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05/05/2010

IL GAL GARGANO SI SPACCA SULLA NOMINA DEL CDA

 “Pretendere di gestire il Gal Gargano con la logica della casacca politica è un errore che i rappresentanti istituzionali espressione del centrosinistra hanno opportunamente rifiutato di commettere”. Il segretario provinciale del Partito Democratico, Paolo Campo, interviene nella discussione originata dalla mancata nomina unitaria del Consiglio di Amministrazione di questo organismo, che si occupa di promozione dello sviluppo nel territorio del promontorio, “al cui interno si è saldata un’alleanza fondata sul solo obiettivo di sbarrare il passo ai rappresentanti dei Comuni e del Parco del Gargano”.

La riunione per la nomina del nuovo CdA, svoltasi nella mattinata di martedì, “ha fatto emergere con chiarezza - prosegue Campo - la contrapposizione tra quanti hanno a cuore gli interessi del territorio e quanti si affaccendano sui bilancini della rappresentanza politica”. Tra i primi ci sono i sindaci di Mattinata, Monte Sant’Angelo, San Giovanni Rotondo, San Marco in Lamis, San Nicandro Garganico e Vico del Gargano che, “indifferenti ai colori delle casacche”, hanno indicato nel Parco Nazionale del Gargano una “presenza decisiva per la programmazione strategica degli interventi - afferma Michelangelo Lombardi, primo cittadino sanmarchese e componente della segreteria provinciale Pd - nonché per l’integrazione tra linee di sviluppo e assi di finanziamento formalmente diversi ma sostanzialmente convergenti tra loro”. Identica la motivazione della presenza dell’Università degli Studi, di due sindaci - “così da garantire equilibrio anche politico” - e della Comunità Montana.

Dall’altra parte, “su iniziativa degli enti amministrati dalla destra”, si è spostato l’asse della rappresentanza completamente sulla componente privata del partenariato, “cancellando Parco e Università e dimezzando la presenza dei Comuni, grazie ai quali - sottolinea Lombardi - il Gal ottiene una maggiore quota di fondi che ha finora impiegato senza un proporzionato coinvolgimento delle Amministrazioni comunali”.

A far pendere l’ago della bilancia verso questa soluzione è stato il commissario liquidatore della Comunità Montana del Gargano, il quale, a parere del segretario provinciale Pd, “ha assunto un ruolo e una responsabilità sproporzionati alla funzione, prevalentemente tecnica, assegnatagli dalla Regione Puglia e non ha favorito la mediazione responsabilmente tentata dagli amministratori dei centri più popolosi”.

Questi ultimi non hanno partecipato al voto “per stigmatizzare l’atteggiamento arrogante, il cui unico esito è l’indebolimento, formale e sostanziale, del Gal - conclude Campo - legittimando l’apertura di una discussione in sede regionale sulle sue capacità e possibilità di attivare la pianificazione strategica di area vasta”.



 
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