Da “AltraCittà San Severo” riceviamo e pubblichiamo una ‘lettera aperta’ al sindaco di San Severo a firma di Pietro Albanese.

“Queste righe per denunciare, attraverso il giornale, un fatto di cronaca angosciante che nel 2012 parrebbe a tanti anacronistico, ma che però si manifesta da qualche mese a questa parte. Tre, quattro volte al giorno mi reco da mio padre, la cui abitazione è posta alla fine del nostro Viale della Stazione. Da un po’ di tempo notavo una coppia, uomo e donna, che stazionavano costantemente e durante quasi tutto il giorno, nei pressi della stazione ferroviaria della nostra città. All’inizio credevo che la coppia si intrattenesse sulle panchine del Viale della Stazione, in attesa di qualche mezzo di trasporto che li conducesse in un paese limitrofo dove espletassero qualche funzione lavorativa.

“Dieci giorni fa però, incuriosito, ho avvicinato la coppia e con molta discrezione ho chiesto loro il motivo di questo prolungato e costante intrattenimento. Fatti i dovuti convenevoli, Gemma Elena e Giovanni Potenza, questi i nomi, entrambi cinquantenni, coniugi e genitori di tre figli, mi confidavano quanto segue. Elena e Giovanni, da qualche mese vivono per la strada, sfrattati e senza dimora, senza lavoro, dormono dove capita, all’aperto per terra, di giorno vivono sulle panchine, si lavano usando le fontanine della stazione ferroviaria, per i loro bisogni fisiologici si avvalgono delle toilettes degli esercenti di zona, consumano un solo pasto giornaliero offerto dalla Caritas! Alla mia domanda: “Ma mi state prendendo in giro?”, il Potenza con una smorfietta di dolore che nascondeva la propria dignità calpestata mi manifestava tutta la sua frustrazione per il disinteresse generale mostrato per il loro caso, a dir poco, drammatico.

E’ possibile nel 2012 tutto ciò? E’ possibile che una città come la nostra dimentichi i propri figli? E’ possibile che l’interesse di tutti sia catalizzata solo da fuochi e fuochini, che bruciano ogni giorno migliaia di euro, che potrebbero essere utilizzati in casi come questo? Dove sono l’Amministrazione cittadina, la solidarietà, i servizi sociali? Signor Sindaco, è alla Sua persona che mi rivolgo. Possiamo e dobbiamo fare qualcosa per questa coppia. Non possiamo abbandonarli al proprio destino. Io spero nella sua sensibilità e per questo la invito a prendere a cuore il tristissimo caso di Elena e Giovanni affinché abbiano un futuro più decoroso. In attesa di notizie confortanti per Elena e Giovanni, invito tutti a una attenta riflessione e per dirla alla maniera dei Latini: “Summum ius, summa iniuria (somma giustizia, somma ingiustizia - Cicerone)”. (Pietro Albanese)