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  LETTERA AL GIORNALE ......

 

10/02/2009

UNA STORIA DIMENTICATA

 Oggi è il giorno della memoria. Oggi è il giorno in cui si piange la morte di centinaia di italiani nell'Istria e nella Dalmazia di Tito. È lodevole che finalmente anche i nostri giovani affrontino questioni come quelle delle foibe, spesso dimenticate da sms sui cellulari e rombate di tuono con i motorini!! È lodevole anche che si sia riportata la storia nell'articolo. Una storia italiana!! Ma quando si racconta una storia è bene riportarla per intero. È bene che chi scriva tenga presente tutti gli avvenimenti che portarono alla conclusione nefasta delle foibe. Quella che voglio far risaltare è la storia che parte dal 1919 fino al 1944 in Slovenia (nella parte dell'Istria) e in Croazia (sempre relativamente all'Istria e la Dalmazia). Probabilmente un'altra pagina di storia dimenticata, di certo non di vittima italiana, ma pur sempre italiana, e per questo consiglio la lettura del libro "ITALIANI SENZA ONORE" di Costantino Sante.
La storia narra di come gli italiani, per lo più fascisti (perché funzionari dello stato, come insegnanti, impiegati, burocrati - e si ricorda che in quel tempo per poter esercitare tali professioni bisognava essere fedeli al fascismo oltre che tesserati), questi italiani abbiano perpetrato una politica di segregazione, razzismo, violenza e morte nei confronti delle popolazioni slave che erano insediate nei territori slavi già durante l'impero austro-ungarico. Questa è la storia della "distruzione totale e integrale dell'identità nazionale slovena e croata". Riporto alcuni brani presi dal post di una signora in gamba che legge la storia, non ne diventa propagandatrice, Teresa Maria Rauzino (non me ne voglia se riporto questi brani del suo post senza averne chiesto il permesso!):
"Di fronte ad una razza inferiore e barbara come la slava - scriveva Benito Mussolini già dal 1920 - non si deve seguire la politica che dà lo zuccherino, ma quella del bastone. I confini dell'Italia devono essere il Brennero, il Nevoso e le Dinariche: io credo che si possano sacrificare 500.000 slavi barbari a 50.000 italiani. In una lettera spedita in data 8 settembre 1942 (N. 08906) dal generale Roatta al Comando supremo, viene proposta, addirittura, la deportazione dell'intera popolazione slovena. Nella riunione di Fiume del 23-5-1942, lo stesso Roatta aveva riferito le direttive di Mussolini: «Il DUCE è assai seccato della situazione in Slovenia perchè Lubiana è provincia italiana. Ha detto di ricordarsi che la miglior situazione si fa quando il nemico è morto. Occorre quindi poter disporre di numerosi ostaggi e applicare la fucilazione tutte le volte che ciò sia necessario. /.../ Il Duce concorda nel concetto di internare molta gente - anche 20-30.000 persone. Si può quindi estendere il criterio di internamento a determinate categorie di persone. Ad esempio: studenti. L'azione però deve essere fatta bene cioè con forze che limitino le evasioni. /.../ Ricordarsi che tutti i provvedimenti di sgombero di gente, li dovremo fare di nostra iniziativa senza guardare in faccia nessuno». Tutti conosciamo Auschwitz e Buchenwald, ma decenni di censure ci hanno impedito di sapere che noi, italiani, costruimmo e gestimmo i lager di Kraljevica, Lopud, Kupari, Korica, Brac, Hvar, Rab (isola di Arbe). Alla fine del Ventennio gli occupanti italiani costruirono nelle terre slave campi di concentramento che, seppur non scientificamente predisposti allo sterminio, furono la causa di migliaia di morti e di infinite sofferenze. Furono creati campi anche in Italia, per esempio a Gonars (Udine), a Monigo (Treviso), a Renicci di Anghiari (Arezzo) e a Padova. Secondo stime rapportate nel volume dell'A.N.P.P.I.A., "Pericolosi nelle contingenze belliche", i fascisti internarono quasi 30.000 sloveni e croati, uomini, donne e bambini.
Ma non è finita la nostra storia. Questa racconta anche di come tra il 1940 e il 1943, fu allestito a Manfredonia, ebbene ai piedi del nostro splendido Gargano, un campo di concentramento presso il macello comunale, oggi dismesso, dove furono internate 519 persone, tra queste slavi ed ebrei il cui destino finale ci è ancora sconosciuto! Non giustifico la carneficina partigiana degli slavi, ma alla popolazione slava minacciata, violentata, uccisa e deportata vanno le nostre scuse di italiani d'onore. Ecco che chiedo allora: quando gli italiani si assumeranno la responsabilità del voto fascista?! Ebbene, faccio una richiesta a questi giovani sensibili. Una richiesta della prof. Rauzino, a cui mi associo: mettiamo una targa in ricordo dei 519 internati, perché non sia anche questa una storia dimenticata!

 
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