l’organismo parlamentare ha svolto a Bari.

Il profilo tracciato dalla Direzione Distrettuale Antimafia delle organizzazioni che operano in questo territorio è “particolarmente inquietante - continua Bordo. - I clan sono spietati quando si tratta di stabilire il controllo dei traffici illeciti o imporre la propria volontà criminale, terrorizzando le comunità in cui operano, e hanno una disciplina interna paragonabile a quella delle ‘ndrine calabresi: non ci sono pentiti e perfino le intercettazioni telefoniche spesso non forniscono grandi risultati”.

La capacità organizzativa delle famiglie criminali e il controllo capillare del territorio che riescono ad assicurare “sono state a lungo sottovalutate tanto da offrire la sensazione che ancora non si abbia una conoscenza approfondita del fenomeno mafioso presente sul Gargano, necessaria invece per orientare le indagini con maggiore rapidità e migliore efficacia”.

“Di fronte ai delitti efferati e all’inquinamento dell’economia locale, che nulla hanno più a che fare con la pur sanguinaria faida tra allevatori - sottolinea, - lo Stato deve recuperare il ritardo accumulato producendo gli atti concreti che istituzioni, associazioni civiche, organizzazioni sociali chiedono ormai da anni per garantire la sicurezza delle comunità e di chi vi opera”. L’istituzione di una sezione staccata della DDA a Foggia è “ritenuta ormai indispensabile dagli stessi magistrati per avere una visione d'insieme del fenomeno mafioso, difficile da acquisire, al contrario, se sul territorio garganico continuano a esserci le competenze giudiziarie di diverse procure”.

Peraltro, “a dimostrazione della carenza di magistrati operanti nel nostro distretto giudiziario, c'è che un sostituto procuratore barese gestisce 4mila fascicoli a fronte dei 400 assegnati a un suo collega di Palermo”. Altrettanto urgente è “l’istituzione di qualche Commissariato della Polizia di Stato nei Comuni a maggiore densità criminale del Gargano che rafforzi e svolga attività di indagine e contrasto specifica contro le organizzazioni di stampo mafioso.

“Quando lo Stato - sottolinea - si è dato l'obiettivo di catturare i latitanti i risultati si sono visti, ma non può trattarsi di un’attività episodica, magari organizzata a seguito di un omicidio. C’è bisogno di continuità operativa se davvero si vogliono troncare le complicità che proteggono gli uomini dei clan. Le continue visite del sottosegretario Mantovano esprimono l’attenzione e l’interesse del Governo verso questa emergenza, ma non è più il tempo delle riunioni, pur importanti ma spesso fini a se stesse, e della testimonianza istituzionale.

“Chi ha il potere e il dovere di agire - conclude - lo faccia con rapidità ed efficacia. E' ora che il Governo comprenda seriamente che la criminalità garganica costituisce una emergenza nazionale. Faccia allora ogni sforzo per mettere i magistrati e le forze dell’ordine nelle condizioni di operare per restituire serenità e pace a tutta la Capitanata”.

 
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